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Cronarmerina - Aprile 2025

Padre Carmelo Capizzi S.J./5

P. Carmelo Capizzi (1929-2002)

5

Intanto, nonostante il secondo infarto del 15 settembre 1991 e l'operazione del 4 marzo 1992 (consistente nell'inserzione di 4 "bypass"), fin dal 1990 mi trovo ad essere - evidentemente solo... per grazia ricevuta o ante praevisa merita - Direttore del Comitato scientifico dell'Istituto Cassiodoro di Squillace e Rettore dell'Accademia Angelica Costantiniana con sede a Roma, fondata nel 1949 dal principe Bernardo Angelo Comneno di Tessaglia; dal 1994 appartengo all'ccademia Tiberina; dal 1996 sono Presidente della Società di Storia Patria per la Sicilia Centro-Meridionale e dal 1998 membro del "Comitato storico dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme", mentre da molti anni sono pure membro della Società di Storia Patria della Calabria, della Società Romana di Storia Patria, della Società Dalmata di Storia Patria, e dell'Istituto Siciliano di Studi Bizantini e Neoellenici di Palermo. Non posso, manzonianamente, prendermi in giro aggiungendo "ecc., ecc." solo perché... non ho altri titoli da aggiungere. Le mie pubblicazioni contano, oltre ai due libri già ricordati (n.d.r. Pantokrator 1964, Anastasio I 1969), altri cinque volumi: Ch. DIEHL, Storia dell'Impero bizantino, Roma 1977 (trad. dal francese); CALLINICO, Vita di Ipazio, Roma 1980 (trad. dal greco); Giustiniano tra politica e religione, Soveria Mannelli 1984, Giuliana la committente, Milano 1998; La Civiltà bizantina, Milano 2000 (ideato dal G. PASSARELLI), in cui ho scritto la "prolusione" (apparsa poi come volumetto a parte, Milano 2001) e alcune voci. Oltre a ciò, ho curato la III^ ediz. ital. del IV Vol. della Storia della Chiesa di FLICHE-MARTIN (Torino 1972); l'ediz. postuma del II volume di Das Zeitalter Iustinians, Brerlin-New York 1994, di BERTHOLD RUBIN, mio professore di Storia Bizantina a Colonia; e ANTONIO FERRUA S.I., Studi di antichità cristiane, Roma 1997. Infine ricorderò la mia collaborazione con circa 65 voci di Storia bizantina al Dizionario enciclopedico dell'Oriente Cristiano a cura di Edward Farruggia S.I. (Roma 2000) e la quindicina di articoli per la terza edizione del Lexikon für Theologie und Kirche (1993ss.) dell'editore Herder di Freiburg. La lista bibliografica che segue questa scheda si allungherebbe troppo se vi aggiungessi tutte le recensioni pubblicate, oltre che nella "Civiltà Cattolica" fin dal 1950, in altre riviste come "Byzantinische Zeitschrift", "Orientalia Christiana Periodica", "Zeitschrift für Kirchengeschichte", "Rivista di Studi bizantini e neoellenici", "Storia e Civiltà", "Nova et Vetera", ecc. Penso che questa lista sia sufficiente a dare un'idea della varietà dei miei interessi scientifici e culturali, nonostante la mia "professione" di cultore e docente di Storia bizantina. Tale varietà di interessi spesso mi ha suscitato perplessità e fondati timori di disperdermi in una specie di enciclopedismo inconcludente. Essa nondimeno mi ha offerto un vantaggio operativo sul piano culturale: mi ha dato l'occasione non solo di dover gestire contemporaneamente per alcuni anni tre cattedre universitarie, ma di farmi coinvolgere nella progettazione ed attuazione di varie iniziative, come la nascita delle riviste "Studi e ricerche sull'Oriente Cristiano" (diretta dai proff. F. Saverio Pericoli Ridolfini e Giuseppe Sorge), "Storia e Civiltà" (diretta dal prof. Pier Fausto Palumbo), "Cassiodorus. Rivista di studi sulla tarda antichità" (diretta dal prof. Gaetano Passarelli), "Archivio storico per la Sicilia centro-meridionale" (diretta dal dott. Gianfilippo Villari). (n.d.r. Segue la Bibliografia principale con l'elenco completo che va dal 1955 al 2002.)

