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Gaetano Masuzzo

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Scuole nel piano Castello anni 20

 
La classe di suor Marina Coppa davanti il Palazzo Trigona di Gerace al piano Castello, anni 20
Tra i benefattori della casata Trigona, oltre al più noto Marco Trigona barone di Gatta Alzacuda e Sofiana, che lasciò un'enorme eredità per la nuova Chiesa Madre, troviamo anche Vespasiano Trigona Calafato dei baroni di Geraci. Questi, oltre a donare il suo latifondo di Rossignolo al Monte di Prestami, fondato dal chierico Michele Chiello nel 1771, alla sua morte nel 1852, lascia parte dei beni, compreso il feudo Ciappa, all'Ospedale "Chiello" riservando l'usufrutto, sino a quando fosse rimasta in vita, alla moglie Carmela d'Acquino dei principi di Caramanico (1816-1898). La baronessa però rinuncia all'usufrutto facendo sì che per alcuni anni l'ospedale cittadino si chiamasse Ospedale Michele Chiello-Vespasiano Trigona. Dopo essersi risposata col fratello del marito, Antonino Trigona barone di Geraci, nel 1878 rimane vedova per la seconda volta e alla sua morte, nel 1898, lascia una cospicua eredità per fondare nel 1902 l'Istituto baronessa Carmela Trigona di Gerace nel palazzo baronale di Piano Castello. L'Istituto comprende un asilo, una scuola elementare e un laboratorio di sartoria e ricamo che nel 1912 si trasforma in Scuola Professionale Femminile gratuita. Nel 1919, mentre la scuola elementare femminile rimane (vedi foto), quella Professionale dell'Istituto viene trasferita nell'antico Monastero delle Benedettine di S. Giovanni Evangelista e nell'edificio accanto con l'ingresso dalla via Garibaldi, anche questo donato dalla baronessa al VI vescovo di Piazza, mons. Mariano Palermo. Qui l'Istituto eredita tutte le antiche e redditizie attività delle Benedettine (cucito, ricamo, dolciaria, musicale), mentre alcune classi elementari rimangono nel palazzo baronale sino agli anni 60. L'edificio di via Garibaldi in seguito sarà la sede delle Suore Salesiane figlie di Maria Ausiliatrice¹. Come si vede nella foto la classe femminile è formata da circa 60 alunne, tra le quali tante probabili nostre mamme o nonne nate tra il primo e il secondo decennio del secolo scorso. Sappiamo anche il nome della suora maestra. Si tratta della Consigliera Scolastica suor Marina Coppa nata nel 1869 a Monticello d'Alba (CN) e morta nel 1928 a Nizza Monferrato (AT). Cresciuta in una famiglia agiata di Monticello, consegue a Torino da novizia la patente di maestra per la scuola elementare. E' Consigliera Scolastica dal 1900 al 1928 e per la sua sensibilità educativa è detta "educatrice delle educatrici" dando ulteriore sviluppo alle scuole delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) contribuendo ad ottenere dalla riforma Gentile la trasformazione in parifica delle scuole normali.  
¹ Tantissimi ricordano con affetto le suore che gestivano sino agli anni 80 l'asilo infantile, fra queste suor Graziella, maestra del mio giovanottino Fabio.      
cronarmerina.it

Edicola n. 13

 
 
In via Carmine, all'incrocio con la via Carbone, c'è questa Edicola votiva dedicata forse a Santa Rita. Infatti, fra due Angeli c'è una Santa distesa con un Crocifisso sul petto. La via Carmine porta, appunto, alla chiesa del Carmine dedicata alla Madonna o Beata Vergine dell'Annunciazione, costruita nel 1652 sulle rovine di un'altra più antica della quale non si hanno notizie. Accanto alla chiesa c'è uno dei più belli chiostri che abbiamo a Piazza. E' il chiostro dei Padri Carmelitani costruito nella II metà del Cinquecento che meriterebbe un radicale restauro per immetterlo in un circuito cittadino di chiostri assolutamente da visitare, se non di più, almeno quanto i mosaici della Villa Romana del Casale.  
Gaetano Masuzzo/cronarmerina           

Edicola n. 12

 
 Questa nella foto in lato è l'Edicola Votiva dedicata alla Sacra Famiglia che si trova a metà Viale della Libertà. Ben tenuta e accolta in una nicchia alquanto decorosa, fa bella mostra nell'edificio subito dopo quello che ospita la Scuola Media "Roncalli-Cascino", salendo verso la zona di Costantino. Sino ai primi anni del Novecento questo viale presentava edifici a un solo piano dalla parte opposta a quella dell'edicola, come si può benissimo notare nella foto in basso. Quelli esistenti erano occupati soprattutto da magazzini e/o alberghi (i cosidetti fondachi = dall'arabo funduq) e officine per carri e carretti. Per farvene un'idea ho pensato bene di allegare una foto relativa a quel periodo. Oltre alla pessima qualità del fondo stradale e alle "numerose auto" in transito, salta subito agli occhi, dove poi negli anni 50 venne costruito il Jolly Hotel, il grande spiazzo e una bassa baracca in legno. Forse l'antesignana dell'odierno B&B?
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it
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