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Gaetano Masuzzo

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Fontana c.da Minnelli/n. 40

E' la fontana/abbeveratoio di una contrada nei pressi di Mirabella Imbaccari. Il nome completo della contrada è Piana di Minnelli e, come si vede nella foto, si tratta di una vasca grande e molto semplice nella struttura. Anticamente questa contrada era un màrcato (frazione di un feudo) di Imbaccari Sottano. Il feudo di Imbaccari comprendeva i màrcati di Imbaccari Soprano o Superiore (suddiviso in Sortavilla Soprano e Sortavilla Sottano) e Imbaccari Sottano o Inferiore (suddiviso a sua volta in Baldo Sottano, Baldo Soprano e Piana di Minnelli). Nel 1610 il barone Giuseppe Maria Paternò chiese al re e ottenne il permesso di popolare un nuovo borgo nel suo feudo di Baldo Sottano dandogli il nome della famiglia Mirabella, della quale faceva parte la seconda moglie, Eleonora baronessa di Ricalcaccia sposata nel 1595. Quattordici anni dopo il figlio di Giuseppe, Giacinto, dovette trasferire il nuovo borgo in una zona vicina e più salubre, quella di Imbaccari Sottano. Mirabella fu chiamata anche Terra di Mirabella sino al 1862, quando venne aggiunto il nome Imbaccari
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina

Altri due importanti fotografi del '900

Foto effettuata dal fotografo Alfonso GRECO BONANNO
Foto effettuata dal fotografo Giovanni GRITA
Nelle ultime settimane ho recuperato altri due importanti fotografi dell'inizio del secolo scorso, che operavano nella nostra Città e in quelle vicine. Il primo è un certo Alfonso GRECO BONANNO del quale abbiamo una foto (in alto). Doveva essere un fotografo abbastanza importante perché lo troviamo nell'ANNUARIO del "CORRIERE FOTOGRAFICO" di MILANO del 1914 ca., Elenco Generale dei Fabbricanti, Negozianti e Fotografi d'Italia, Italia Insulare, Sicilia, Provincia Caltanisetta, Piazza Armerina (n.d.r. Caltanissetta, allora nostra provincia, nell'Annuario risulta scritta con una "s" dove, inoltre, è riportato il paese di "Branca Franca" invece di Barrafranca).
L'altro nominativo è quello di Giovanni GRITA, presente anch'egli nell'ANNUARIO di cui sopra ma nella Provincia di Catania, precisamente a Caltagirone. Risulta scritto solo con l'iniziale del nome "G", ma da alcune fotografie sappiamo che si tratta di Giovanni. Ho chiesto a un conoscente omonimo e mi ha confermato che si tratta di Giovanni, uno dei due fratelli di suo nonno Giacomo GRITA*. Giovanni abitava e lavorava a Caltagirone, ma spesso la sua attività era richiesta anche a Piazza, come risulta da tante foto ritraenti piazzesi della fine Ottocento e inizio Novecento come, per esempio, la foto in basso, oppure le foto dei genitori del martire antifascista Salvatore Principato viste in una mostra al Monte Prestami di Piazza Armerina nel 2010.
 
*Giacomo GRITA (1877-1966) era il padre di Massimo GRITA, indimenticabile libraio degli anni 60 e 70 di via Garibaldi 89, proprio all'angolo della salita San Giovanni Evangelista (oggi sede di un pub). Inoltre, potrebbe essere lui il Giacomo GRITA che risulta anche nell'ANNUARIO come fotografo nei primi anni del Novecento, ma a Modica, allora in provincia di Siracusa. Rappresentanti della famiglia Grita originaria di Caltagirone, li troviamo anche ad Agrigento nella seconda parte dell'Ottocento. Si tratta delle due figlie di Salvatore, grande scultore e giornalista di Caltagirone (1828-1912). Infatti, Rosina e Maria impararono l'arte fotografica dal padre e nell'atto di morte redatto presso il comune di Agrigento sia le figlie che la madre sono dette di professione fotografe.    
Gaetano Masuzzo/cronarmerina

Edicola n. 28

 
 
 
 
Questa è l'Edicola Votiva n. 28 e si trova in contrada Liano a pochi chilometri dal centro di Piazza verso Mirabella Imbaccari. Dedicata a San Giuseppe con Gesù Bambino in braccio, è custodita dentro una costruzione in muratura abbastanza robusta, probabilmente della metà del secolo scorso. La contrada Liano, che nei documenti appare in altre 4 forme (Eliano, Aliano, Alliano e Leano), è famosa perché nel 1089 il Gran Conte Ruggero vi installò una colonia di emigranti provenienti dalla Lombardia. In questo modo, quello che sino a qualche anno prima era stato un semplice accampamento fortificato, si trasformò in un borgo fortificato lombardo. Questo centro abitato è tra quelli ribelli che subirà la completa distruzione nel 1161 da parte di re Guglielmo I. 
Circa quattro secoli dopo, nel 1586, il Venerabile agostiniano Andrea Guasto di Enna vi fondò il romitorio di Santa Maria della Concezione, sul podere donato dal nobile piazzese Giuseppe Triolo dei baroni di Gerace e Geracello nonché giudice della Corte Pretoriana di Palermo.
I monaci agostiniani riformati chiamati Centurpini, si trasferirono quarant'anni dopo, nel 1625, al convento della Madonna della Neve sito nel vecchio quartiere Monte, dove costruirono anche la chiesa arrivata sino ai nostri giorni.
Gaetano Masuzzo/cronarmerina 
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