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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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Borgo Rurale Cascino/2

La piazza di Borgo Cascino oggi, lato Nord

La piazza di Borgo Cascino oggi, lato Sud

Il Borgo Rurale Antonino Cascino

2

(dalla Parte 1) Tutta la vita del Borgo ruotava intorno alla piazza quadrata con gli assi sfalsati. Sul lato Sud c'era un ingresso alla piazza (1), la scuola rurale (2)¹ e la trattoria (14) adiacente al forno e alla scuderia (13). A Ovest l'ufficio postale (3) e la caserma dei carabinieri (4) unita alla sede dell'Ente ECLS (5) da un arco, posto al vertice Nord-Ovest della piazza. Più verso Nord c'era la canonica (6) separata dalla chiesa (7) da un cortile, a fianco della chiesa l'accesso da Nord (8). Sul sagrato della chiesa, sul lato destro della scalinata, c'era la statua in conglomerato dell'Angelo del Buon Raccolto, dello scultore catanese Eugenio Russo. La statua è quasi scomparsa del tutto perché danneggiata durante un intervento di manutenzione sulla chiesa per una trave caduta dall'alto. La chiesa a navata unica ha al suo interno una via crucis realizzata dall'artista Giovanni Ballarò, mentre l'affresco dell'abside, raffigurante San Francesco di Assisi a Borgo Cascino, fu commissionato al decoratore Carmelo Comes. Lungo il bordo Est, dalla parte opposta della chiesa, separati dalla strada dell'ingresso Nord (8), vi sono le case degli artigiani (9), tre alloggi costituiti da tre camere, ingresso, cucina e servizi igienici e, di seguito, l'ambulatorio medico (10) comprensivo di alloggio. La quinta Est della piazza è essenzialmente costituita dal fabbricato che avrebbe ospitato gli uffici comunali ovvero la delegazione del podestà, l'Opera Nazionale Combattenti e i sindacati (11) unito all'ambulatorio medico da un arco. Nella facciata di questo edificio si trovano la lapide del Gen.le Cascino e la targa dell'Ente ECLS. La Torre Littoria (12), che non si vede nelle foto, ma che ho proposto in Borghi Rurali fascisti in Sicilia/3 e che doveva sorgere antistante alla delegazione podestarile, successivamente venne spostata fuori dal perimetro della piazza, quando gli altri edifici del borgo erano stati ultimati, mentre l'edificazione di essi avvenne contemporanea. La Torre Littoria conteneva il serbatoio dell'acqua potabile e il suo progetto definitivo venne redatto nel 1941 dall'ing. Rubino, mentre il grande serbatoio definitivo lo troviamo poco distante lungo la SP30 senza alcuna iscrizione e a pochi metri da una fontana/abbeveratoio. Successivamente vennero pianificati un ampliamento del borgo e la costruzione di due sottoborghi; la progettazione, conformemente a quanto era stato disposto da Mazzocchi Alemanni, venne affidata sempre al Giuseppe Marletta. I Lavori, però, non vennero mai nemmeno iniziati, anche perché si entrava in piena emergenza bellica. Resta il fatto che gli unici interventi eseguiti negli anni su Borgo Cascino furono quelli di manutenzione ordinaria e straordinaria condotti dall'Ente che, contrariamente a quanto avvenuto per gli altri borghi, non hanno intaccato l'estetica degli edifici, il cui aspetto complessivo resta vicinissimo a quello originale. Al mantenimento dello stato di salute del borgo hanno sicuramente contribuito gli occupanti degli edifici. E' possibile che questa maggiore attenzione nell'evitare di danneggiare l'aspetto esteriore di Borgo Cascino sia anche in relazione alla tipologia e alla storia delle persone che attualmente vi risiedono.² Molti di loro hanno infatti conosciuto Borgo Cascino quando era stato costruito da poco. Qualcuno vi è nato, come il figlio di chi aveva avuto l'incarico di portalettere. Altri vi hanno trascorso una parte significativa della loro vita, come il maresciallo della stazione dei carabinieri, che vi è rimasto dopo il congedo. Diversamente da quanto accaduto in altri Borghi raramente si è giunti all'instaurazione di rapporti conflittuali. Nel settembre 1969 il Borgo Cascino dall'ESA è stato ceduto al Comune di Enna ma gli ultimi interventi pubblici di una certa entità sul borgo risalgono al 1967. Oggi se si può osservare un quasi perfetto borgo rurale ECLS costruito più di settanta anni prima, il merito è dei residenti considerati, però, ancora occupanti abusivi. (tratto da VoxHumana, La Via dei Borghi)

¹ Tanti maestri elementari piazzesi vi iniziarono la loro carriera di insegnanti.

