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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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Le vie di Piazza/P - Q

Piazza Giuseppe Paladino

Dal 20 ottobre 2016 ho iniziato ad elencare tutte le strade di Piazza Armerina, con scritto accanto da dove iniziano sin dove arrivano, per meglio localizzarle. Lo scopo principale è quello di far conoscere ai Piazzesi e non il nome sia delle strade conosciute, sia delle tante sconosciute ai più e con nomi particolari. Ogni post elencherà le vie in ordine alfabetico e, per quanto è possibile, è stato messo a chi è stata intitolata. Si accettano segnalazioni di eventuali vie sfuggite nella compilazione.

P

Via PAPA PACELLI, (pontefice) da via C. Di Marco a via I. Granato
Via PADOVA, (dal 2011 via Don Milani) da via Gen. Ciancio a via Toselli
C.le PAGLIARO, nella via Carbone
P.zza PALADINO GIUSEPPE, (pittore) da via Umberto I a via Seminario
Via MONS. PALERMO, (vescovo di Piazza) da via P. Intorcetta a c.da S. Giorgio
Via PAPÈ ANTONIO, (piazzese valoroso) da via F. Cagno a via Monza
Via PAPINI GIOVANNI, (scrittore) traversa di via F. De Santis
C.le PAPPALARDO, (Salvatore, docente Regio Liceo) nella via Cucuccio
Via PARISI, (famiglia) da via Monte a via Tudisco
Via PARISI UMBERTO, da p.zza A. De Gasperi a c.da Domartino
Via PARLAGRECO CARLO, da via dr. S. La Malfa alla stessa via
Via PARLASCINO, (Mario, caduto 2^ G.M.) da via G. Matteotti alla stessa via
C.le PARLATO,(Raffaele, sindaco poi podestà) nella via Umberto I
Via PASCOLI GIOVANNI, (poeta) da via B. Croce a c.da Costantino
Vico PATERNICÒ, (famiglia) da via S. Nicolò a via Campagna di S. Martino
Via PATERNICÒ FILIPPO, da via G. D'Annunzio a via Mons. Catarella
Vico PATERNÒ, (famiglia) da piano F. Sottosanti a c.da Domartino
Vico PATRÌ, (famiglia) da via Tudisco a via Ferrante
Via PAVONE, da piano Carcere a via Muscarà
C.le PECORA, (Vincenzo, caduto 1^ G.M.) nella via G. Matteotti
Vico PECORELLA, da via Emma a vico Abisso
Via PERGOLA, da p.zza Gen. Cascino a via Celso
Vico PERGUSA, nella via S. Giorgio
Discesa PESCHERIA, da p.zza S. Rosalia a via Giurbino
C.le PETRALE, nella discesa La Rosa
Via PETRARCA FRANCESCO,(poeta) da via Machiavelli a c.da Costantino
Via PIACENZA, da via Vitt. Veneto a via Caltanissetta
Via PIAZZA FILIPPO, (sacerdote, professore e storico locale) da via L. Gebbia a c.da S. Pietro
Via PIAVE, da v.le Gen. Ciancio a v.le Gen. Muscarà
Vico PILOTTA, (Salvatore, caduto 2^ G.M.) da via S. Agostino a Largo Salvatore
Via PIRANDELLO LUIGI,(scrittore) da via S. Filippo a c.le Giarrizzo
Via PIRRO ANTONIO, (protomedico piazzese, nel 1527 operò per debellare la peste in Sicilia) da via G. Montalto a c.da Dommartino   
Via PISA, nella via Mendozza
Arco PISTOIA, da via Cannizzo a via S. Lucia
C.le PITTÀ, (Paolo, canonico insegnante Regio Liceo) nella via Iaci
Via PITTÀ, (Filippo, musicista maestro di cappella in Cattedrale) da p.zza Duomo a c.le Taormina
Arco PLATAMONE, (famiglia) da via Garibaldi a via Umberto I
Via POCOROBBA, (Concetto, caduto 2^ G.M.) da via Tudisco a via Stradonello

Largo PORTA CATALANO, da via Stradonello a via Costa Vallone di Riso

Via PORTA CATALANO, dalle vie Muscarà e Tudisco a via Stradonello
Via PRINCIPATO SALVATORE, (maestro antifascista fucilato nel 1944) da p.zza A. De Gasperi a piano Canali
Via PROCACCIANTI, (famiglia) da via S. Lucia a c.le Sottile
C.le PULICI PIETRO, (benefattore piazzese dell'Ottocento) nella via Castellina