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Tra le tantissime pubblicazioni a cronarmerina.it preme ricordare:- "Premessa" a LITTERIO VILLARI, Storia della città di Piazza Armerina (l'antica Ibla Erea). I. Dalle origini al 1412, Piacenza 1973, pp. 9-13; - "Premessa" a LITTERIO VILLARI, Storia della città di Piazza Armerina (l'antica Ibla Erea). Dalle origini ai giorni nostri, Piacenza 1981, pp. 10-16; - La diocesi di Piazza Armerina si stringe al suo nuovo Pastore, in "L'Osservatore Romano", 8 marzo 1986, p. 4; - La decorazione pittorica di una chiesa in Cina nella seconda metà del Seicento. Una lettera inedita dl P. Prospero Intorcetta S.I., in "Studi e ricerche sull'Oriente Cristiano" 12 (1989), pp. 3-21; - "Prefazione" a L. VILLARI, Storia ecclesiastica della città di Piazza Armerina, Soc. Messinese di Storia Patria, Messina 1989, pp. 5-8; - La biografia del P. Filippo Arena S.I. Ai primi passi di una ricerca, in I. NIGRELLI (cur.), Filippo Arena e la cultura scientifica del Settecento in Sicilia, La Palma, Palermo-São Paulo 1991, pp. 11-43; - Un insigne matematico e botanico siciliano: Filippo Arena S.I. (1708-1789). Avvio di una ricerca biografica, in "Rivista storica del Mezzogiorno" 26 (1991), pp. 176-215; - Il casato piazzese dei Trigona e la Compagnia di Gesù, in AA.VV., La cultura scientifica e i Gesuiti nel Settecento in Sicilia. Atti del convegno di studio "Filippo Arena e la cultura scientifica del Settecento in Sicilia" tenutosi a Piazza Armerina il 15-16-17 novembre 1991, a cura di I. NIGRELLI, Palermo-São Paulo 1992, pp. 153-177.

N.B. cronarmerina.it sentitamente ringrazia Salvatore Capizzi, fratello di P. Carmelo, per aver messo a disposizione la documentazione da cui è stato tratto questo prezioso e completo Profilo bio-bibliografico. Inoltre, per chi volesse leggere ricordi personali e aneddoti del fratello minore di padre Carmelo, Salvatore, vi rimando ai 13 post di cui il primo è Ricordi inediti su P. Carmelo Capizzi/1.

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1° Mar. Lgt. Trebastoni/2

Saluto della "bandiera di guerra", nov. 2015

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Il 1°Mar. lgt. Salvatore TREBASTONI nel 1996 partecipa alla sorveglianza delle libere istituzioni nell’ambito dell’Operazione “Vespri Siciliani” a Catania. Durante gli anni di servizio ha assolto gli incarichi assegnatigli ottenendo eccellenti risultati perciò ha ricevuto numerosi riconoscimenti in ambito nazionale e internazionale¹ ed  è stato più volte elogiato per la sua preparazione tecnico-professionale, lo spirito di sacrificio, la sua innata capacità di leadership e l’attaccamento alle istituzioni. Prima di lasciare il servizio attivo ha voluto rendere omaggio ai concittadini Piazzesi caduti, partecipando in grande uniforme, alle celebrazioni del 70° anniversario della liberazione. E’ transitato nella riserva (pensione) dall’1 dicembre 2015 ed è socio attivo dell’Associazione Nazionale Alpini, sodalizio con sani principi e alti valori morali e sociali. Sposato con la Sig.ra Morena PIVA, ha una figlia di 28 anni, Veronica, e vive a Rivoli (TO) dal 1980.

¹ Onorificenze: Croce d’oro “Mauriziana” per anzianità di servizio; Croce commemorativa per la missione militare di pace in Mozambico; Croce commemorativa per la salvaguardia delle libere istituzioni nell’operazione”Vespri Siciliani”; Croce commemorativa per le attività di soccorso Albania e Macedonia; Croce commemorativa per la missione militare in Kosovo; Croce commemorativa per la missione militare di pace in Libano; Medaglia delle Nazioni Unite per il servizio prestato nell’ambito della Missione “Albatros” in Mozambico; Medaglia della Nato per il servizio prestato nei paesi balcanici; Medaglia delle Nato per il servizio prestato in Kosovo; Medaglia delle Nazioni Unite per il servizio prestato nell’ambito della Missione "Leonte" in Libano.

