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Cronarmerina - Aprile 2025

Fontana Miniera Grottacalda/n. 41

 
Questa è la Fontana n. 41 che si trova presso la Miniera di Grottacalda. La particolarità che la contraddistingue è lo stemma sopra il foro da dove fuoriesce l'acqua. Lo stemma, scolpito sulla pietra è sormontato da una corona di nobile (forse di marchese). All'interno, nella parte superiore della fascia orizzontale presenta 3 stelle a 6 punte che ricordano quelle dello stemma della famiglia Pennisi di Acireale, nella parte inferiore della fascia 3 fiori e in basso un teschio con ossa incrociate.
I Pennisi baroni di Floristella erano proprietari delle miniere di Grottacalda e Floristella. Un importante rappresentante di questa famiglia fu Agostino Pennisi (Acireale 1832-1885) imprenditore e numismatico ricordato sia per la costruzione nel 1873 dello stabilimento dei bagni termali e del vicino Grand Hotel des Bains ad Acireale, sia per la vasta collezione ereditata e ampliata di monete greco-sicule e romane conservata al museo di Siracusa. Inoltre, Agostino Pennisi è ricordato per l'impulso imprenditoriale al processo di estrazione e lavorazione dello zolfo nelle sue miniere. In quella di Floristella, fece erigere un grande palazzo utilizzato come dimora di famiglia e luogo di ricerca e sperimentazione. Tutto ciò non potè alleviare i sacrifici di tanti nostri antenati per un pezzo di pane.
Gaetano Masuzzo/cronarmerina  
  • Pubblicato in Fontane
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Riflessi poetici

 
Questa è la copertina della nuova raccolta di poesie dove si trovano anche quelle di un nostro concittadino, Roberto Lavuri. Lui ha contribuito con sette componimenti tra i quali c'è 
 
Un istante
 
Un istante ti sfiora, ti tocca
e fugge come un amante colto
sul fatto
un istante è vita che passa veloce
ma è un ricordo che vive per sempre
un istante è un pensiero che torna
che torna sul filo del tempo.
E' un battito del cuore 
che come mille battiti
ha lo stesso suono,
un istante per pensare, per ridere
per amare, ma anche per morire
un istante nell'eterno è una goccia
che non cade mai. 
 
Roberto Lavuri
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina 
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Edicola n. 31

 
Devo ammetterlo, Piazza non finisce di stupirmi, guardate dove trovo un'edicola.
L'Edicola Votiva n. 31 si trova Sotto Santa Chiara (un prolungamento di via S. Chiara, traversa della via Umberto). E' un'edicola formata da un quadro della Sacra Famiglia, racchiuso in un incavo rettangolare e protetto da uno sportello con della rete metallica (quella che si usava per le stie delle galline). Ma non è tanto la "teca" che sorprende, nel nostro censimento ne abbiamo viste di tutti i colori, ma il sito dove si trova. 
Come si vede bene nella foto si trova "sötta u balatöngh" di un balcone e "sövra a porta d 'n garàgg". Inoltre, nella parte inferiore, spostata sulla destra (probabilmente perché doveva far posto all'ampliamento del garage) e sostenuta da una barra di ferro per ovviare all'assenza dei chiodi che la tenevano murata, c'è una semplice lapide in marmo con una frase nientepopodimenoché del VII Vescovo della Diocesi di Piazza Armerina, Mons. Mario Sturzo (1861-1941). 
La frase è la seguente 
 
Gesù, Maria e Giuseppe       
Liberatemi
Dal Contagio della Moda
Ave Maria
+ Mario Vescovo
 
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it
 
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Data corretta per Matteo Trigona

