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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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1776 Turista Houël/2

Acquedotto Villa Romana del Casale
Il dipinto al Louvre di Houël che rappresenta l'acquedotto nella foto in alto
 

Parte II

"Quando questa fu distrutta, i suoi abitanti si rifugiarono alla sommità d'un monte, ad un miglio di distanza, dove oggi c'è un eremo. Là essi fondarono un abitato chiamato Pluzia: esso fu distrutto dai saracini; e la città di Piazza si innalzò dai suoi ruderi ai piedi della montagna. Da Pluzia per corruzione il tempo ha fatto Piazza. L'antica Gelentium era attraversata dal fiume Giaccio, a quattro miglia al disotto della sorgente e a tre miglia al di sotto del luogo dove ora si trova Piazza. Essa era situata presso una montagna poco elevata, che si chiama Philosophiana. Ho visto ancora in questo luogo degli ammassi considerevoli di rovine, ma circondate, e spesso nascoste da noccioleti, che si coltivano in gran quantità in questo paese. Sotto questi alberi e sotto delle macchie ho visto molti pezzi di muro, alcuni rettilinei che formano degli angoli di diversi gradi, altri che formano delle linee circolari: ho notato dei muri dallo spessore di sette-otto piedi (cioè oltre 2 metri) e della lunghezza di otto tese (cioè 120 m.) dove si vedono ancora arcate e nicchie poste alternativamente e diaposte in linea diritta. Le pietre di questa costruzione erano intagliate molto bene e della grandezza dei mattoni greci che ho già descritto. Questo pezzo mi parve di esecuzione bellissima. Vidi anche una vasca, che in questo paese si prende per un bagno, me è un errore: essa ha una lunghezza di 42 piedi (23,65 m.) contro 4 piedi e sei pollici di larghezza (1,45 m.). Ho visto tra le rovine un pezzo di vaso di marmo la cui forma sembrava essere stata quella di una ciotola. I proprietari, scavando per piantare degli alberi, hanno trovato frammenti di statue, basi, architravi e tronchi di colonna di marmo ed altri resti."

*La traduzione è tratta "Dalle relazioni dei Regi Visitatori a quelle dei viaggiatori di commercio" sul sito web.tiscali.it/università popolare 1999, Ignazio Nigrelli/Università Popolare del Tempo Libero Ignazio Nigrelli di Piazza Armerina.

1776 Turista Houël/1

Il francese Jean-Pierre Houël (1735-1813), pittore e incisore della corte di re Luigi XVI, visita la Sicilia per la prima volta nel 1770, per poi tornarci nel 1776. Nel 1785 pubblica a Parigi i quattro volumi de "Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Malte et Lipari" di cui vedete il quarto tomo nella foto. A questa pubblicazione allega ben 264 incisioni e molti disegni a inchiostro di china acquarellati, lasciandoci un precisa testimonianza dello stato di conservazione dei resti antichi che incontra lungo il percorso siciliano. Proprio a pag. 55 del quarto volume della sua opera, dopo Pont de Capitarso, c'è il reportage dal titolo De Piazza che precede quello su Caltagirone della pagina successiva. Eccovi la traduzione tratta "Dalle relazioni dei Regi Visitatori a quelle dei viaggiatori di commercio" sul sito web.tiscali.it/università popolare, 1999 Ignazio Nigrelli/Università Popolare del Tempo Libero Ignazio Nigrelli di Piazza Armerina.
 
Parte I
"Dopo aver visitato Castrogiovanni, mi recai a Piazza, i cui dintorni mi hanno incantato per la quantità di alberi che vi si coltiva e che adornano i posti più belli. Questa città è una di quelle che io preferirei abitare a causa della bellezza dei suoi dintorni e della quantità d'acque che vi si vede circolare da tutte le parti. Piazza non è che una città moderna: essa deve la sua origine alla distruzione d'una borgata o villaggio, che si era formata dai resti dell'antica città di Gelentium."

*Domani la seconda parte.

L' UFO di Creta

Quello che può sembrare un UFO è il Disco di Festo. Il disco in terracotta, di 16 cm. di diametro e 16 mm. di spessore, è stato trovato nella città di Festo sull'isola di Creta nel 1908 da una spedizione italiana guidata dall'archeologo romano L. Pernier e dal roveretano F. Halbherr. Datato intorno al 1700 a.C. è ricoperto di simboli impressi in ambo i lati con stampini quando l'argilla era ancora fresca. I simboli, che in totale sono 241, sono rimasti anora indecifrati. 

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