ExclusiveCentraleSx
ExclusiveCentraleDx
Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

URL del sito web:

4^ Veduta della Città

Veduta della Città da Sud, 1640 ca.
Il recente Calendàri â ciaccësa di Lucia Todaro nella presentazione riporta cinque vecchi disegni di vedute della nostra Città, di cui 3 sembrano coeve (1612-1641) a quelle già descritte su questo blog, 2 invece successive. Sono tutti disegni che si trovano nei libri scritti dal sacerdote, professore di lettere e storico della nostra città Filippo Piazza, nato nel 1884 e sconparso nel 1959. Quello nella foto si riferisce al disegno che accompagnava l'opera di storia della nostra città, non pervenuta ma spesso citata dal Chiarandà, del francescano guardiano del nostro convento di San Pietro, Marco Alegambe o Li Gambi, morto a Piazza nel 1642 (in altra fonte a Siracusa nel 1647). E' una veduta da Sud, dal piano dello Scarante, infatti si vede il Castello Aragonese di fronte e in primo piano. La Chiesa Madre è ancora senza la cupola (sarà realizzata tra il 1760-67 dall'architetto catanese Francesco Battaglia), il campanile appare nella parte posteriore (forse per comodità nel disegno). Le mura della Città che la racchiudono in cima al Monte Mira, sono abbastanza marcate e a dx c'è una grande porta, sicuramente quella dell'Ospedale. Alla sx del Castello si nota un grande edificio con cupola accanto a un'altra chiesa. Quest'ultima è la chiesa di S. Martino, ma la cupola? Quella del Crocifisso, ma mi risulta costruita nei primi anni del '700, forse nel periodo del disegno era già in costruzione. In alto a sx, quasi nell'angolo, tre chiese, quella della Misericordia, quella di S. Francesco con l'alto campanile e quella di S. Caterina.
cronarmerina.it

Akim, l'eroe number 4

CI IMMERGEVA TOTALMENTE NELLA JUNGLA

(attenzione, noi non leggevamo "giungla" ma "iungla") 

Era una serie di albi a striscia editi in Italia dal 1950 al 1967 e in Francia dal 1958 al 1991.  

1700 - Mezzi di trasporto turisti e non

Lettiga con muli
 Nel '700 si viaggiava così
Nella parte finale riguardante la visita a Piazza, il francese Houël accenna al modo di viaggiare nella Sicilia di metà '700: "In una delle passeggiate che facevo spesso per fare delle osservazioni incontrai la principessa di Valguarnera che andava da Piazza a Palermo. Era in una lettiga, seguita da tre altre dove c'era la gente del seguito. Ogni lettiga era portata da due muli. Questa vettura, che può contenere comodamente due persone, è quella di cui si servono i Grandi di quest'isola. Quella della principessa era preceduta da dodici campieri in uniforme, che portavano lo stemma del casato sul berretto. Altri dodici campieri, in abito ordinario, seguivano la lettiga. Dei bordonari conducevano i muli che portavano i bagagli. C'erano pure molti domestici a cavallo. Tale è i fasto che i principi dispiegavano in Sicilia nei loro viaggi."
La lettiga era già nota tra gli antichi Romani, Egiziani, Babilonesi e questo servizio veniva espletato dagli schiavi mentre nel '700 venivano impiegati dei muli, raramente dei cavalli, con due uomini chiamati campieri, mulattieri, bordonari, vardunara, bardonari, bardeddàri (tutti nomi che hanno a che fare con la bàrda, basto o sella). Uno di questi precedeva la lettiga a piedi, l'altro la scortava seguendola a cavallo come nella grafica acquarellata nella foto. G. F. Angas così descrive nel 1841 gli animali usati per il trasporto: "I muli sono il normale mezzo di trasporto. Animali che non sentono la fatica, possono percorrere sino a 40 miglia al giorno senza accusarne alcuna, per intere settimane di seguito, ma in compenso la fanno sentire ai loro cavalieri". Anche nella novella rusticana pubblicata nel 1883 "Cos'è il re" di Giovanni Verga, troviamo compare Cosimo, che di "mestiere era di fare il lettighiere", molto preoccupato di dover trasportare con la sua lettiga la regina Maria Sofia, moglie del re delle Due Sicilie Francesco II, da Caltagirone a Catania.
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it
 
 
 
Sottoscrivi questo feed RSS

Ricerche Storiche

Censimenti

Storia Civile

Storia Ecclesiastica

Curiosità

Come Eravamo