Q

Via QUASIMODO, (Salvatore, poeta) da via Col. Tuttobene a via P. Nenni

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Le vie di Piazza/N - O

Via Noto e via Silvia

Dal 20 ottobre 2016 ho iniziato ad elencare tutte le strade di Piazza Armerina, con scritto accanto da dove iniziano sin dove arrivano, per meglio localizzarle. Lo scopo principale è quello di far conoscere ai Piazzesi e non il nome sia delle strade conosciute, sia delle tante sconosciute ai più e con nomi particolari. Ogni post elencherà le vie in ordine alfabetico e, per quanto è possibile, accanto è stato messo a chi è stata intitolata. Si accettano segnalazioni di eventuali vie sfuggite nella compilazione.

N

Via NAPOLI, (famiglia) da via Mons. Sturzo a p.zza A. De Gasperi
C.le NASCA, (famiglia) nella via Giacomo Matteotti
S.ta NASCA, (famiglia) da via Cannizzo a via Stradonello
Via NEGRI ADA, (poetessa) da via Machiavelli a c.da S. Croce
Via NENNI PIETRO, (politico) da via Guido Grassi a via Col. Tuttobene
Vico NICOSIA, nel viale Della Libertà

Piazza NICOSIANO MICHELE, (sacerdote) da largo s. Martino/via Roccazzella a via S. Nicolò/via Campagna S. Martino
Via NOTO, da via Silvia a c.da Domartino
Via NORMANNI (DEI), 3^ traversa di via Papa Roncalli

O

Via OLIVERI, (Francesco, insegnante Retorica R. Liceo 1857) da via Carbone a via Pergola
Via OLMO, da via G. Matteotti a via S. Principato
Via ORFANOTROFIO, (Casa per Bambine Orfane del barone Marco Trigona) da via Monte a via Misericordia
Via ORLANDO ROBERTO, (maestro di musica) da via V. Alfieri a c.da Aldovino
Via ORLANDO VITTORIO EMANUELE, (politico) da via F. Guccio a via Mons. G. La Vaccara
Vico ORLANDO, (Andrea, caduto 1^ G.M.) da via Orfanotrofio a via Montalto
Via OTTO MARZO, (giornata internaz. della donna) da via A. Moro a via Col. Tuttobene

cronarmerina.it

 

Novità sugli organi in Cattedrale

Ritratto di Donato Del Piano, P. Scarano, Casa Comunale, Grumo Nevano (NA)

