ExclusiveCentraleSx
ExclusiveCentraleDx
Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

URL del sito web:

Fontana piazza Stazione/n. 56

La Fontana n. 56 del censimento era la fontana che occupava il centro di piazza Senatore Luigi Marescalchi¹, intesa anche piazza Stazione Ferroviaria. Costruita a metà degli anni 80 con lastre di marmo su una struttura in cemento, avrebbe dovuto offrire un bello spettacolo con piccole cascate e spruzzi d'acqua, invece non ha funzionato se non per brevi periodi dando fastidi di tutti i generi: dagli spruzzi che il vento spostava bagnando i passanti, al cattivo odore che l'acqua stagnante provocava, ai rifiuti che molto educatamente tanti probi cittadini vi buttavano, incentivando l'olezzo all'ingresso di una città a vocazione turistica, ai tanti giovanottini e studenti che l'usavano per le loro evoluzioni giocose, deturpandola possibilmente ancora di più. Dopo tante raccolte di firme di cittadini della zona per la demolizione di quella che era diventata la "2^ fontana della vergogna", dopo quella della menzionata in piazza Gen.le Cascino n. 54, finalmente nel gennaio del 2008 le ruspe l'hanno spazzata via per dar posto, dopo qualche anno, con la calma che sempre ci contraddistingue, a una semplice piazza mattonata a scacchi, con aiuole e parco giochi per bambini, decisamente molto più vivibile ed esteticamente più accettabile.

¹ Senatore e deputato piazzese (1857-1936).

Sullo stesso tema leggere Fontana n. 54bis e Fontana n. 55.
cronarmerina.it

1818 Il cardinale Gaetano Maria Trigona

Il cardinale Gaetano Trigona Parisi (1767-1837)



La 3^ Personalità di grande importanza in ordine cronologico (dopo gli arcivescovi di SR Matteo Trigona Palermo e Filippo Maria Trigona Bellotti) tra i prelati appartenenti alla famiglia piazzese dei Trigona è mons. Gaetano Maria Giuseppe Benedetto Placido Vincenzo Trigona e Parisi dei baroni di Sant'Andrea. Nato il 2 giugno 1767 dal matrimonio tra Stefano Trigona e Costa (De Rodriguez) barone di Sant'Andrea giurato e senatore di Piazza nel 1758 e 1761 e una componente della famiglia Parisi, che annoverava in quel periodo un Officiale del Monte di Pietà, un Vicario ecclesiastico della Città e un notaio, Gaetano Maria divenne sacerdote nel 1791 iniziando a predicare in giro per l'Italia. Chierico della Collegiata del SS. Crocifisso di Piazza, passò poco tempo dopo al Duomo dove fu Prevosto e nel contempo ricoprì la carica di Consulente ovvero Consigliere comunale (il fratello Felice era Senatore comunale), nel 1816. Assunto alla sede episcopale di Siracusa, dal suo lontano parente mons. Filippo Maria Trigona Bellotti (1735-1824), come Vicario e Visitatore generale nella diocesi per sette anni, il 21 dic. 1818 fu nominato, da papa Pio VII (1800-1829), I Vescovo della nuova (12 sett. 1816) Diocesi di Caltagirone e, per pochi mesi, Delegato (o Vicario apostolico) della nuova (3 lug. 1817) Diocesi di Piazza, sino all'arrivo nel 1819 del I Vescovo di Piazza, mons. Girolamo Aprile Benso (1760-1836). Nel concistoro del 15 marzo 1833 fu promosso alla sede metropolitana di Palermo come Arcivescovo e dopo circa un anno, nel Concistoro del 23 giu. 1834, fu elevato da papa Gregorio XVI (1831-1846) al rango di Cardinale dell'Ordine dei Preti, ricevendo il cappello cardinalizio dalle stesse mani di re Ferdinando II nella Cappella palatina il 10 lug. 1834. Per quanto riguarda l'ultimo periodo della sua vita, riporto la traduzione della lapide (nella foto in basso) esistente nella VI cappella della Cattedrale di Palermo <<Alla memoria imperitura dell'eminentissimo Cardinale Gaetano Trigona e Parisi Arcivescovo di Palermo che, compiuto il 5° anno dell'Arcivescovado in modo santo, a nessuno dei socerdoti cristiani secondo per benefici saggezza cultura giustizia il 7 luglio 1837 nel 72 anno d'età colto da una peste proveniente dall'India, piangendo tutti i buoni cittadini e il clero alla salvezza e al bene dei quali subordinò la propria vita mentre imperversava la malattia impedendo il contagio dalla crudele pestilenza trasferì le ossa non qui, ma da lì al sepolcro presso Baida.>> Questa lapide ci svela alcune cose e qualche errore: a) la causa della sua morte fu la tremenda epidemia non di peste ma di lue, intesa come calamità che dilaga o morbo contagioso, in questo caso colera, chiamato comunemente "mal contagioso", che vi fu a Palermo e in Sicilia proveniente dalla lontana India, da giugno a novembre del 1837 e che causò solo nella Capitale ben 24.000 morti; b) gli anni di arcivescovado non furono 5 ma 4; c) gli anni di età non furono 72 ma 70; d) la data nella lapide si riferisce alla traslazione della salma in altro luogo due giorni dopo la morte avvenuta a Palermo il 5 luglio 1837; e) il luogo dove fu sepolto il Cardinale è il Convento dei Francescani dell'antica borgata di Baida a 9 km ca. a ovest di Palermo.

