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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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Natale per Maritena

A nuvèna nâ ciàzza davànti a crèsgia d Fun'rò

Non è assolutamente facile esprimere i propri sentimenti nella nostra lingua gallo-italica. Qualcuno ci prova, confermando che i ricordi d'infanzia, attraverso la parlata dei nostri avi, sono indimenticabili, specie quelli vissuti in pace, allegria, armonia e semplicità.   

NATÀLI

Natàli, chi fèsta d pasg marav'gghiösa
nàsc u Bam'néddu e b'n'dìsg ogn còsa.

Però, a èss s'nzèri, nudd p'nza ciù a priè
ma sö a mangè, giuè e 'nt'cunniè.

S f'rriöma i quartéri 'ncumpagnìa
s sent 'ndl'aria e pa vìa vìa

n'odör d còsi frìtti, còsi ddécchi:
cardöi, baccalà, sfìngi e cassatèddi.

A p'nzèggh cösta è 'na trad'ziöngh d'autri témpi,
témpi s'nzèri ch' nan tòrn'nu ciù,

quànn tutti s'ttàti a tavulìngh
mangiàvmu passulöi, mènnuli, nösg e n'zzoli

e b'vév'mu u vìngh na cannatèdda.
Chi bén d Déu!

Cöst è u Natàli,
fèsta d pasg e d'all'grìa,

'mpùru a nuvèna
è na d'voziöngh d'armunìa.

Maritena Cremona

Traduzione (di Gaetano Masuzzo)

NATALE
Natale, che festa di pace meravigliosa
nasce Gesù Bambino e benedice ogni cosa.

Però, ad essere sinceri, nessuno pensa più a pregare...
ma solo a mangiare, giocare e divorare.

Se giriamo per i quartieri in compagnia
si sente nell'aria e per ogni via

un odore di cose fritte, cose dolci:
cardi, baccalà, sfingi e cassatelle.

A pensarci, questa è una tradizione d'altri tempi,
tempi sinceri che non tornano più,

quando tutti seduti a tavola
mangiavamo fichi secchi, mandorle, noci e nocciole

e bevevamo il vino nel boccale.
Che ben di Dio!

Questo è il Natale,
festa di pace e di allegria,

pure la novena
è una devozione d'armonia.

cronarmerina.it

Lo stemma dei Trigona/2

Il privilegio del 1369, di cui si è parlato nel post Lo stemma dei Trigona/1, è confermato da re Ferdinando II di Castiglia il Cattolico (1452-1516) nel 1502 a Matteo (in alcuni testi Giovanni Matteo) Trigona I barone di Montagna di Marzo¹ con lo stemma nella foto 3: Uno scudo alla campagna mareggiata di argento dalla quale muove, a sinistra2 un triangolo d'oro rovesciato, con un sole dello stesso nel punto del capo. Lo scudo con corona, a secondo se di Principe-Duca-Marchese-Conte-Barone o Nobile, è accollato ad un'aquila spiegata, nera, armata, imbeccata e coronata d'oro3. Alla fine del XVI secolo il barone Marco Trigona alla sua morte, avvenuta nel 1598, nel testamento ordina di porre nella Chiesa Madre e negli altri edifici che ospitano le sue opere di carità, copie del suo stemma gentilizio perché possano servire di monito agli altri Signori per fare simili e maggiori opere di umana carità. Essendo il Barone religiosissimo egli non consente che nel suo stemma siano presenti le tre fasce ondulate, le quali, oltre a simboleggiare l'eroismo dei Normanni, possono alludere alla loro adorazione a Dio Odino, divinità germanica. Né vuole tollerare l'allegoria astrologica4 dell'antenata Margherita d'Aragona al marito Giacomo Trigona, consapevole che tanti matematici che pretendono leggere il passato, il presente e il futuro, sono stati ripetutamente condannati come eretici. Per questo sono soppresse dal suo stemma le figure delle tre onde marine e il sole, il quale viene sostituito con una stella luminosa a 6 o a 8 punte (foto 4). Dopo quasi due secoli, nel 1781 (per onor del vero, si riscontra anche in alcuni stemmi di epoca precedente, sino ad arrivare al periodo immediatamente dopo la dipartita di Marco Trigona, come dimostrano quasi tutti gli stemmi gentilizi voluti per sua espressa volontà in Cattedrale) è apportata una nuova modifica allo stemma da Don Gaetano Trigona e Parisi dei baroni di Sant'Andrea (1767-1837)5. Poiché la stella luminosa è molto somigliante ad una cometa, decide di sostituirla con la raffigurazione di una cometa vera e propria (foto 5) per simboleggiare il messaggio divino è la conseguente intercessione. Per tutti questi motivi verrebbe rappresentata "la cometa d'oro che indirizza il suo raggio verso il triangolo d'oro" ovvero la protezione divina che, come aggiungeva il motto della famiglia anch'esso sostituito, sarebbe valsa "Per sé e i successori in infinito". Gli stemmi di questa famiglia li troviamo ovunque, oltre che nella nostra Chiesa Madre poi Duomo e Cattedrale, da soli o assieme a quelli di altre famiglie imparentate, nelle chiese di S. Pietro, Sant'Anna Vecchia e Nuova, Cappuccini, Angeli Custodi, Crocifisso, S. Vincenzo, Santo Stefano, nella Commenda di S. Giovanni Battista, nel Palazzo Vescovile, sui portoni di numerosi palazzi civili di Piazza e fuori Piazza. Desidero aggiungere un ulteriore interessante contributo sulla storia dello stemma della famiglia Trigona, riportando quello che ho letto il 15 gennaio del 2020 nell'opera del concittadino Alceste Roccella, Storia di Piazza, 7 voll. mss. inediti, Storia di Piazza - Famiglie nobili, Vol. 3 - Per l'Avv. Alceste Roccella, Biblioteca Comunale di Piazza Armerina penultimo decennio sec. XIX, [PDF], p. 128: «Il blasone della famiglia Trigona consistea un'aquila coronata con reale diadema che nelle zampe trattiene tre tamburi con fasci d'arme e bandiere e tiene l'ali spalmate. Nel petto dell'aquila è uno scudo a fondo ceruleo avente in un angolo una cometa che irradia un triangolo aurato e nella coda tiene pendente una catena, un cuore ed uno strale nella corona dell'aquila è scritto “Semper in solem”. E nella coda dell'aquila è scritto “Mei non degenerant”».