Lapide nella cappella Trigona in Cattedrale - P. Armerina
 
 Citazione su "Novelle Letterarie" del 1762
 
 
Nei post di domenica 16 e di mercoledì 19 agosto u.s. avevo riportato il 29 giugno 1754 come data della morte dell'arcivescovo di Siracusa, il piazzese mons. Matteo Trigona Palermo, dei baroni di Imbaccari Sottano e Terra di Mirabella. Invece, avendo visionato una lapide nella nostra Cattedrale e approfondendo la ricerca, devo correggerla. Infatti, sia nella lapide su un arco della cappella Trigona in Cattedrale (foto in alto) e sia nel volume/catalogo recuperato su internet "Novelle Letterarie" stampato a Firenze nel 1762 (foto in basso), la data della morte è il 23 febbraio 1753. Inoltre, sull'altro arco della cappella, c'è un busto di un prelato che dovrebbe essere proprio quello di mons. Matteo Trigona Palermo, che sovrasta un'enorme aquila con lo stemma della famiglia, in ricordo del suo specifico intreressamento alla realizzazione della cappella per il Santo ritenuto parente patrono della famiglia dei Trigona, San Bartolomeo Trigona.   
Per quanto riguarda il gesuita Padre Saverio Vita, che recitò l'orazione funebre in onore dell'Arcivescovo durante il funerale svoltosi nella nostra Cattedrale, consultando il volume Storia Ecclesiatica del Villari¹, si apprende che proprio in quell'anno, il 1753, egli risultava nell'Elenco nominativo dei Padri Gesuiti docenti nel Collegio di Piazza col nome completo di VITA Saverio Maria
L'importante è ammettere gli errori e, possibilmente, correggerli quanto prima.
 
¹ Litterio VILLARI, Storia Ecclesiastica della città di Piazza Armerina, Soc. Mes. Di Storia Patria, MESSINA 1988, p. 446.
cronarmerina.it
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Discorso di apertura del Presidente

 
Il Presidente FPICA Giuseppe Portogallo al Convegno
Piazza Armerina, 24 agosto 2015, Museo Diocesano
 
Buonasera e benvenuti.
Nella mia qualità di Presidente, socio Fondatore e promotore della FPICA¹ desidero ringraziare tutti Voi e le Autorità presenti per la disponibilità a partecipare a questo incontro e per il supporto che molti di voi, a vario titolo, hanno dato alla FPICA in questi 8 anni di esistenza e per la realizzazione di questo Evento che segna l'avvio di manifestazioni per commemorare e valorizzare la figura storica del nostro concittadino Prospero Intorcetta S.J.² missionario in Cina poco conosciuto nella nostra città e nella nostra Sicilia, ma ben noto in Cina. E quello di Prospero Intorcetta non è certo il primo caso tra quello di illustri italiani, antesignani di grandi imprese, che dovettero tante volte aspettare a lungo prima di esser tirati fuori da quel dimenticatoio in cui erano stati posti prima di poter ricevere la giusta rivendicazione nella loro osteggiata lode. 
Prendendo spunto da un'annotazione fatta da un celebre sinologo³, Pasquale D'Elia S.J., si potrebbe citare l'esempio di sinologi italiani che hanno dovuto aspettare molto tempo prima di aver riconosciuto il merito di antesignani della sinologia. Come scriveva lo stesso D'Elia in un passo de 'L'Italia alle origini degli studi sulla Cina': "[...] più di un secolo prima che si mettessero a scrivere i primi sinologi francesi, più di due secoli prima che mettessero piede in Cina coloro che con gli anni diventeranno i primi sinologi inglesi, tre secoli prima dei sinologi tedeschi e americani, l'Italia aveva già dato i massimi sinologi, stimati e ammirati oggi come ieri dalle più alte intelligenze cinesi, massimi non solo tra gli italiani, ma tra tutti." Tra questi italiani, la cui fama di predecessori è contesa da altri, molti sono i siciliani, e per citarne qualcuno facciamo i nomi di: Luigi Buglio, Nicola Longobardo, Francesco Bracati e Prospero Intorcetta. 
Nel corso della serata conoscerete meglio il nostro concittadino e come attraverso la sua commemorazione e valorizzazione del suo operato si possono creare opportunità per la nostra città tenendo conto che il nostro concittadino è nato a Piazza Armerina, è vissuto in Cina per 37 anni, morto ad Hangzhou* ed è sepolto nel Cimitero Cattolico di Hangzhou da lui realizzato. 
Opportunità che vanno dagli scambi culturali, turistici e commerciali tra la nostra città e quella di Hangzhou in Cina. Sicilia e Cina, due mondi lontani nello spazio e nella cultura, due entità geograficamente diverse, l'una realtà regionale italiana ed europea, l'altra universo di specifiche particolarità. Entrambe si scrutano da lontano, incuriosite dalla propria diversità e attratte dalle proprie risorse in un crescendo di rapporti a cui da anni contribuisce l'operato delle rispettive istituzioni, operatori economici siciliani ed emigrandi siciliani. 
La Cina, sulla scia di greci, arabi, normanni e spagnoli, guarda con grande interesse alla Sicilia, ravvivandone l'antico ruolo di crocevia economico e culturale nel Mediterraneo.
Giuseppe Portogallo
Presidente/Socio Promotore - Fondatore/Finanziatore
Fondazione Prospero Intorcetta Cultura Aperta
 