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1° Mar. Lgt. Trebastoni/1

Operazione "Albatros" in Mozambico, 1993

Operazione "Leonte" in Libano, 2007

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Il 1° Maresciallo “Luogotenente” Salvatore TREBASTONI è nato a Piazza Armerina (EN) nel 1962 e ben presto, all’età di 16 anni, abbandona gli studi al liceo scientifico “Vito Romano” per inseguire un sogno, la carriera militare. Arruolatosi nel 1979 presso la Scuola Allievi Sottufficiali di Viterbo si specializza “contabile” preso la SMICA di Maddaloni (CE), dove viene promosso Sergente e assegnato al Battaglione Logistico ora Reggimento Logistico in Rivoli (TO), reparto inquadrato nella Gloriosa Brigata Alpina “Taurinense”. Catapultato dalla lontana Sicilia nelle truppe da montagna, ha dapprima frequentato il corso di ambientamento basico nelle Truppe Alpine per poi essere avviato ai corsi di specializzazione basico ed avanzato di sci e roccia. Appartenente ad una unità di elite dell’Esercito Italiano quale il “Contingente Cuneense”, partecipa a  molteplici Esercitazioni Nato unitamente a contingenti americani, canadesi, inglesi, tedeschi, turchi ecc., operando in ambienti a volte proibitivi quali Norvegia, a centinaia di chilometri oltre il circolo polare artico e a -60° sotto lo zero, Scozia, Danimarca, Portogallo e Turchia. Ha partecipato attivamente con i contingenti di pace inviati dall’ONU in Mozambico nel 1993 nell’ambito dell’Operazione “Albatros” e in Libano nel 2007 e 2012 nell’ambito dell’Operazione “Leonte”; con i contingenti NATO in Bosnia Erzegovina nel 1997, in Albania e Macedonia nel 1999 ed in Kosovo nel 2002 e 2005. Inoltre, ha partecipato alle operazioni di soccorso alle popolazioni colpite dal terremoto in Irpinia, dall’alluvione in Piemonte e a quelle per l’accoglienza dei primi profughi albanesi presso il centro allestito nella caserma intitolata al nostro famoso concittadino “Gen. A. Cascino” di Susa (TO). (continua)

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Mostra al Museo Diocesano

MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE SACRA

CONTEMPORANEA E BENI CULTURALI ECCLESIASTICI

"GIUBILEO STRAORDINARIO DEGLI ARTISTI"

SUL TEMA PACE E FRATELLANZA TRA I POPOLI

AL MUSEO DIOCESANO

DAL 12 MARZO AL 16 OTTOBRE 2016

DA GIOVEDI A DOMENICA ORE 10-13 / 16-19

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Padre Carmelo Capizzi S.J./4

Pontificio Istituto Orientale, Roma

Sede della rivista "La Civiltà Cattolica", Villa Malta, Roma

4

Ritornato in Sicilia, fui trasferito nel 1964 a Roma nel Pontificio Istituto Orientale (n.d.r. foto in alto) per insegnarvi "materie bizantine"; dopo un triennio in cui insegnai Storia dell'Arte Bizantina, Grammatica Greca e altre discipline, dal 1987 fui destinato definitivamente all'insegnamento della Storia della Chiesa Bizantina. Dopo aver pubblicato il libro Pantokrator (1964) e sull'imperatore Anastasio I (1969), fui nominato "Honorar Professor für Byzantinistik" all'Università di Colonia da parte del Ministero dei Culti del Land Nord Rhein-Westphalen (1969)... e nel 1971 ebbi anche l'incarico di Storia Bizantina alla Facoltà di Magistero de "La Sapienza" di Roma. Nel 1974 mi si presentò l'occasione di partecipare al concorso nazionale a cattedra per Storia Bizantina; riuscii fra i tre vincitori, e la predetta facoltà di Magistero mi chiamò a coprire la prima cattedra - oggi si direbbe di "prima fascia" - di Storia Bizantina istituita in una Università statale italiana (1975); tre anni dopo ebbi la conferma come Professore Ordinario. L'esempio de "La Sapienza" fu contagioso: molte altre Università italiane hanno istituito cattedre non solo di Filologia bizantina o di Filologia e Storia bizantina, ma Storia bizantina pura e semplice. Per motivi di vario genere, nel 1977 chiesi di trasferire il mio domicilio da Piazza S. Maria Maggiore (n.d.r. sede del Pontificio Istituto Orientale) alla sede della "Civiltà Cattolica", prevedendo col Direttore di allora, P. Bartolomeo Sorge, un incremento della mia collaborazione alla Rivista; così fino al gennaio 1980 fui menbro della Comunità di Villa Malta (n.d.r. foto in basso). Ma nel 1980 dovetti ritornare al Pontificio Istituto Orientale per coprirvi l'ufficio di Decano della Facoltà di Scienze Ecclesiastiche Orientali, dal quale decaddi nell'estate del 1983. Oltre a ciò, nel 1982 avevo dovuto accettare alla Facoltà di Magistero l'affidamento della cattedra di Storia del Cristianesimo, fondata dal P. V. Monachino S.I. e, andato lui in pensione, affidata per un biennio al prof. Massimo Petrocchi. Il mio affidamento si estese a tutto l'anno accademico 1986/87, cioè per cinque anni accademici. Il primo infarto subìto il 2 maggio 1987 e le sue conseguenze mi indussero a chiedere ai miei Superiori il ritorno alla "Civiltà Cattolica" e l'esonero dall'insegnamento al Pontificio Istituto Orientale per dedicare le mie forze soprattutto all'attività accademica nell'Università de "La Sapienza". Le due richieste, dopo mesi di consultazioni e riflessioni, furono accolte; così ai primi di settembre 1987 ritornai a Villa Malta. (continua)