Ecco perché internet è un mezzo formidabile. Il 16 giugno scorso¹ ricevo un commento riguardante il post “I due organi della Cattedrale” pubblicato due giorni prima su questo sito, dove Antonio Barbera mi faceva notare che aveva letto su un recente studio su Donato Del Piano ² (1704-1785) che “entrambi gli organi erano stati realizzati da Del Piano successivamente uno ricostruito da Pacifico Inzoli” e, molto diligentemente, allegava il link per leggere l’interessantissima ed esauriente pubblicazione dell’anno scorso di Franco PEZZELLA, Donato Del Piano homo virtuosissimo di far organi e cimbali, Istituto di Studi Atellani, in F. MONTANARO Collana PAESI E UOMINI NEL TEMPO-35, 2016. Eccovi i passi più interessanti per dare a Del Piano quello che è di Del Piano: <<Tra il 1740 e il 1743 Donato Del Piano è attivo nella cattedrale di Piazza Armerina ove realizza due grandi organi, di cui uno solo ancora esistente (l’altro è stato rifatto da Pacifico Inzoli a fine Ottocento), posti l’uno di fronte all’altro, al fine di consentire esecuzioni policorali e restaura l’organetto del capitolo della stessa chiesa, non più in loco. Dalle fonti si ricava che Donato intervenne successivamente più volte nel restauro e talvolta anche nel rifacimento di questi organi. Ulteriori rifacimenti e restauri sono stati operati una prima volta nel 1871 da Giovanni Platania, come documenta un’iscrizione posta all’interno della cassa, e più recentemente, nel 2000, da Francesco Zanin. Nella veste attuale l’organo (fig. 10) superstite si presenta, inserito in un’elegante veste barocca color crema con intagli dorati, frutto della fantasia e dell’impegno dei Turrisi, maestri intagliatori catanesi artefici di diverse opere d’arte lignee nelle chiese della zona, alloggiato nella cantoria posta nell’ultimo intercolunnio a destra della navata centrale, immediatamente prima del transetto. Le quarantuno canne con bocche allineate e labbri superiori a mitria da cui è composto sono distribuite in cinque campate cuspidate tranne le due intermedie che si presentano ad ali divergenti. Elementi ornamentali di ogni sorta arricchiscono oltremodo l’impianto architettonico: dalle paraste modanate adorne di capitelli ai peducci acantiformi, dalle ghirlande alle conchiglie, dai lambrecchini posti alla sommità delle campate ai trofei laterali e al medaglione sorretto dai festoni che corona la mostra, per finire ai due grandi angeli musicanti che dominano l’intero prospetto. La presenza di due angeli raffigurati nell’atto di suonare una tromba è un’evenienza molto rara nell’organaria italiana: potrebbe avere radici forse nell’arte organaria iberica; esempi simili in Italia sono noti in Piemonte (Torino, Real Chiesa di San Lorenzo), Lombardia (Grosotto, So, Santuario) Calabria (Cetraro, Cs, Chiesa di San Benedetto) e Campania (Grottaminarda, Av, Chiesa di Santa Maria Maggiore). Lo strumento non si discosta molto, nella tecnica, dagli organi precedenti, se non per il numero dei registri, ammontanti a ben quattordici (tra cui la Voce flebile, la Voce languente, i Bassi e i Soprani), azionati da quindici tiranti lignei a pomello, posti in due colonne a destra del manuale (14,1), per la tastiera, che conta cinquanta tasti (estensione Do1 – Fa5) ricoperti in bosso nei diatonici ed ebano nei cromatici e il numero dei mantici, ben tre del tipo “a cuneo” con azionamento manuale a stanga. La pedaliera (estensione Do1 – Si1), non originale, fu rifatta nel 1871>>. Dallo studio sopra riportato si deduce che ambedue gli organi presenti nella nostra Cattedrale furono realizzati e restaurati anni dopo dal più grande organaro italiano del XVIII secolo e, come riporterò in altri post su questo sito, la sua opera a Piazza non si concluse qui, perché il suo ingegno lo troviamo applicato per altri tre organi e per un’attività filantropica importante che sconoscevo. Mentre l’organaro Pacifico Inzoli, coadiuvato dai figli Lorenzo e Giuseppe, rifece quello di sinistra nel 1886, come è giustamente riportato nella scheda regionale che descrive l’organo che possiamo ammirare oggi.

¹ Notizia del 15 settembre 2017 riportata da StartNews.it dove allegato c'è il decreto della Regione Siciliana del giorno prima: <<Finanziato il restauro dell'antico organo della Cattedrale>>. Dall'articolo sullo stesso tema apparso sul settimanale Diocesano Settegiorni dagli Erei al Golfo a firma di Carmelo Cosenza, si apprende che: <<L'unico intervento di rilievo (n.d.r. sull'organo), comportante lo smontaggio di tutto il materiale fonico, avvenne nel 1962 ad opera degli eredi della ditta Inzoli, i fratelli Bonizzi>>.

² Nel febbraio 2018 non esiste più il link che consentiva la consultazione dell'opera del Pezzella, pertanto si è dovuto mettere un altro link che ne riassume i contenuti.  

cronarmerina.it

L'introduzione

G. Masuzzo, S. Capizzi, F. Miroddi e R. Marotta, 23 giugno 2017

L'introduzione del prof. Masuzzo alla presentazione del libro di Salvatore Capizzi, Il Gesuita Carmelo Capizzi mio fratello... ricordi sul filo della memoria, dopo i saluti del Sindaco di Piazza Armerina Dott. Filippo Miroddi e dell'Assessore alla Pubblica Istruzione Rita Marotta.

