Porte della Città/dell'Ospedale
La Porta dell'Ospedale in via Roma, venendo dalla Taccùra |
Via Roma, dov'era la Porta dell'Ospedale, |
La quarta porta di cui conosciamo l'esistenza è quella chiamata Porta dell'Ospedale altrimenti chiamata Porta Taccura (o Tacura, Tachura, Altacura), per la zona di provenienza dell'unica via in quel versante. A noi Piazzesi questo nome (dell'Ospedale) può sembrare completamente fuori "luogo", in quanto la nostra memoria (molto recente rispetto ai secoli) ci ricorda soltanto un sito che può meritare questo appellativo, quello dell'Opedale "Chiello", al Monte. Invece, in 9 secoli di storia, il nostro ospedale ha cambiato per 7 volte il nome e per 5 volte la sede (dedicheremo altre puntate agli Ospedali della Città). Le prime notizie, nei pressi del centro abitato, di un ospedale, se così poteva chiamarsi in quel periodo, sono quelle che ci portano al 1142, quando il conte Simone Aleramico si riserva un'area all'altezza della chiesa di S. Barbara, nell'odierna via Roma, che destina a ospizi e ostelli, idonei a curare i cittadini lombardi e ad assistere i viandanti e i pellegrini, Questi ospizi "Ospedali" sono retti da frati appartenenti all'Ordine di S. Giacomo d'Altopascio (Lu), tra i quali esiste una prevalenza di elementi ospedalieri su quelli militari. Già, quarant'anni prima, questi Cavalieri, al seguito de conte Enrico Aleramico, cognato del conte Ruggero I d'Altavilla, avevano fondato un ospizio-ospedale, Domus Hospitalis dedicato a S. Giacomo, alle porte dell'odierno abitato a pochi metri dall'ingresso del cimitero comunale. L'Ospedale-Ospizio rimane in quella zona di S. Barbara, appunto chiamata dell'Ospedale, sino al 1420, quando la nobile Giacoma Villardita (o Velardita) lo trasferisce nei pressi della sua abitazione al Monte, dove assume il nome di Ospedale di S. Calogero e di S. Maria degli Angeli. E' ovvio che la porta, a pochi passi dall'Ospedale, non poteva non prendere quel nome di semplice memoria e di chiara ubicazione che si trovava lungo la strada anch'essa denominata dell'Ospedale. Questa porta regolava il passaggio dalla parte Sud-Est, ed era considerata di vitale importanza per la breve distanza dal Piano del Borgo, oggi Piazza Garibaldi, e dal Piano di S. Rosalia, specie nel periodo d'espansione della Città dall'originario quartiere verso la parte più bassa (secc. XVI e XVII). Inoltre, era l'unica porta esistente in quella zona, perché per trovarne un'altra, quella Catalana, si dovevano percorrere oltre 400 m., costeggiando le mura nelle odierne vie Mendozza e Stradonello, che difendevano dall'alto, il fianco Sud della Città molto più impervio.
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