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1925 I Commercianti a Piazza/11

(dal Post 10)

Dall'Annuario Commerciale del 1925 altre ditte a Piazza Armerina (CL)


GHIACCIO ARTIFICIALE (fabbr.)

PANEBIANCO PAOLO¹

SAPONIFICIO ARMERINO (F. Salemi & C.)²


ILLUMINAZIONE PUBBLICA

IL COMUNE (Elettrica)³


INFORMAZIONI COMMERCIALI

CAPUTO VINCENZO

ROCCELLA R.


LANA

S. CAMERATA4

PORTERA F.lli


LATERIZI

CASSARINO F.LLI

MESSINA PAOLO - Via Altacura

Nel riquadro sottostante

Premiata Fabbrica Con Medaglia D'Oro

Paolo Messina

Specialità mattonelle a grande presa

PIAZZA ARMERINA - Via Altacura - Stabilimento proprio

Lavori in mosaico - Gradini per scale - Balaustrate - Vasche da Bagno - Lavapiatti - Lavamani - Altari - Fonti Battesimali - Zoccolature - Colonne - Avelli5 - Cappelle Mortuarie - Lavapanni - Recipienti - Vasi - Lavori di Decorazione - Pavimento a getto in cemento semplice


PASTORELLI GIAC.

ZAFFINO ANT. & FIGLI6


LATTERIE

ARENA RAUSO F.LLI7


LEGNAME (neg.)

D'AGATA SALVATORE

LIVIO SALVATORE

SAPONE ANTONINO

VILLARI ANTONINO8

VILLARI FRANCESCO8

¹ La fabbrica che si trovava in via Generale Gaeta tra i numeri 19, 21, 23, dietro i binari ferroviari, precedentemente era di un parente del Panebianco, un certo La Malfa. Il ghiaccio, una volta prodotto, veniva venduto per le strade della città portato sui carretti trainati da muli.  

² Si trovava nei pressi dell'odierna ditta LA MORELLA GOMME.

³ La centrale si trovava nel grande edificio nel piano di Santa Rosalia.

4 Forse si tratta del barone Salvatore Camerata (figlio di Francesco feudatario di Butera sposato nel 1898 con Girolama Sceberras) nel 1921 deputato per Alleanza Democratica Sociale, proprietario del palazzo Starrabba di via Garibaldi di fronte l'Istituto delle Suore di Maria Ausiliatrice.

5 Errore di stampa, doveva essere "Lavelli".

6 Errore di stampa, doveva esere ZAFFIRO. La fabbrica di laterizi, chiamata anche fornace di terracotta,  a Piazza "stazzöngh" o "stazzone", si trovava dietro la fontana dei Canali. Un'altra fabbrica, sempre della stessa famiglia, si trovava nei pressi della chiesetta dell'Indirizzo, in c/da Baffa. Dopo la morte del titolare Antonio nel 1927, le fornaci passarano alla figlia Maria Stella sposata col falegname Angelo Albanese, zio e "mastru" di mio nonno materno Marino Gaetano Albanese.

7 Errore di stampa, doveva essere RAUSA.

8 Erano fratelli e ambedue zii dello storico piazzese gen.le Litterio Villari. Francesco lo troviamo anche nell'elenco CEREALI. I magazzini si trovavano negli edifici di fronte la chiesa di San Pietro.

