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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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Poeti al Museo

Testa, Platania e Libertino

Nella foto i tre poeti in lingua gallo-italica, che ieri sera hanno partecipato alla conferenza-dibattito, organizzata dal Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio e dal Nobile Quartiere Monte, al Museo Diocesano. Pino Testa, Tanino Platania e Aldo Libertino hanno declamato alcune loro poesie, facendoci rivivere piacevolmente momenti e situazioni della nostra tradizione nella lingua dei nostri avi. Questa lingua, e non dialetto, come hanno precisato nel dibattito i relatori, si parlava correntemente sino a metà del secolo scorso. Poi con l'acculturamento, che erroneamente si credeva prevedesse l'abbandono, se non addirittura l'oscuramento, iniziò la demonizzazione. Non si faceva altro che ricordare alle giovani generazioni d parrè n taliàngh prima, d parrar in italianu poi e, infine, di parlare in italiano p' nan fé u v'ddàn. In questa maniera, nel giro di un paio di decenni, fu cancellata insieme ai valori che comprende, la parlata di oltre otto secoli che i Lombardi, Liguri e Normanni ci avevano portato da molto lontano, tanto che in Sicilia passavamo p' francési. Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it    

U cìrcu

 
Il gioco del cerchio o, come lo chiamavamo noi, du cìrcu, era all'inzio del secolo scorso uno dei più diffusi. Le foto, anche di famiglia, di quel periodo, lo testimoniano trovandoli anche tra le mani di giovanotti più anziani che li usavano nei giardini o nelle scampagnate. Bastava un cerchio e una bacchetta di legno e il "gioco" era fatto. Quando iniziarono a diffondersi le biciclette il cerchio in legno fu sostituito da quello in metallo (foto in basso) senza i raggi, molto più resistente, più stabile e che garantiva una maggiore "guidabilità" per la presenza dell'incavatura al centro. Dopo aver toccato diverse volte il cerchio, bastava posizionare la bacchetta nella concavità per dirigerlo e raggiungere così velocità "supersoniche" in gare entusiasmanti. Era consigliabile percorrere tratti pianeggianti, perché quelli in discesa non permettevano il controllo e si rischiava di andarlo a prendere a taccura, e canali o a rìana, dipendeva dal circuito frequentato. Quando le biciclette furono sostituite dalle automobili anche i cìrchi cambiarono look, furono sostituiti da vecchi copertoni di piccole cilindrate come Vespe, Lambrette, 500 o 600, non di più perché gli altri erano troppo pesanti e incontrollabili, allora non c'era il "servosterzo" che poteva aiutare! Di quelli in legno sono rimasti solo quelli usati sino a qualche decennio fa nella ginnastica ritmica, ormai attività scomparsa completamente dalle ore scolastiche di educazione fisica, oh pardon, educazione motoria, mentre sono ancora usati dalle società iscritte alla federazione nazionale di ginnastica ritmica perché è prevista la specialità. E' facile invece trovarli impolverati negli sgabuzzini/ripostigli delle palestre dove "riposano in pace" insieme agli altri attrezzi non più di moda, come gli appoggi Baumann, le clavette e le bacchette di legno. Da tanti anni è un gioco non più praticabile, il cerchio non viene usato neanche per l'hula hopp, sia perché le strade sono invase dalle auto, sia perché di ragazzi che giocano per le vie non se ne vedono più, è meglio un videogioco tra le calde e tranquille mura domestiche! Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it            

Al Generale Cascino/Maggio 1940

Inaugurazione monumento dedicato al Gen.le Antonino CASCINO, eroe della I Guerra Mondiale, Piazza Armerina, maggio 1940
 
Non poteva mancare in questo mese un post dedicato all'inaugurazione di uno dei monumenti simbolo della nostra Città. Nel maggio del 1940 (esiste un breve filmato dell'Archivio Storico Istituto Luce datato 21/06/1940) veniva inaugurato il monumento costruito dall'architetto piazzese Domenico (Mimì) Roccella (1903-1946) e dallo scultore Alfredo De Marchis¹, in onore della Medaglia d'Oro al Valor Militare della I Guerra Mondiale Antonino Cascino (P. Armerina 14/9/1862-Quisca 29/9/1917). Alla manifestazione era presente l'alto dirigente del Partito Fascista e grande mutilato di guerra Carlo Delcroix (1896-1977) nonché mio padre Gino nella prima fila della grande tribuna eretta sul lato Ovest (a sx) del monumento. Al nostro Generale, morto il 29 Settembre 1917 all'ospedale di Quisca (oggi Kojsko, in Slovenia) in seguito all'infezione della ferita alla coscia provocata da una scheggia di granata il 15 settembre sul Monte S. Gabriele (3 Km. a Nord-Est di Gorizia) dopo aver conquistato qualche settimana prima il vicino Monte Santo (2 Km. a Nord dal S. Gabriele e 3 a Sud dal Vodice), vennero dedicati nel 1922 un Cacciatorpediniere della Regia Marina, nel 1940 un Borgo Rurale a ca. 10 Km. a Sud-Ovest di Enna (45,6 da Piazza) lungo la SS. 117/bis e numerose Caserme, Piazze e Vie in tutta Italia. Il suo corpo riposa nella III cappella, nonché passaggio al chiostro, della navata di sx della chiesa di S. Domenico Pantheon di Palermo. Su questo sito esiste una foto scattata qualche settimana prima dell'inaugurazione e nel post ci sono anche le due frasi di Mussolini scritte, sia sul monumento del generale Cascino sia sulla cabina elettrica che c'era a pochi metri dalle truppe schierate nella manifestazione inaugurale.
¹ Nel maggio 2018 la nipote Roberta De Marchis Consulich con un commento sul mio blog "CRONOLOGIA" mi ha fatto sapere che il nome esatto dello scultore era Giandomenico De Marchis e non Alfredo.
cronarmerina.it

Sodalizio di Sant'Anna

Chiesa di Sant'Anna
Sodalizio di Sant'Anna
Poche le notizie sul Sodalizio di Sant'Anna. Sappiamo che la chiesa, inaugurata nel 1745, già nel 1680 aveva ricevuto dei finanziamenti dalla baronessa Geronima Rivarola di Rafforusso. La baronessa aveva iniziato in questo modo la trasformazione del precedente Oratorio di Sant'Anna che confinava col monastero di Agostiniane fondato nel 1642 (settimo in Sicilia). La chiesa sarà costruita e ultimata grazie soprattutto ai considerevoli contributi provenienti dalla famiglia Trigona. Infatti, sino a qualche anno fa, sul portone d'ingresso si distinguevano benissimo due aquile in legno con lo stemma di questa nobile famiglia. Dopo il 1866 il Monastero verrà trasformato in scuole elementari mentre la chiesa sarà la sede del Sodalizio. Successivamente, dal 1920 al 1935, la chiesa sarà concessa prima ai Reduci di Guerra, poi a varie associazioni ricreative che, non curandone la manutenzione, contribuiscono alla definitiva chiusura per il rischio di crolli. Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it 
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