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Cronarmerina - Novembre 2024

La seconda Meridiana

 
 
Ed eccovi la seconda Meridiana di Piazza. E' quella che si trova proprio sul cantone a dx del Palazzo del Municipio, già Monastero dei Benedettini dal 1622, prima ancora proprietà della famiglia Tirdera e, ancora prima, proprietà della famiglia Cagno-Villanova, come dimostra lo stemma sulla porta del Caffè del Centro. Questa meridiana verticale di tipo "ora italica" è rivolta a Sud. Inoltre, manca del gnomone, forse tolto nell'ultimo restauro perché ritenuto "antiestetico". Ma anche senza questo gnomone, si può dedurre che la sua ombra avrebbe disegnato una linea quasi retta dal basso verso l'alto, mentre il sole avrebbe fatto il percorso inverso, abbassandosi all'orizzonte per tramontare.
Ovviamente questo dimostra come la Piazza Garibaldi, nella metà del '600 chiamata Piazza Pescara o Foro Pescara, era molto frequentata, essendo diventata il nuovo centro della Città. Il centro non era più Piazza Santa Maria Maggiore, forse perché in questa piazza erano in pieno attività i lavori per l'abbattimento e la ricostruzione del nuovo Duomo, voluto dal barone Marco Trigona, iniziati nel 1605.  E la terza? Nel prossimo post sulle Meridiane.
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Soluz. Aguzzate la vista n. 9

Vico Paternicò

Come potete vedere, la strada chiamata da un visitatore del blog a van'dduzza è vico Paternicò. Collega la via San Nicolò con la via Campagna di San Martino ed è la strada più stretta di Piazza. Nella parte più larga misura cm 60, in quella più stretta cm 52, per passare bisogna girarsi di 90°. 

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La lettura della Meridiana di Fundrò

Risolto il mistero della lettura

Grazie al consiglio di un amico di consultare il sito vialattea.net e, soprattutto, ai chiarimenti inviati dal visitatore/specialista del blog, Fabio Garnero, è stato possibile capire cosa indicano i numeri e, quindi, come si legge la Meridiana di Fundrò. Intanto si tratta di una meridiana verticale, in uso sino alle disposizioni napoleoniche, per poi essere abbandonata per la moderna lettura delle ore. Questo tipo di meridiana si chiama di tipo "ora italica" e le ore che vi sono scolpite indicano l'ora di luce trascorsa dall'ora del tramonto precedente. Siccome per "ora del tramonto" è considerata la "24" (che non si vede scolpita perché il quadrante guarda a oriente, più precisamente a Sud-Est), se l'ombra del gnomone (il ferro in alto al centro) indica "11", vuol dire che sono trascorse 11 ore dal precedente tramonto (delle 24), e sottraendo da 24 l'11 si ottengono le ore che mancano al prossimo tramonto delle 24 (cioè 13). Se l'ombra segna, come nel caso della foto, il 18, vuol dire che ne sono trascorse 18 e ce ne vorrano (24-18=6) 6 per il prossimo tramonto delle 24. E' ovvio che per noi, che siamo abituati a leggere i nostri orologi formati da 12 numeri (infatti le lancette delle ore sui quadranti compiono due giri), è un po' difficile adattarci a questo modo di leggere l'ora adottato sino a due secoli fa. Se noi oggi ci servissimo della meridiana dovremmo rispondere alla domanda "Che ore sono?" così: o "18 dal tramonto" o "6 al tramonto". Chiaro no!? Inoltre, e questo complica ulteriormente la lettura a noi moderni piazzesi, occorre tenere conto che questa è una meridiana posta su un edificio di culto dei Benedettini che, per comunicare l'ora di raccolta in chiesa per le preghiere del vespro ai fedeli, avevano pensato bene di anticipare le ore di circa 30 minuti.
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Piazza Martiri d'Ungheria