¹ FPICA = Fondazione Prospero Intorcetta Cultura Aperta;
²Con la sigla S.J. s'intende "Societas Jesu" ovvero Compagnia di Gesù/Compagnia dei Gesuiti;
³Il sinologo è lo studioso/esperto della civiltà cinese;
*Città di oltre 6 milioni di abitanti a ca. 1300 Km. a Sud di Pechino.  
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina
  
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Resoconto del Convegno

 
Giuseppe Portogallo e Don Antonino Scarcione al Convegno
 
Resoconto del Convegno  
del 24 agosto 2015
 
"Prospero Intorcetta S.J., un piazzese nella Cina del XVII sec."
 
Successo di pubblico e di critica del Convegno di studi su Prospero Intorcetta. La Fondazione a lui intitolata ha organizzato al Museo diocesano un'interessante giornata, nella quale illustri personalità del mondo accademico e della cultura hanno dato il proprio contributo nell'intento di tracciarne un profilo, il più aderente possibile alla realtà. Numerose le tematiche trattate, tra le altre: I Soci fondatori, onorari e istituzionali della Fondazione in Italia, in Cina e in Argentina (Giuseppe Portogallo, Imprenditore in Cina), Storia e futuro della fondazione (Nino La Spina, Direttore ICE a Pechino), Prospero Intorcetta, un Piazzese nella Cina del XVII sec. (M. Luisa Paternicò, docente di cinese alla "Sapienza" di Roma), la Personalità di Prospero Intorcetta attraverso lo studio grafologico dei suoi scritti (Jennifer Taiocchi, grafologa, docente nelle Università di Sicilia). L'Arch. F. Savoca e lo Scultore A. Salemi hanno illustrato i monumenti in pietra arenaria che saranno eretti davanti la piazzetta antistante la biblioteca e la chiesa di Sant'Ignazio e in Cina. Moderatore, l'Assessore alle Politiche sociali, il Prof. Sergio Severino.
Particolarmente efficace l'intervento della Prof.ssa J. Taiocchi, che, tra l'altro, confrontando i manoscritti di Intorcetta con quelli di Ignazio di Loyola, Albert Einstein e Papa Francesco, ha evidenziato che anche il missionario piazzese, traduttore europeo di Confucio, era fornito di ferrea volontà realizzatrice in una personalità protesa verso il futuro.
S. E. il Vescovo Mons. Rosario Gisana, S. E. il Prefetto, il Dott. Fernando Guida e il Sindaco, Dott. Filippo Miroddi hanno porto i saluti ai convegnisti. Insieme ad un folto pubblico di dirigenti, docenti delle scuole di ogni ordine e grado e professionisti di Piazza Armerina ed Aidone, che hanno seguito i lavori con attenzione ed interesse, erano altresì presenti i soci della Fondazione.
Il pubblico ha apprezzato, negli intervalli, i brani musicali, in latino, giapponese e francese, diretti dal maestro Walter Mannella. Gianluca Furnari ha eseguito al piano un brano della colonna socnora di E. Morricone, tyratto dal film "The Mission". Don Antonino Scarcione, invitato a trarre le conclusioni, ha fatto un rapido elenco di iniziative funzionali alle finalità istituzionali. Premio a personalità, distintesi nei rapporti Italia-Cina (Scrittori, giornalisti, uomini d'affari), a tesi di laurea, a componimenti nelle elementari, medie e superiori. Promozione di interscambio culturale Italia-Cina e viceversa. Rivisitazione della toponomastica, con eventuale intitolazione della piazzetta dove sorgerà il monumento a Prospero Intorcetta. Appello alla venuta di nuovi soci.
Dopo il ringraziamento alle autorità civili militari e religiose, ai presidenti delle varie associazioni, ai dirigenti delle scuole di ogni ordine e grado, ha evidenziato il supporto organizzativo fornito dal presidente del Nobile quartiere Monte, F. Rausa, e della presidente e soci dell'Uciim, Prof.ssa M. La Malfa, ha concluso citando le parole della studentessa, Serena Riccobene, di Trapani, laureata con lode all'Università di Siena con la tesi sul gesuita piazzese, primo traduttore di Confucio "E' di grande onore per tutti noi siciliani sapere che delle persone illustri, che ho avuto il piacere di conoscere personalmente, quali i soci istituzionali, si siano presi cura di costituire una Fondazione dedicata al nostro Intorcetta, il 28/12/2007, per valorizzare la figura storica del grande gesuita, nonché per promuovere e valorizzare la realtà territoriale".
 