cronarmerina.it             

1807 L'arcivescovo Filippo Maria Trigona/1

 L'arcivescovo di Siracusa Filippo Maria Trigona Bellotti (1735-1824)
1
La 2^ personalità di alto rilievo (dopo l'Arcivescovo di Siracusa Matteo Trigona Palermo) che troviamo tra gli ecclesiastici vescovi e cardinali della famiglia piazzese dei Trigona, è mons. Filippo Maria Trigona Bellotti. Nato il 1° novembre del 1735 fu il secondo dei nove figli di Trigona Luigi (1705-1773) IV barone di Imbaccari-Terra di Mirabella e S. Cono Superiore¹ e di Bellotti Grimaldi Maria baronessa di Scitibillini nativa di Castrogiovanni. Nipote di Matteo Trigona (fratello del nonno Ottavio) arcivescovo di Siracusa nel 1732, Filippo dopo tre quarti di secolo andò a ricoprire la stessa carica del prozio dal 1807 sino al 1824, anno della sua morte. Era stato proprio il parente Arcivescovo a incoraggiarlo a intraprendere la carriera ecclesiastica, così da laurearsi in Teologia presso l'Università piazzese dei Gesuiti nel 1757 e, tre anni più tardi, diventare sacerdote. Esercitando il suo ministero pastorale nella nostra Città divenne Prevosto del Duomo e nel 1778 fece parte della Commissione Comunale che doveva recuperare la somma richiesta dal Parlamento Generale del Regno per risolvere il problema della pessima viabilità stradale nel centro dell'Isola. Nel 1785 come membro del Capitolo del Duomo, partecipò alla compilazione del verbale relativo ai dati economici delle chiese della nostra Città da inviare al Viceré, che voleva abolire i diritti funerari divenuti esagerati per il popolo. Nel 1798, sempre a Piazza, che in quel periodo risentiva degli effetti della Rivoluzione Francese, dopo essere stato avvertito dell'intenzione da parte di faziosi antigiacobini di compiere una strage degli affiliati all'Associazione Rivoluzionaria Giacobina, organizzò in un'ora nei pressi delle abitazioni dei capi della congiura e lungo le strade cittadine nuclei di penitenti, diretti da un predicatore, col compito di pregare e di incitare tutti alla pace. L'effetto fu sbalorditivo e grande: i Consoli e le loro maestranze, pentiti si portarono in duomo, ove nella nottata venne cantato un solenne Te Deum di ringraziamento in un'atmosfera di sentita commozione... in seguito l'opera mediatrice dei Trigona portò al proscioglimento delle accuse ed alla serenità cittadina. (continua)

¹ In alcuni testi viene aggiunto anche il titolo della Floresta che il fratello minore Ottavio Maria ottenne quando si sposò nel 1763 con Girolama Ardoino Celestre dei marchesi della Floresta.

cronarmerina.it

Cavalieri Ospedalieri di Santo Spirito

L'Ordine degli Ospedalieri di Santo Spirito fu fondato dal francese Guy de Montpellier (1160-1208) nel 1178 e successivamente approvato da papa Innocenzo III nel 1198. L'idea era quella di creare un'altra Milizia del Tempio ma impegnata in altre battaglie: la carità, l'ospitalità, la cura di tutte le miserie. Agli inizi del Duecento l'Ordine si era diffuso in tutti i paesi cristiani, ma la sua sede centrale era a Roma, presso Santo Spirito in Saxia. Questo era un complesso di edifici che era sorto nell'VIII secolo come centro di accoglienza dei pellegrini della comunità anglo-sassone e nel 1200 circa fu trasformato in ospedale, per il ricovero di ammalati e bambini abbandonati, affidato al suddetto Ordine, che così iniziò a svolgere la sua attività principale: erigere e gestire ospedali. Lo stemma o sigillo dell'Ordine era la croce di Lorena, a due bracci trasversali (un simbolo araldico che si faceva risalire a Giovanna d'Arco), che era collocato sopra il portone d'ingresso degli immobili, dove segnalava l'appartenenza di questi agli Ospedalieri di Santo Spirito. Il suo massimo splendore lo raggiunse nel XV secolo con migliaia di ospedali in tutta Europa, poi scomparve quasi completamente nel XVIII secolo. Oggi rimane qualche traccia in Spagna e in Polonia. Era un Ordine economicamente molto potente, come si desume dall'alto numero di case possedute, soprattutto nei dintorni degli ospedali. L'Ordine religioso era soggetto alla regola di Sant'Agostino ed ebbe carattere anche militare solo dal XIII secolo sino al 1459. Era composto sia da religiosi che da laici. Tra i religiosi c'erano i fratelli o canonici regolari, le sorelle, i sacerdoti e le oblate. Il fratello che governava un ospedale portava il titolo di "Comandante". I laici erano delle persone che facevano dei semplici voti per la cura dei poveri e degli ammalati come i religiosi. Anche nella nostra Città quest'Ordine fece la sua comparsa quando ebbe in gestione l'ospedale che si era stabilito nella sede definitiva del Monte¹ nel 1603, prendendo il posto dell'Ordine di S. Giacomo d'Altopascio. Infatti, il nuovo Ordine diede il nome sia al nostro ospedale che si chiamò "Ospedale di Santo Spirito", sia alla chiesetta di S. Maria degli Angeli che si chiamò "dello Spirito Santo". Anche l'antico Monte di Pietà aggiunse in quel periodo la dizione "sotto titolo dello Spirito Santo" quando la gestione passò al Sodalizio della Compagnia dei Nobili detta dei Bianchi.

¹ Nel 1771 chiamato "Ospedale Chiello" e dal 2015 sede dell'Episcopio e della Curia Vescovile.

cronarmerina.it

Sottoscrivi questo feed RSS

Ricerche Storiche

Censimenti

Storia Civile

Storia Ecclesiastica

Curiosità

Come Eravamo