Piazza Martiri d'Ungheria ha avuto nei secoli diversi nomi. Il primo che si ricorda è quello di Piano Patrisanto, dovuto all'eremita Indulcentio, che aveva abitato la località con popolazione greca in tempi remoti ed era ritenuto dal popolo "Padre Santo". Dopo il 1609, per la presenza della "Casa di Teatini", fu chiamato Piano Teatini e successivamente, per la centralità assunta nella vita quotidiana della zona, Piano del Mercato Settimanale sino agli anni '50. Infatti, se si osserva bene la foto, sotto la scritta Martiri d'Ungheria si distingue ancora la scritta Piazza Mercato Settimanale.
La denominazione odierna è dovuta ai seguenti fatti: La Rivoluzione ungherese del 1956, nota anche come "insurrezione ungherese" o semplicemente "rivolta ungherese", fu una sollevazione armata di spirito anti-sovietico scaturita nell'allora Ungheria socialista che durò dal 23 ottobre al 10-11 novembre 1956. Inizialmente contrastata dall'Autorità per la Protezione dello Stato, venne alla fine duramente repressa dall'intervento armato delle truppe sovietiche. Morirono circa 2652 Ungheresi (di entrambe le parti, ovvero pro e contro la rivoluzione) e 720 soldati sovietici. I feriti furono molte migliaia e circa 250.000 (circa il 3% della popolazione dell'Ungheria) furono gli Ungheresi che lasciarono il proprio Paese rifugiandosi in Occidente. La rivoluzione portò a una significativa caduta del sostegno alle idee del comunismo nelle nazioni occidentali. (fonte WikipediA)
 
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Soluz. Aguzzate la vista n. 8

 
 

Poco fa è arrivata la risposta esatta di Simone. Complimenti, hai indovinato di che cosa si tratta. Infatti, è la sigla JHS (abbreviazione della traslitterazione in latino del nome Iesous, Gesù, in lingua greca antica IHΣYΣ abbreviata in IHΣ) scritta al contrario (SHJ) perché doveva vedersi dall'interno, sul vetro della grande finestra della chiesa di San Lorenzo o dei Teatini. La chiesa nel VI sec. era chiamata Santa Maria di Patrisanto ma, nel XVI secolo, prende il nome di San Lorenzo Martire di Patrisanto in omaggio all'aidonese Lorenzo I Gioeni marchese di Castiglione barone di Pietratagliata che, sposando Caterina de Cardona Branciforti, assume il patronato della chiesa al posto della famiglia Branciforti. Nel 1609 verrà chiamata "dei Teatini" per l'istituzione in quell'anno della "Casa di Teatini", la quarta in Sicilia.

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1693 U rànn t’rr’mòt

Terremoto del 1693 in Val di Noto
320 anni fa, il 9 e l'11 gennaio del 1693, la Sicilia Sud Orientale (chiamata Val di Noto) venne sconvolta da due violentissime scosse di terremoto, dell'8° e 11° grado della Scala Mercalli. La popolazione di Platia si trasferì per una quarantina di giorni sul Piano da allora chiamato "t'rr'mòt", oggi anche Campo Sportivo Sant'Ippolito. In quei terribili giorni dai Piazzesi fu esposto il Vessillo, per implorare la Beata Vergine Maria di salvarli. Ottenuta la grazia, infatti nella nostra Città non vi furono morti né grossi danni agli edifici (tranne al Collegio dei Gesuiti e alla chiesa accanto di Sant'Ignazio), i nostri antenati edificarono in detto piano una chiesa dedicata alla Madonna del Terremoto. Per comprendere veramente il disastro che vi fu, basta leggere il numero dei morti a Catania 16.000 su 19.000 abitanti, a Ragusa 5000 su 10.000, a Caltagirone 1.000 su 12.300, ad Aidone "appena" 50. In totale in Sicilia i morti furono 60.000 e tanti paesi furono costretti a trasferire il loro sito millenario a qualche Km. di distanza. Leggere anche 321 anni fa La Catastrofe.
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Le Meridiane di Piazza

La meridiana della chiesa di S. Rocco
 
Chiesa di S. Rocco, dal 1622 anche di Fundrò


A Piazza di Meridiane ne conosco tre, quella nella foto è la più conosciuta. E’ la Meridiana verticale che si trova nella facciata della chiesa di San Rocco, costruita nella seconda parte del XVI secolo e dal 18 aprile del 1622 chiamata anche chiesa di Fundrò, per l'arrivo dei Benedettini dall'Abbazia di S. Maria di Fundrò, borgo tra le città di Piazza ed Enna. La Meridiana, detta anche Orologio Solare, misura il tempo rilevando la posizione del sole, ecco perché sono indicate solo le ore diurne. Non sono riuscito a capire come mai l'ora che corrisponde all'alba (quindi le 6:00 circa) è indicata con l'11. Chiedo lumi ai competenti. Per sapere dove sono le altre due dovete aspettare i nuovi post.

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