Don Antonino Scarcione
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina
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Convegno su Intorcetta

Lunedì prossimo, 24 agosto 2015, alle ore 18:00
si svolgerà presso il Museo Diocesano, accanto alla Cattedrale, 
un convegno dedicato al nostro concittadino gesuita 
Padre Prospero Intorcetta 
dal titolo
 
"Prospero Intorcetta S. J.
un piazzese nella Cina del XVII secolo"
 
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina
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1732 L'arcivescovo Matteo Trigona/2

Chiesa di Sant'Anna anni 30, inaugurata nel 1745

 2

(dalla 1^ Parte) Per la preziosa collaborazione con l'architetto siracusano Rosario Gagliardi (Siracusa 1690 ca. - Noto 1762), il nome di mons. Matteo Trigona Palermo (1679-1754)1, già canonico nella nostra Chiesa Madre, poi Abbate Commendatore della Basilica La Magione di Palermo e, per questo, Deputato del Regno al XIII posto e Capo del Braccio Ecclesiastico del Parlamento Siciliano dal 1741 al 1746, lo troviamo menzionato in decine di progetti, consacrazioni e inaugurazioni2 oltre a quello, ovviamente, relativo al proprio palazzo3 di Piazza che sorse a est del Duomo all'inizio del Settecento in accordo col fratello minore, Ottavio VIII barone di San Cono Superiore (1680-1757). Nella nostra Città nel 1742 (per altri il 21 ottobre dell'anno seguente) consacrò il Duomo, nello stesso anno inaugurò le facciate delle chiese di Santo Stefano e di San Francesco e nel 1745 inaugurò la chiesa di Sant'Anna (nella foto) che, in uno studio (Noto, marzo-giugno 2013) l'architetto palermitano Domenica Sutera4 presume sia stata opera proprio del Gagliardi o, quanto meno, sia stato l'elaboratore di un progetto di massima, e chissà se non ci sia stato un suo intervento anche nel grande Palazzo di famiglia. Nell'ottobre del 1747 mons. Trigona fu dimesso dalla carica vescovile probabilmente per motivi di salute, lasciando la sua Arcidiocesi di Siracusa il 6 maggio 1748. Ritiratosi a Piazza venne nominato arcivescovo titolare (non residenziale) di Iconio (oggi Konya, in Turchia). Morì il 29 giugno 17541, all'età di 751 anni. Il suo funerale fu celebrato nel nostro Duomo, ove aveva chiesto di essere sepolto, con l'orazione funebre recitata dal Gesuita P. Saverio Vita1.
 
