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Gaetano Masuzzo

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Com'era il mercato del pesce a Piazza

 
L'ex pescheria in piazza Santa Rosalia

 

Il mercato del pesce nella prima metà del Novecento a Piazza raccontato dal prof. Giovanni Contrafatto (1910-2004)

 
<< Il pesce, e non tutti i giorni, lo portavano da Licata dei pescivendoli intesi cavagnari, dentro due grandi coffe a dorso di mulo. I poveretti si partivano da Licata nel tardo pomeriggio. Camminavano tutta la notte attraverso mulattiere e scorciatoie che ne riducevano notevolmente la distanza ed arrivavano alla pescheria di Santa Rosalia il mattino dopo. Ad informare la popolazione che era arrivato il pesce, ci pensava il banditore, un certo Carlino*, che la gente chiamava Carrino, gran tracannatore di vino, dotato di una voce fortissima che richiamava alla memoria i versi di Carducci per Alberto da Giussano nella battaglia di Legnano: "E la sua voce, come tuon di maggio". Carlino iniziava subito il suo giro portandosi in piazza Duomo e, affacciato alla balaustra che circonda la piazza e che dall'alto domina il quartiere Monte, con la sua voce potente dava la notizia agli abitanti del quartiere. Indi passava al Piano Barone, oggi Largo Capodarso, continuando il suo lavoro di banditore per le famiglie del sottostante quartiere Canali. Infine, al Piano Duilio, per gli abitanti del Casalotto. Durante i suoi spostamenti, ripeteva la stessa solfa per quanti abitavano nel centro. A seconda della intonazione della voce, faceva capire la qualità del pesce arrivato al mercato. Se poi si trattava di sarde, era un accorrere di gente da tutti i quartieri. >> (tratto da Giovanni CONTRAFATTO, Memorie Armerine, ILA Palma, PA, 1991)
 
*Qualche decina di anni dopo, quindi verso la fine degli anni 30, il posto di Carlino lo prese un certo Vittorio abitante nel Cortile Minnella, proprio dietro la Centrale Elettrica e la pescheria. Questo banditore, purtroppo, fece una brutta fine. Un giorno mentre si trovava seduto all'angolo tra la piazza Garibaldi e la via Vittorio Emanuele, na cantunera, venne sbattuto violentemente al muro da un'auto in retromarcia che lo uccise sul colpo. Nella pescheria c'era sia chi vendeva i grandi fogli di "cartapaglia" color giallo, per involtare il pesce a 2 soldi il foglio, sia chi cercava il momento buono per prendersi un pesce e arrostirselo sullo scaldino portato da casa, contando sulla bontà del pescivendolo. Inoltre, sul banco in marmo appena si entrava a destra, c'era la rivendita della "carne di basso macello", ovvero di pezzi di carne non tanto pregiata e a basso prezzo che così poteva essere acquistata dalle persone meno agiate.
Gaetano Masuzzo/cronarmerina      
 
 

 

Si recupereranno?

Mercoledì 31 dicembre scorso ho letto sul giornale "La Sicilia" che "GLI AFFRESCHI SARANNO RECUPERATI" nel corso dei lavori di ristrutturazione dell'ex Convento dei Frati Minori di S. Pietro. Vi propongo una foto di uno dei tanti afrreschi che ho avuto la fortuna/sfortuna di fotografare alcuni anni fa. Mi sono posto questo interrogativo: "Ma possono essere recuperati questi affreschi ridotti così?".
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it

Edicola n. 11

Questa è l'Edicola Votiva dedicata alla Madonna col Bambino di via Mons. Sturzo (1861-1941, VII vescovo della Diocesi di Piazza dal 1903 al 1941), quasi di fronte l'autolavaggio e la salita Liurno. Come vi avevo accennato nel post Via del Tubo dell'11 dicembre scorso, questa strada nel secolo passato ha avuto altri due nomi prima dell'odierno. Il primo che si ricorda è stato Stradale Altacura*; il secondo, degli anni 30 e 40, Stradale Mazzarino, che arrivava sino ai Canali comprendendo l'attuale via Salvatore Principato. Essendo un tracciato stradale tra la collina del Piano dei Teatini, una volta all'interno delle mura cittadine, e quella del Carmine, fuori le mura, originariamente seguiva il fondo valle della Taccura. Infatti, se si percorrono i due lati, sottostanti di almeno 4 metri, nella seconda parte della sede stradale, si notano gli ingressi delle antiche abitazioni costruite prima e che seguivano l'andamento originario della vallata. La sede stradale fu rialzata, probabilmente a metà Ottocento, perché altrimenti sarebbe rimasta molto ripida e pericolosa per i carri, carretti e, poi, automobili, sempre più numerosi.

*Ricordo che il nome deriva dall'acqua solfurea curativa proveniente dalle sorgenti del Piano del Patrisanto o dei Teatini, ormai completamente prosciugate o coperte e che continuano a scorrere sotterranee.

 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina           

Fine anno imbiancato

 
Non potevo non farvi partecipi della novità di stamattina. 
Approfitto di una bella foto di Daniele Papa messa su facebook per mostrarvi la visita che ci ha fatto la neve. Senza dubbio è molto suggestiva Piazza imbiancata, ma altrettanto senza dubbio ci provocherà molti disagi, considerando l'inadeguatezza dei mezzi antineve comunali nel rendere percorribili le strade, specie quelle molto ripide: via Mons. Sturzo, via Libertà, via Cavour, via Vitt. Emanuele, via Monte. Speriamo bene e Buona Fine 2014.

Dimenticavo: Aöi tutti a sciar' o Munt' !

 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina  
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