«Buona sera e benvenuti a tutti i presenti, al Signor Sindaco di Piazza Armerina Filippo Miroddi, all’Assessore alla Pubblica Istruzione Rita Marotta, al Direttore del Gruppo Archeologico “Litterio Villari” Roberto Scollo, al Presidente della Fondazione “Prospero Intorcetta” Giuseppe Portogallo. Stasera vi confesso che è un onore, iniziare a parlare del nostro concittadino padre Carmelo Capizzi in questa sala e di come si è arrivati alla presentazione di questo volumetto sui ricordi inediti del fratello minore, Salvatore. Lo chiamo volumetto non per sminuirne il valore, ma soltanto perché consta di quasi 80 pagine. Ma, vi assicuro, che sono pagine importanti, perché racchiudono gran parte della vita conosciuta e non di un illustre concittadino, che ci danno l’occasione di conoscerlo e apprezzarlo meglio a distanza di 15 anni dalla sua morte, ma, come si dice, non è mai troppo tardi. Devo ammettere la mia ignoranza, come tanti qui presenti, sulla vita e le opere di una persona di cui avevo letto soltanto il nome al termine della premessa alla prima edizione del grande lavoro dello storico Litterio Villari, Storia della Città di Piazza Armerina, e alla fine dell’introduzione dell’altro, sempre dello stesso storico, Storia Ecclesiastica della Città di Piazza Armerina. Mi preme ricordare che i due dotti piazzesi erano molto amici e anche compari, infatti Carmelo aveva battezzato o cresimato uno dei due figli del generale Litterio. Si frequentavano spesso e volentieri a Roma, dove abitavano, e avevano in comune una grande passione per la nostra Città, tanto da collaborare in maniera importante per la scrittura delle due opere citate e di tanti altri argomenti storici. La mia ignoranza dura sino a quando, nei primi mesi dell’anno passato, venni in possesso del materiale inviatomi dal qui presente Maresciallo Maggiore degli Alpini in pensione, Salvatore Capizzi che, all’età di 78 anni, è venuto qui, dopo alcuni anni dall’ultima volta, dalla lontana cittadina di Limana in provincia di  Belluno, dove risiede. Il materiale mi fu inviato perché il Maresciallo avendo letto di suo fratello nella storia della famiglia Capizzi, tra le oltre 50 famiglie nobili piazzesi pubblicate, desiderava farmi presente che, se avessi voluto, avrei potuto integrare e ampliare la biografia con altre notizie in suo possesso. Infatti, le carte che celermente mi spedì, contenevano il Profilo biobibliografico (ovvero della vita e dei libri scritti e pubblicati) che lo stesso Padre Carmelo Capizzi, membro della Compagnia di Gesù, aveva scritto personalmente pochi mesi prima della sua dipartita, sul semestrale dell’Accademia Angelica-Costantiniana di Lettere Arti e Scienze, che a lui, Rettore dal 1990, dedicava in quel numero una miscellanea di Studi. Sin dalle prime righe mi accorsi che si trattava di un piazzese particolare, che tutti i contemporanei avrebbero dovuto assolutamente conoscere tramite il mio sito internet, per due cose essenziali: la prima, che amava e conosceva Piazza Armerina come pochi; la seconda, ve la dico con le parole del Direttore della rivista dei Padri Gesuiti “La Civiltà Cattolica”, Padre Gian Paolo Salvini,  in occasione della commemorazione nel dicembre del 2003: "Noi che siamo vissuti con lui per molto tempo ne abbiamo apprezzato il profondo spirito religioso e sacerdotale e la bontà e squisitezza d’animo, anche se, da buon siciliano, aveva un carattere vivace e talvolta irruente. Quello che maggiormente impressionava in lui era la vasta cultura, non solo nel campo specifico del suo insegnamento universitario, cioè la storia e la cultura bizantina, ma anche nell’ambito più generale della storia della Chiesa, della sua Sicilia e delle vicende storiche di Piazza Armerina". Padre Carmelo Capizzi nasce a Piazza Armerina il 14 luglio 1929 ma è dichiarato all’anagrafe due giorni dopo, cosa normale per quel periodo. Primo di nove fratelli, frequenta le scuole elementari e la prima media a Piazza nelle scuole pubbliche, la seconda e terza media nel seminario piazzese, dove entra col proposito di farsi prete, non senza qualche perplessità del parroco della sua parrocchia, che poi, dopo anni, si scuserà alla sua prima messa nella stessa parrocchia. Spinto da un ideale di vita missionaria e avventurosa, a quindici anni abbandona il seminario per entrare nell’ordine dei Gesuiti nel 1944. Studia in Italia, laureandosi a Messina in lettere e a Palermo in filosofia, in Francia e in Germania per specializzarsi in Storia Bizantina, frequentando, in particolare, le università di Heidelberg e Colonia. Nel 1959 diventa sacerdote e fa la solenne professione dei voti. Nel 1964 insegna presso il Pontificio Istituto