1 La data della morte è stata corretta col 23 febbraio 1753, pertanto morì all'età di 74 anni. Per maggiori dettagli vedi il post Data corretta per Matteo Trigona. Nello stesso post si trovano altre notizie sul padre gesuita Saverio Vita.
2 Le consacrazioni e inaugurazioni riguardavano le chiese Madri di Militello in Val di Catania, Lentini, Vittoria, Riesi, Licodia Eubea etc. Inoltre, nel 1739, come ricorda una scritta scolpita sul busto-reliquiario d'argento di S. Marciano (O. Garana, I Vescovi di Siracusa, 1994), affidò a Placido Furnari e Gaetano Martinez da Messina il restauro del busto argenteo di S. Marciano protovescovo (primo vescovo) di Siracusa (I sec. d.C.).
3 Il palazzo probabilmente fu voluto dal padre Luigi (o Aloisio, 1650-1715) I barone nel 1693 di Imbaccari e Terra di Mirabella, ma portato avanti e realizzato dai fratelli Matteo e Ottavio nella prima metà del Settecento e non nell'anno 1690, riportato in alcuni testi, che li avrebbe visti appena fanciulli. Però, invece di prendere il nome di Imbaccari e Mirabella (per i titoli dei baroni Luigi e Matteo) o di San Cono (per il titolo del barone Ottavio), il palazzo fu poi chiamato della Floresta perché il nipote diretto di Ottavio, Ottavio Maria (1733-1785), fondatore tra l'altro del centro abitato di San Cono nel 1784, sposò nel 1763 Girolama Ardoino e Celestre dei principi di Polizzi e dei marchesi della Floresta e loro due furono i primi ad abitarlo.
4 Domenica Sutera è l'autrice de La Chiesa Madre di Piazza Armerina, dalla riforma cinquecentesca al progetto di Orazio Torriani, Ed. Lussografica, Caltanissetta 2010.
cronarmerina.it
 
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1732 L'arcivescovo Matteo Trigona/1

Nel post dell'1 dicembre 2013, dedicato agli "ecclesiastici della Famiglia Trigona" , avevo elencato gli appartenenti a questa antica famiglia piazzese che hanno ricoperto cariche ecclesiastiche a tutti i livelli. Fra questi ne avevo inserito 4 tra Vicari Apostolici, Vescovi e Cardinali. Oggi inizieremo a conoscerli un po' di più, come al solito in maniera CRONOLOGICA, anche se le notizie sono risultate in alcuni casi frammentarie come nel caso di mons. Benedetto Maria Trigona della Floresta, che considereremo come 4^ Personalità cronologica. Di lui si sa soltanto che era figlio di Trigona Ottavio Concetto III marchese della Floresta nonché Patrizio/Sindaco di Piazza nel 1823, diretto dicendente di Ottavio (1680-1757) III barone di Imbaccari Sottano, fratello minore di Matteo Trigona arcivescovo di Siracusa nel 1732. Inoltre, egli fu Vicario del Capitolo della Cattedrale e, per questo, fu chiamato a reggere la Diocesi di Piazza dal 1867, anno della morte del IV vescovo mons. Cesare Agostino Sajeva, sino al 1872, anno di nomina del V vescovo, mons. Saverio Gerbino. Passiamo alle altre tre: 
 