² Il post relativo a Borgo Cascino è stato redatto nel 2012.

(continua)

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Borgo Rurale Cascino/1

La lapide¹ che ricorda il Gen. le Antonino Cascino

Il Borgo Rurale Antonino Cascino

1

Tra gli otto Borghi Rurali, nati durante il periodo fascista per dare "l'assalto al latifondo" in Sicilia, ci fu anche quello dedicato al generale piazzese Antonino Cascino. L'attribuzione del suo nome al borgo avvenne sempre per Regio Decreto del 9 dicembre 1940 e, caso unico tra i borghi ECLS,² vi è anche una lapide che riporta la motivazione per il conferimento della medaglia (nella foto). L'ubicazione di Borgo Cascino fu studiata in modo da richiamare alla mente l'immagine del "paesino rurale di collina". Sorge infatti a 2 Km ca. in linea d'aria dalla SS122, su una collinetta con una superficie di base di una quindicina di ettari, che si innalza almeno di una cinquantina di metri rispetto al suolo circostante. I più vicini rilievi si trovano mediamente a un paio di chilometri di distanza. Uno di questi è monte Pasquasia, ove si trova l'omonima miniera di sali potassici. Qualche borghigiano riferisce che le pendici del monte avrebbero costituito la sede inizialmente designata per la costruzione di Borgo Cascino. Il terreno su cui sorge il borgo fu espropriato alle famiglie Greco-Militello e Lo Manto per un totale di £ 1.842.224. L'incarico per la progettazione fu affidato all'ing. Giuseppe Marletta, architetto catanese e giovane professionista e per la costruzione all'impresa Società Muratori Riminesi con un preventivo di spesa di £ 970.102. La strada di accesso di ca. 150 m, si dirama come deviazione dalla SP30 che congiunge il bivio SS122-SS117bis, con la SS560, deviazione realizzata unicamente per servire il borgo. I chilometri da Enna Bassa sono 14,1 mentre da Piazza Armerina sono 35 (non passando per Enna Bassa, altrimenti sarebbero 41). (Tratto da VoxHumana, La Via dei Borghi)

¹ La data "15 Settembre 1917" alla base della scritta si riferisce al ferimento alla gamba destra che lo portò alla morte il "29 Settembre 1917" per <<ferita a fondo cieco coscia destra da palletta shrapnell flemmone e setticemia>> come risulta dall'Estratto dell'atto di morte del 20 ottobre 1917 rilasciato a Roma dal Ministero della Guerra ove è indicato <<L'anno 1917 ed alli 29 del mese di Settembre nell'Ospedale Chirurgico Mobile "Città di Milano" mancava ai vivi alle ore Ventidue in età di anni cinquantacinque il Maggior Generale Cascino Comm. Antonino, Comandante la 8^ Divisione>>. (tratto dalla fotocopia in F. P. ORLANDO, CASCINO, C.A.S.A., PIAZZA ARMERINA 2016, p. 105)

² Ente per la Colonizzazione del Latifondo Siciliano.

(continua)