Orientale di Roma, nel 1969 presso l’università di Colonia, nel ‘71 istituisce e regge la cattedra di storia bizantina all’università di Roma “La Sapienza”. Nel ‘77 si trasferisce presso la sede del periodico dei padri Gesuiti “La Civiltà cattolica” e nell’80 insegna al Pontificio Istituto Orientale. Nell’87, mentre è insegnante presso l’Università “La Sapienza”, subisce il primo infarto che non gli impedisce però di continuare nell’attività accademica sino al secondo infarto nel ‘91 e all’operazione al cuore con l’impianto di 4 bypass l’anno dopo. Dal ‘90 è direttore del comitato scientifico dell’Istituto Cassiodoro di Squillace in Calabria e rettore dell’Accademia Angelica Costantiniana di Roma. Nel ‘96 è preside della Società di Storia Patria per la Sicilia Centro-meridionale; dal ‘98 membro del comitato storico dell’Ordine del Santo Sepolcro, membro della Società di Storia Patria della Calabria, di Roma e di quella dalmata e dell’Istituto Siciliano di Studi Bizantini di Palermo. Inoltre, è spesso invitato a partecipare a convegni, congressi e conferenze in Italia e all’estero, come quella volta a un congresso a Vienna, proprio nel famoso palazzo del Congresso di Vienna del 1815. Alla fine del 2002, sebbene fosse da tempo ammalato, nulla faceva supporre un improvviso e fulminante infarto che lo porta alla morte nella serata del 5 dicembre. Dal 1956 pubblica quasi 200 tra libri e recensioni in diverse prestigiose riviste storiche, anche tedesche. L’elenco completo si trova nelle ultime pagine del volume. Ma a me, piazzese come lui, preme ricordare, oltre alle premesse ai lavori del Villari sopracitate, gli studi sulla Diocesi di Piazza Armerina, la trattazione della decorazione di una chiesa in Cina in una lettera inedita di padre Prospero Intorcetta, la biografia del gesuita piazzese padre Filippo Arena in una ricerca del prof. Ignazio Nigrelli, le relazioni tra il casato dei Trigona e la Compagnia di Gesù. Qualche mese più tardi, siamo nel maggio dello scorso anno, Salvatore Capizzi, visto il mio interesse e la passione per gli aneddoti che possono approfondire le vite dei Piazzesi insigni, inizia a inviarmi alcune mail con ricordi personali e fatti riguardanti suo fratello Carmelo, che soltanto lui sapeva. A mano a mano che arrivavano io do una sistematina per poi pubblicarli sul mio sito. I racconti arrivano a una ventina che, dopo qualche mese, Salvatore pensa bene di raccoglierli in questo libro, finito di stampare nel marzo scorso a Belluno. Tra i tanti aneddoti a me ha colpito quello che per Salvatore è il più bello da ricordare, ovvero la lettera battuta a macchina che Carmelo gli dona nell’ottobre del 1965 quando si sposa con la moglie Agnese, Agnese Mondin venuta a mancare nel 1997. Dalla lettera, che potete leggere integralmente sul mio sito, traspare tutte le qualità della personalità di P. Carmelo: religiosità, cultura e praticità. Ecco come si conclude: "Nelle parole che vi ho rivolto finora, non ho esposto soltanto qualche elemento della dottrina della Chiesa, ma ho abbozzato pure un ideale: quello della vita coniugale cristiana, la cui attuazione è la via più sicura di quella felicità matrimoniale, di cui tanto si parla e si scrive, spesso poco seriamente e in modo irresponsabile. Io vi auguro tale felicità e, affinché voi possiate raggiungerla, fate di tutto per mantenervi in contatto con Dio, non solo attraverso la preghiera e la frequenza dei Sacramenti, ma anche mediante la lettura continua della Parola di Dio scritta, cioè della Bibbia. Dalla lettura attenta e intelligente di questo LIBRO e non da certa stampa paganeggiante o anticristiana ricaverete i principi e la forza per risolvere i problemi che, presto o tardi, si affacceranno all'orizzonte della vostra vita coniugale. In questi giorni voi avete ricevuto molti regali. Ma quello che sto per farvi io in questo momento, malgrado la sua modesta apparenza, è il più prezioso di tutti quelli che avete ricevuto o che ancora possiate ricevere. Infatti gli altri regali possono esservi utili per qualche aspetto particolare della vostra vita; la Bibbia invece, questo LIBRO nel quale soltanto ci è stata tramandata la Parola di Dio scritta, è utile, anche indispensabile, a tutti gli aspetti e a tutti i momenti della vostra vita sia nell'intimità famigliare che nel contesto della società. Perché di tante cose noi possiamo fare a meno; ma della Parola di Dio, della Luce e Forza emananti da essa, della Vita che sgorga dalle Pagine Sacre e ci innalza fino a Dio, noi abbiamo bisogno sempre". Mi scuso se mi sono dilungato, ma l’argomento me l’ha imposto. Prof. Gaetano Masuzzo». 
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