(continua)

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Padre Carmelo Capizzi S.J./3

L'Istituto Ignatianum di Messina

3

Dopo il solito biennio di noviziato, trascorsi un anno per prepararmi alla licenza ginnasiale studiando privatamente e per lo più da autodidatta. Conseguita la licenza ginnasiale a Palermo nel luglio 1947, trascorsi il triennio 1947 - 1950 per compiere tra i "carissimi" gli studi enciclopedici del liceo classico di allora con una forte accentuazione del greco e del latino, secondo la vecchia tradizione umanistica dei gesuiti. Ottenuta la maturità classica a Palermo nel luglio del 1950, passai allo studio della filosofia all'Istituto Ignatianum di Messina (n.d.r. nella foto). Trascorsi tre anni che furono una vera e propria prova del fuoco per la mia intelligenza e la mia sensibilità. Insieme con varie decine di compagni siciliani, napoletani e piemontesi studiai filosofia scolastica dovendo superare tutte le difficoltà di un metodo e di un linguaggio latino, del tutto nuovi e quanto mai ostici. Ma la formazione mentale e intellettuale che lentamente ricavai da quelle lezioni, dispute pubbliche e private, esercitazioni, ripetizioni ed esami - sempre in latino - è stata ed è di una validità insuperabile, sia sul piano logico-gnoseologico che sul piano della riflessione metafisica e della Weltanschauung intellettuale e religiosa. Nell'ottobre del 1953 cominciai il "magistero" al Collegio Pennisi di Acireale come prefetto di camerata e, nel contempo, studente all'Università di Messina; nel giugno del 1954 mi recai per la prima volta in Germania; andai a trascorrere un mese a Pullach (Monaco di Baviera) e una quarantina di giorni a Feldkirch in Austria, per esercitarmi nella lingua tedesca. Quel viaggio mi permise di fare osservazioni interessanti sull'incipiente ricostruzione della Germania e dell'Austria, le cui città mostravano ancora interi quartieri diroccati e incendiati dai bombardamenti, con mucchi di macerie invase da erbacce e rovi. Nel settembre fui trasferito a Bagheria per continuarvi il magistero come insegnante di lettere ai giovani liceali gesuiti e come studente universitario. Nel dicembre 1956, ritornato all'Istituto Ignatianum di Messina per iniziarvi il quadriennio di teologia, mi recai per alcuni giorni a Palermo per sostenervi l'esame di Laurea in Lettere - indirizzo classico - che superai col massimo dei voti il 6 dicembre 1956. Il mio relatore fu il prof. Giuseppe Valentini S.I., ordinario di Lingua e Letteratura Albanese; fu decisivo l'intervento a favore della mia tesi del prof. Giulio Cesare Argan, allora soltanto ordinario di Storia dell'Arte Medievale e Moderna. Come ancora si soleva fare negli scolasticati dei gesuiti, studiai anche le materie teologiche in latino, ricavandone vantaggi intellettuali e pratici di cui oggi solo pochissimi possono farsi un'idea. Gli otto anni seguenti rappresentano tutta una serie di tappe della mia ulteriore formazione, intellettuale e religiosa, che posso schematizzare come segue. Studio della Teologia all'Ignatianum di Messina (1956-1960), Laurea in Filosofia a Messina e secondo viaggio in Germania (1958), Ordinazione sacerdotale (1959), Conclusione e superamento esame ad gradum di Filosofia e Teologia (1960), viaggio in Francia per Terzo anno di probazione (1961), Terzo soggiorno in Germania (Univ. di Colonia e Heidelberg) per la Storia Bizantina (1961-1964). (continua)

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1925 I Commercianti a Piazza/10

(dal Post 9)

Sempre a pag. 401 dell'Annuario Generale Commerciale della Sicilia e delle calabrie del 1925 troviamo le sottoelencate Ditte piazzesi.


FERRO (neg.)

CONTI ARMANNI G.¹

CONTI SCOZZARELLA GIOV.

GIUNTA BENEDETTO


FLORICULTORI E NEGOZI DI FIORI FRESCHI

ROCCELLA DOTT. ROS.


FOTOGRAFI²

BALBO ANTONIO

CAPONETTI ANGELO

SCUCCHIA ERNESTO


FRANTOI O MACCHINE PER TRITURAZIONE

CAPIZZI PALERMO

DII PASQUALE³

SALEMI S.


FRUTTA SECCA (Nego.)

CONTI VINCENZO DI GAETANO

NOCERA SALV.

PRESTIFILIPPO F.lli

PRESTIFILIPPO GIUS.


FRUTTIVENDOLI (Neg.)