¹ In seguito al matrimonio nel 1516 con l'aidonese Elisabetta de Gaffori di Montagna di Marzo. 

2 Nella descrizione araldica la sinistra è la destra per chi guarda.

3 Come vuole l'araldica, l'aquila è rappresentata di fronte, con zampe e penne della coda divaricate, ali aperte con penne spiegate (volo spiegato) e testa di profilo che guarda a destra, in quanto indica la destra di colui che porta lo scudo davanti a sé, la sinistra per chi lo guarda. Soltanto in due casi a Piazza Armerina la testa dell'aquila non rispetta questo verso: è rivolta a sx (a dx per chi la guarda) sul cantone dell'entrata a sud della Cattedrale; è frontale nella facciata del Palazzo Trigona della Floresta, sempre in piazza Duomo.      

4 Margherita interrogando l'oroscopo aveva constatato che le tre linee immaginarie che uniscono i tre astri (l'Ariete, simbolo del paziente e docile re Federico III il Semplice; il Leone, che stava a rappresentare la forza del cavaliere Giacomo Trigona; il Sagittario segno della pura verginità di Margherita d'Aragona) formavano il triangolo del fuoco (considerato sacro agli Dei), sul quale impera il sole come emblema maschile (fecondità dei Trigona), settentrionale (come la Patria degli antenati Normanni), diurno (il giorno è simbolo dell vita) e fecondatore (di alti spiriti come i guerrieri vittoriosi). Inoltre, che la terza parte dello zodiaco, contenente due pianeti di conforme natura (in questo caso il Leone Giacomo e il Sagittario Margherita) equidistanti, formano il trigono, considerato come presagio di buon auspicio, mentre al sole, che tutela e annuncia la vittoria e la bellezza, appartiene il cuore umano.