L'arcivescovo Matteo Trigona Palermo (1679-1754)¹

 1
La 1^ Personalità importante della famiglia Trigona in ambito ecclesiastico è rappresentata da mons. Matteo Trigona Palermo (nella foto), maggiore dei tre figli del piazzese Trigona Luigi (o Aloisio, 1650-1715) I barone di Imbaccari Sottano e Terra di Mirabella, avuto dalla 1^ moglie, Palermo Prudenza dei baroni di Gallitano, sposata nel 1674. Il nome scelto dal padre era come quello del nonno, Matteo (n. 1632) IV barone di San Cono Superiore, e anche come il suo avo nato nel 1485, Matteo (nei documenti anche Giovanni Matteo) barone di Montagna di Marzo figlio diretto di Nicola, capostipite dei Trigona di Piazza proveniente da Mazzarino e prima ancora da Mistretta. Matteo, nato nell'aprile del 1679, alla morte del padre divenne II barone di Imbaccari Sottano e Terra di Mirabella, ma rinunciò al titolo in favore del fratello Ottavio, quando, nel 1732, divenne Arcivescovo ovvero Vescovo dell'Arcidiocesi di Siracusa, subito dopo essersi laureato nell'aprile dello stesso anno in Sacra Teologia alla "Sapienza" di Roma. Anni prima, precisamente nel 1714, era stato tra coloro che erano fuggiti da Piazza per rispettare l'interdetto del vescovo diocesano Riggio, nella famosa controversia liparitana. Il suo nome è ricordato soprattutto perché i suoi 16 anni di apostolato lo videro impegnato nella ricostruzione delle chiese madri e di alcuni monasteri femminili della sua grande Diocesi, andati distrutti nel terremoto del 1693, servendosi quasi sempre della perizia tecnica e dell'affidabilità progettuale dell'architetto siracusano Rosario Gagliardi (1690 ca.-1762)². (continua)

¹ La data della morte è stata corretta in 1753. Per maggiori dettagli vedi il post Data corretta per Matteo Trigona

² «Rosario Gagliardi, considerato, insieme a Giovan Battista Vaccarini, il protagonista di maggior talento del XVIII secolo, nell'ambito della Sicilia sud-orientale. La vita professionale dei due architetti si svolse praticamente in contemporanea, anche se sembra che essi non siano mai entrati in contatto. [...] Così come il Vaccarini, Gagliardi era figlio di un falegname ma, a differenza del collega palermitano, il suo ingresso nel mondo del lavoro avvenne seguendo le orme paterne. Con la qualifica di «fabri Lignarius» (carpentiere) lo ritroviamo infatti a Noto a partire dal 1713, quando iniziò a lavorare nel monastero di Santa Maria dell'Arco. Tre anni dopo viene citato nei documenti ancora come semplice «magistro». [...] La sua formazione si completò presumibilmente presso il collegio dei Gesuiti di Palermo dove risulta presente nel 1726» (Le città tardobarochhe del Val di Noto nella World Heritage List dell'UNESCO, saggi introd. Mariella Muti... [et al.], testi di Stefano Piazza, Rosario Gagliardi, Cap. II, Edibook Giada, Palermo 2008, p. 66).
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it

          

 

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Edicola n. 30

 
Questa è l'Edicola Votiva n. 30 ed è tra le più piccole e semplici del mio censimento. Si tratta dell'Edicola di via Seminario, dedicata alla Sacra Famiglia, a pochi metri dalla piazza Garibaldi e dalla chiesa delle Anime del Purgatorio. Infatti, la si scorge anche dalla via Umberto, specie di sera perché rimane illuminata. 
La via Seminario prese questo nome dalla II metà dell'Ottocento. Cioè subito dopo che il IV vescovo della Diocesi di Piazza, l'agrigentino Cesare Agostino Sajeva (1794-1867), ottenne il permesso nel 1859 di aprire il Seminario Vescovile (o Seminario Clericale) nell'ex convento dei Domenicani. Oltre all'autorizzazione, l'altro fattore decisivo fu la raccolta dei fondi a Piazza e in tutti i paesi della Diocesi, voluta dal Vescovo con l'istituzione di una Tassa Speciale pro Seminario.
Gaetano Masuzzo/cronarmerina      
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