Il testamento del cedro
Addio! Piazza Armerina, città dell'anima mia. Io, il Cedro del Libano.
Testamento olografo, stilato di mio pugno, due minuti prima di ritornare, alle ore 7.00, martedì, 4 aprile, 2017, nel grembo materno di Gea, Magna Mater.
<<Sono il Cedro del Libano, abito nella Piazza del Generalone, sono, quindi, un signore di tutto rispetto, alto circa 20 metri, ho la veneranda età di circa 150 anni (scusate l’approssimazione, allora, non c’era l’anagrafe degli alberi, anzi, mi correggo, qualche anno fa, purtroppo, i registri sono stati divorati dall’ennesimo incendio doloso, che mani sacrileghe appiccarono alla pineta secolare, fiore all’occhiello del bosco di Bellia). Con la morte nel cuore, lascio a voi, miei cari concittadini, l’immenso patrimonio storico-culturale (la Cattedrale, le cento chiese, il Palazzo Trigona e gli altri Palazzi e Monumenti, la Villa Garibaldi, la Villa Roma, i Mosaici del Casale, Patrimonio Unesco), la vita e le opere degli uomini illustri di Piazza Armerina. Non lasciateli nell’oblio. Essi parlano ancora attraverso la Bibbia, la Costituzione Italiana e la Carta Ecumenica di Strasburgo. Vi affido, anche, i ragazzi e i giovani. Non posso, certo, svelare i loro segreti. Posso solo dire che, comunque, oltre alle reciproche dichiarazioni d’amore, essi custodiscono, gelosamente, nei loro cassetti tanti sogni, che vogliono realizzare nella nostra terra>>.
Antonino SCARCIONE
cronarmerina.it
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