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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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Via del tubo

 

Chi vìa è cössa? 

'Ncà basta ddézz a tàrga nâ cantunèra! 

Nan s' ddez bön!

Vìa du tùb o du tub'ttöngh?!

Boh? 

Cussà d' cu ggh disg'nu?

E vöi u savé?

 
Traduzione per gli stranieri
Che via è questa? Dunque basta leggere la targa sul cantone! Non si legge bene! Via del tubo o del bacchettone?! Boh! Chissà come la chiamano? E voi lo sapete?
 
Risposta:
Le tre righe della targa nascondono le lettere dei 3 nomi che la strada ha e ha avuto precedentemente. Partiamo dal più antico, STRADALE ALTACURA; poi STRADALE MAZZARINO; per arrivare al più recente e odierno, VIA MONSIGNOR STURZO. Se ne parla anche su Edicola n. 11
 
 cronarmerina.it

 

 

Legati di Maritaggio-Conclusioni

 
Donzelle orfane in un'aula pel disegno, fine Ottocento
 
(dal post precedente) Dopo tutte queste notizie, possiamo fare quattro conti. Ogni anno, quasi sempre nel mese di aprile, 8 ragazze orfane*, che dovevano essere rigorosamente oriunde di Piazza, beneficiavano di questa generosità sulla quale, tra l'altro, non avevano alcuna voce in capitolo né al momento della prima assegnazione, né l'avrebbero avuta in seguito. Anzi dovevano considerarsi fortunate per la grazia ricevuta, dal momento che la mancanza di dote avrebbe comportato per molte come alternativa a una vita coniugale, un'esitenza fatta di clausura e di rinunce all'interno di un convento. Le 8 ragazze moltiplicate per almeno trecento anni, raggiungono il numero ragguardevole di 2.400. Ma l'eredità del sacerdote don Andrea Trigona ne prevedeva non una ma quattro da sorteggiare, pertanto ci sono da aggiungerne altre 900, per un totale di 3.300 donzelle maritate. Queste con i rispettivi mariti e prole raggiungevano oltre la metà della popolazione del paese, ovviamente spalmata su tre secoli. Nelle pagine da cui ho tratto queste interessantissime notizie sul Monte di Pietà ci sono elencati anche i nominativi delle orfane con accanto l'anno del sorteggio. Di questi, tra i quali si riscontrano molti cognomi attuali, riporto i più particolari presi a caso: Scolastica Rausa 1797, Veneranda La Praja 1800, Anna Maria Matrascia 1803, Angiola Legnoverde 1799, Maria Stuppino 1811. Voglio concludere con le parole della laureanda quando dice: Questo fu il risultato di un modo diverso di gestire la ricchezza proveniente dalla generosità di alcuni benestanti che dimostravano, con i loro nomi sulle carte dei lasciti, che il "vero" nobile è colui che riesce a distinguersi per la sua nobiltà d'animo, meglio se ricordata attraverso opere di carità e solidarietà nei confronti di persone meno abbienti. (tratto da Vania SIMONTE, Il Monte di Pietà di Piazza Armerina - I Legati di Maritaggio (secoli XVIII e XIX), Tesi di Laurea, U.S.CT, A.A. 2010/2011, Biblioteca Comunale)

*Si riscontano anche lasciti di 10 Onze all'anno extra provenienti direttamente dall'amministrazione del Monte di Pietà, aumentando ulteriormente il numero di donzelle maritate. 

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Anche aeroplani a Piazza

Dall'1 ottobre 1941 a Piazza iniziò l'attività scolastica del Regio Istituto Tecnico Industriale per Meccanici ed Elettricisti, con annessa Regia Scuola di Avviamento Professionale, ancora intitolato al piazzese Avv. On.le Calogero Cascino (1864-1932). L'Istituto, che già ospitava oltre 700 alunni, tra i tanti laboratori aveva i reparti di fucina, di fonderia e, fiore all'occhiello, quello di aeronautica. Quest'ultimo è quello nella foto dove si vede, oltre all'insegnante responsabile insieme ai suoi assistenti, un aeroplano, di cui non conosco il modello, perfettamente funzionante oggi in mostra, come ci fa sapere sul suo video su You Tube l'ing. Aldo Lombardo, tra i quasi duecento aerei al Museo Storico dell'Aeronautica Militare presso l'Aeroporto Vigna di Valle di Bracciano (Roma). 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it      

Legati di Maritaggio-Benefattore Polizzi

Lo stemma Fam. Polizzi sull'arco della II cappella chiesa S. Pietro 
 
 
 
 Lo stemma fam. Polizzi-Trigona sul sarcofago di dx della cappella
 
 
8 - Gilberto Polizzi, l'ultimo nominativo nell'elenco dei benefattori sul frontespizio del II Libro Maestro del Monte di Pietà, apparteneva a una illustre famiglia piazzese proveniente nel Cinquecento da Castrogiovanni e in quest'ultima, prima ancora, da Agrigento. Proprietario nel 1579 di parte delle rendite del Marchesato di Geraci (PA), lo troviamo nel 1581 sposato con Silvia Trigona. Ciò lo veniamo a sapere dalla scritta su un sarcofago esistente nella II cappella a dx (quella dell'Annunciazione) nella chiesa di S. Pietro. L'epigrafe ci ricorda che in quel monumento i due genitori avevano seppellito in lacrime il loro figlio Giovanni Tommaso morto all'età di 16 anni. Inoltre, nel sarcofago di dx un'altra componente della famiglia Polizzi, Apollonia morta nel 1615, risulta essere stata moglie di Don Alberigo Trigona. Sia la parentela con una tra le più influenti e nobili famiglie della Città, sia la costruzione e l'uso esclusivo di una cappella in questa importante chiesa, ci dimostrano il peso rilevante che aveva la famiglia Polizzi e il nostro benefattore in particolare, nella nostra comunità. Senza contare della familiarità con il padre gesuita Giuseppe Polizzi (1603-1691), per diversi anni professore di filosofia nel collegio dei Gesuiti di Piazza e poi in quello di Palermo, autore di voluminose opere anche di teologia. Purtroppo non conosciamo l'anno del testamento e la quantità di Onze messe a disposizione per i Legati di maritaggio amministrati nei secoli dal Monte di Pietà di Santo Spirito. (continua)
 
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it

 

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