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Edicola n. 37

Questa è l'Edicola Votiva n. 37 del mio censimento che io chiamerei Edicola Votiva Roccabianca. Più che di un'edicola, veramente si tratta di una lapide dove, dentro una bella cornice ovale c'è la scritta «VIVA LA MADRE DI DIO MARIA CONCETTA SENZA PECCATO ORIGINALE 1692»¹ scolpita su una lastra di pietra arenaria, tipica della nostra zona. Di forma rettangolare grande cm 60x70 ca., da qualche anno protetta da un tettuccio metallico è situata tra i numeri civici 33 e 35² a ca. tre metri di altezza sul muro di un vecchio palazzo, esattamente di fronte l'Edicola Votiva n. 36, lungo a stràta màstra (strada maestra) del quartiere più antico della città, il Monte. Il palazzo fa da angolo tra la via Monte e la piazza Gen.le Giunta, con ingresso principale al n. 2 di quest'ultima. Davanti il portone il cartello turistico indica "palazzo Roccabianca (sec. XVII)" di cui, a ricordarcelo com'era, sono rimasti soltanto i portali dell'ingresso principale, di alcuni vani a pianoterra e le belle mensole³, scolpite con figure umane, dei balconi posti al secondo piano e agli angoli dell'enorme fabbricato prospicenti la piazza, le vie Monte e Montalto. Dalle esigue fonti sappiamo che la costruzione del palazzo iniziò nei primi decenni del XVII secolo. Ammesso che la lapide sia stata sempre dove si trova oggi e non proveniente da altro sito, forse fu affissa dai proprietari dell'edificio, per ricordare ai posteri qualche grazia ricevuta e il particolare culto dei Piazzesi per la SS. Vergine. In quel periodo dei primi del Seicento a Piazza non vi erano titolari del feudo Roccabianca4, c'era però Trigona Ottavio (1600-1645) II barone di S. Cono e Budonetto dal quale sarebbe disceso, tramite la figlia Elisabetta sposa di Trigona Giovanni Maria I marchese di Dainammare, il pronipote Giuseppe Trigona La Restia barone di S. Cono e III marchese di Dainammare e Canicarao che, sposandosi all'inizio del Settecento con Isabella Vanni Assali marchesa di Roccabianca, sarebbe diventato nel 1720 anche marchese di Roccabianca. Da tenere presente che in via Brunaccini, traversa di via Monte, c'è un altro antico palazzo (forse del XVIII sec.) dei marchesi di Roccabianca che, restaurato di recente dai nuovi proprietari, è stato adibito a Hotel e B&B. 

¹ Il Villari nella sua opera Storia Ecclesiastica del 1988 a p. 228 ci conferma che si tratta del 1692 e non 1622, come potrebbe sembrare a una prima osservazione.

² Il Villari, sempre su Storia Ecclesiastica del 1988 a p. 228 ci indica i umeri civici 35 e 37.

³ A Piazza Armerina in gallo-italico la mensola o modanatura è chiamata "guzzöngh" da "guzzone". Altri termini sono: modiglione, beccadello, cagnolo. Quest'ultimo è un termine del dialetto veneziano usato dai muratori per indicare appunto le mensole, i beccadelli o beccatelli, i peducci, i piumacciuoli ovvero pezzi di travi affissi nella muraglia atti a sostenere altre travi e cornici (cfr. Giuseppe BOERIO, Dizionario del Dialetto Veneziano, Tip. A. Santini & Figlio, VENEZIA 1879, p. 84). Nel giugno del 2021 ho appreso che a Salemi (TP) le mensole vengono chiamate "attuni" che deriva da "attu" gatto, uno degli animali riprodotti nelle mensole dei balconi. Per lo stesso motivo anche a Racalmuto (AG) sono chiamate "gattuni".

4 Forse feudo nei pressi dell'odierna c.da Roccabianca a Marineo (30 Km ca. a sud di Palermo).

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Fontana Parco Ronza/n. 44

Questa è la Fontana del Parco Ronza n. 44 del censimento di cronarmerina. Si trova lungo il viale principale dopo l'ingresso al Parco della Ronza gestito dal Dipartimento Aziende Regionali Foreste Demaniali della Sicilia. Tutta in pietra, è stata costruita dai dipendenti del parco che è situato a 8 Km ca. da Piazza Armerina sulla S.S. 117bis a 800 metri sul livello del mare. La statale lo separa dall'ex stazione ferroviaria della tratta a scartamento ridotto Dittaino-Piazza-Caltagirone che era la prima stazione subito dopo la ripida salita dai 600 m s.l.m. di Valguarnera, quando la littorina era costretta a utilizzare la cremagliera. Il parco è costituito da varie piante, soprattutto eucalipti d'importazione che dovevano servire all'industria di produzione della carta. Le varie zone del parco offrono aree attrezzate con barbecue, tavole e panche in legno o pietra, altre aree per i più piccoli con altalene e dondoli, una grande voliera, diverse specie di animali in recinti e una grande vasca con tartarughe. A 700 m dall'ingresso, percorrendo la Regia Trazzera Portella-Ronza, si possono ammirare delle rocce calcaree scolpite dal tempo chiamate Pietre Incantate o Pietre Ballerine con sembianze umane. Ultima notizia: il parco si trova a metà strada, a 2 Km ca. in linea d'aria, dall'antico borgo Fundrò a Sud-Ovest e dall'altrettanto antico borgo Rossomanno, sul monte omonimo a 885 metri s.l.m. a Nord-Est. Da qualche mese il parco è chiuso per <<LAVORI DI MANUTENZIONE>> che non si sa quanto dureranno, lasciando per ora tanti amanti del picnic all'aperto, piazzesi e non, "orfani" di un gran bel polmone verde.

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