5 A pag. 18 del volumetto Origine e Significato dell'Arme e del Motto di Casa Trigona, RAGUSA 1928, l'autore Francesco Trigona aggiunge erroneamente a Gaetano Trigona, poi Cardinale della Romana Chiesa, il nome Felice. In realtà mons. Trigona, cardinale nel 1834, aveva altri 5 nomi, Maria Giuseppe Benedetto Placido Vincenzo, ma non Felice. Inoltre, se la data 30 Settembre 1781, riportata nella stessa pubblicazione relativa al rilascio al futuro Cardinale dell'attestato di modifica dello stemma da parte del Senato di Piazza, è esatta, si desume che gli venne rilasciata all'età di 14 anni, essendo nato nel 1767.          

cronarmerina.it

Lo stemma dei Trigona/1

Sino adesso ho parlato di tanti stemmi, ma non avevo approfondito su questo sito quello della famiglia Trigona. Per le origini di questa nobile famiglia che è stata tra le più influenti, se non la più determinante dal XVI secolo in poi, nella storia della nostra Città, arriviamo indietro addirittura all'anno 650 ca. È in questo periodo che troviamo il duca Salardo stabilitosi tra i Monti Chirii in Svevia (oggi Germania Sud-Occid.) e il figlio di questi, Coraldo, che acquista nella Piccardia (Francia Sett.) molti castelli e la signoria di Trigonne, donde il cognome. Un discendente di Coraldo,¹ Ermanno, capitano dell'imperatore Federico II, nel 1239 diventa governatore di Mistretta (Me) e un suo discendente, Giacomo, sposandosi nel 1369 con Margherita d'Aragona, figlia di Sancho, figlio naturale (forse uno dei sette figli illegittimi) di Pietro d'Aragona II re di Sicilia (1305-1342), riceve da re Federico II d'Aragona III di Sicilia e II di Trinacria detto il Semplice (1341-1377), il privilegio di inserire lo stemma originario, che il Mugnos nella sua opera Teatro Genologico² ci dice che «furono tre fasce ondose marine d'argento, e d'azzurro in campo d'oro» (foto 1), nell'aquila nera della Casa Reale d'Aragona. Pertanto, lo stemma originario della foto 1, al quale Giacomo aveva aggiunto il motto Vita, Lux, Opus (Vita, Luce ed Azione),³  si trasforma in quello nella foto 2, ovvero in tre fasce ondulate, che simboleggiano tre onde in ricordo della discendenza dai Normanni, più il sole come simbolo della fecondità dei Trigona, posto a settentrione per indicare questa loro discendenza nordica, il tutto in campo azzurro: «Concediamo in perpetuo a Te e a tutti i successori della nobile Famiglia Trigona che all'antico stemma vostro siano aggiunti, in segno della nostra parentela, tre fasce ondulate di colore argento ed azzurro tracciate in campo aureo e un triangolo rivolto verso il sole in campo azzurro, nonché un'aquila posta sopra i colori. Vale».4 (continua)

¹ A proposito di discendenti, un pronipote di Coraldo, Taddeo o Tedeo, tre secoli dopo, precisamente nel 1101, sconfigge con poche galee, la flotta saracena presso Taranto e siccome la vittoria avviene il 25 marzo, giorno sacro alla devozione della SS. Annunziata, l'Ammiraglio per riconoscenza alla beata Vergine gli edifica un Tempio in Taranto. Così la devozione della SS. Annunziata diventa tradizionale nella famiglia Trigona, per virtù del suo grande Ammiraglio (Cfr. Francesco TRIGONA, Origine dell'Arme e del Motto di Casa Trigona, RAGUSA 1928, pp. 5, 20).                                                                                                           

² Don Filadelfo MUGNOS, Teatro Genologico delle Famiglie Illustri, Nobili, Feudatarie, et Antiche de' Regni di Sicilia Ultra, e Citra, MESSINA 1670, Parte III, Libro VIII, p. 471.                                                                     

³ «Questo motto alludeva al suo amore per Margherita d'Aragona ed aveva il significato seguente: Io vivo come un mare in tempesta, illuminatemi voi perché io sia degno di agire». Anche Margherita d'Aragona, scelta come damigella di Compagnia dalla regina Costanza, aveva regalato a Giacomo, durante la cerimonia di creazione a Cavaliere nel 1362 a Messina, una ricca fascia di colore azzurro, raffigurante il firmamento, in cui superbamente risplendevano un triangolo illuminato dal sole quale simbolo allegorico come risposta che Ella dava all'invitto Cavaliere dal significato "Voi (cioè Giacomo) siete il sole sfolgorante della mia vita e l'immagine radiosa della mia salda passione". Il simbolo del triangolo rappresentante il "Trigono di fuoco" considerato portatore di buon auspicio, era frutto degli studi di astrologia dei Caldei che, nonostante le numerose scomuniche papali, erano di gran moda alla corte di Sicilia e dei quali pare fosse appassionata la damigella d'Onore della Regina (Cfr. F. TRIGONA, Origine dell'Arme, op. cit., pp. 7, 10).                                                         

4 Ibidem                  

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Tutti i Sindaci di Piazza

Aula del Palazzo di Città dove si riunisce il Consiglio Comunale di P. Armerina

Tutti i SINDACI di Piazza Armerina dall'Unità d'Italia ad oggi.

1-Gangitano Antonino 1860
2-Bonifacio Vincenzo 1861-1865
3-Velardita Salvatore, assessore anziano 1865
4-Trigona Emanuele, assessore delegato 1866
5-Chiello Francesco, assessore delegato 1866-1867
6-Trigona Ercole 1867-1868
7-Giorgio Pietro 1868-1870
8-Bonanno Calogero 1870-1873
9-Giorgio Pietro 1873-1875
10-De Pietra Enrico 1875-1876
11-Roccella Remigio 1876-1879
12-La Vaccara Benedetto 1879-1882
13-Crescimanno Antonio 1882-1889
14-Camerata Francesco 1890-1893
15-Crescimanno Antonio 1893-1895
16-De Pietra Enrico 1895-1897
17-Camerata Francesco 1897-1901
18-Merlo Ildebrando, regio commissario 1901-1902
19-De Pietra Enrico 1902-1903
20-Gullè Francesco 1903-1908
21-La Malfa Salvatore 1920-1913
22-Crescimanno Guglielmo 1913-1916
23-Ciancio Liborio 1916-1920
24-Romistella Francesco, regio commissario 1920
25-Lentini Arturo, regio commissario 1920
26-La Malfa Salvatore 1920-1923
27-Costa Felice, regio commissario 1924
28-Azzolina Giuseppe, regio commissario 1924
29-Golino Silvestro, regio commissario 1924
30-Blandino Michele, regio commissario 1924
31-Azzolina Giuseppe, regio commissario 1924
32-Di Giura Ascanio, regio commissario 1924
33-Azzolina Giuseppe, regio commissario 1925
34-Di Giura Ascanio, regio commissario 1925
35-Parlato Raffaele, sindaco poi podestà 1925-1930
36-Farina Luigi, regio commissario 1930-1932
37-Crapanzano Ernesto, regio commissario 1932-1933
38-Lo Jacono Giuseppe, regio commissario 1933-1935
39-Crea Gaetano, podestà 1935-1938
40-Blandino Emanuele, regio commissario 1938
41-Arena Antonino, regio commissario 1938
42-Velardita Nicolò, regio commissario 1938
43-Arena Antonino, regio commissario 1939-1942
44-Lo Jacono Giuseppe, regio commissario 1943
45-Bruno Ferruccio, nominato dagli Americani 1943
46-La Malfa Salvatore, regio commissario 1944
47-Kurunis Giovanni, regio commissario 1944
48-Sciacca Arnaldo, regio commissario 1944-1945
49-Conti Francesco 1946
50-La Malfa Salvatore 1946-1949
51-Cascino Agostino 1950
52-Sammarco Giuseppe 1951
53-Conti Francesco 1952-1956
54-Giammusso Salvatore 1956
55-Crescimanno Antonio Salvatore 1956-1958
56-Villari Riccardo, commissario regionale 1958-1959
57-Crescimanno Lelio, commissario regionale 1959-1960
58-Lo Giudice Giacinto, commissario regionale 1960
59-Sammarco Giuseppe 1960-1970
60-Conti Francesco 1970-1971
61-Trebastoni Mario 1971-1972
62-Sammarco Giuseppe 1972-1974
63-Avanzato Gino 1974-1975
64-Sammarco Giuseppe 1975
65-Crescimanno Roberto 1976-1978
66-Motta Salvatore 1978-1980
67-Gaetano Ramunno 1980
68-Di Vita Nicola 1980-1984
69-Ramunno Gaetano 1985
70-Furnari Ignazio 1985-1989
71-Di Vita Nicola 1989
72-Palermo Rosario 1989-1990
73-Furnari Ignazio 1990
74-Scibona Carmelo 1990-1992
75-Di Vita Nicola 1992-1993
76-Sottosanti Fulvio 1993-1997
77-Sottosanti Fulvio 1997-1999
78-Velardita Ivan 1999-2004
79-Prestifilippo Maurizio 2004-2008
80-Nigrelli Fausto Carmelo 2008-2013
81-Miroddi Filippo 2013 in carica
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