NOCERA SALVATORE4


GEOMETRA

BARBERA DOMENICO GIUSEPPE

BONANNO MARIANO

CONTRAFATTO ROSARIO

GOLINO LORENZO5

LIBERTINO GIUS.6

PASTORELLI GIACOMO

ROCCELLA GIACOMO

ROCCELLA GIACOMO7
_____

¹ E' lo stesso CONTI ARMANNI GAETANO trovato tra gli ARTICOLI CASALINGHI, l'officina/laboratorio con molti operai l'aveva in via Vitt. Emanuele 53.
² Di questi fotografi avevo già parlato nel post "I due fotografi e altri" del 27 giugno 2013.
³ Errore di stampa nell'aggiungere una "I".
4 Lo stesso della FRUTTA SECCA.
5 Era il proprietario della casa che mio padre acquistò negli anni 60 in via Sant'Agostino 1.
6 Nato nel 1868 troviamo il fratello Tanuzzu nell'elenco dei CAPIMASTRI;                                                                                                                                                                                                     

7 Altro errore di stampa, viene ripetuto ROCCELLA GIACOMO.

(continua)

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Oggi ne ricordiamo solo 15

In questo giorno mi sembra giusto ricordare almeno 15 donne che hanno fatto la storia di Piazza

- Bonadonna e la figlia Graziana Sparavayra fanno costruire la chiesa di Sant'Agata (1334)
- Florentia de Caldarera fonda il monastero delle Benedettine di San Giovanni Evangelista (1361)
- Giacoma Villardita fonda l'ospedale al Monte (1420)
- Graziana figlia di Giacoma Villardita sposta l'ospedale nel piano di San Giuseppe (1444)
- Panfilia Spinelli dona 60.000 scudi per la Chiesa Madre di Santa Maria Maggiore (1517)
- Costanza Colomba trasforma il suo palazzo in Casa di Ritiro di Sant'Agata poi Monastero Bedenettino (1530)
- Fulgentia Li Gregni badessa ventiquattrenne costruisce ex novo la chiesa di San Giovanni Evangelista (1550)
- Laura de Assoro per la forte carestia distribuisce gratuitamente grano ai concittadini (1587)
- Arcangela Tirdera, suora Francescana Terziaria, muore in odor di santità (1598)
- Serafina Trigona, suora Benedettina, muore a 22 anni in odor di santità (1619)   
- Geronima Rivarola trasforma l'Oratorio in chiesa di Sant'Anna (1680 ca.)
- Ottavilla La Valle, suora benedettina, dona un'ingente somma per la chiesa di San Giovanni Evangelista (1720)
- Aurora Satariano Cappello fonda un'Opera Pia dotandola di molte proprietà (1743 ca.)
- Carmela Trigona di Gerace fonda un istituto di beneficenza che ospita nel suo palazzo (1902)
- Giovanna Sceberras fonda un  pensionato per signore sole e anziane nel suo palazzo (1960)

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Padre Carmelo Capizzi S.J./2

Villa San Cataldo di Bagheria, sede del Seminario dei Gesuiti in Sicilia dal 1905

2

Chi scrive, dando i primi segni di una futura vocazione storica, seguiva con passione tutto ciò e lo beveva a larghi sorsi, senza nessuna possibilità di analisi critica; identificandosi con l'Italia e quella che egli credeva la sua storia, partecipava con ingenuo entusiasmo e fierezza a tutti i successi veri o presunti della Patria in pace o "in armi" e dei suoi alleati d'Oltralpe e d'Oltreoceano. Perciò i disastri militari subìti dall'Asse e dal Giappone per terra e per mare cominciando dall'autunno del 1942, i bombardamenti a tappeto dell'aviazione anglo-americana, come l'asprezza cruenta della nostra guerra partigiana che fin dall'8 settembre 1943 scatenava le reazioni spesso assurde e durissime dei nazi-fascisti, e la situazione politica incerta e confusa che ne seguì, lo gettarono in una delusione angosciosa, in un pessimismo permanente, in una specie di crisi storica interiore e segreta, che hanno segnato gran parte della sua adolescenza e vari anni della sua prima gioventù. Non gli fu facile risalire il baratro di questa catastrofe psicologico-culturale, riflesso del baratro in cui vide precipitare l'Italia e gran parte dell'Europa devastate e lacerate dalla guerra, per tacere del Giappone, prima vittima della bomba atomica. Questo avveniva soprattutto quando frequentava la scuola elementare e la prima media a Piazza Armerina nelle scuole pubbliche; la seconda e terza media nel Seminario vescovile della stessa Città (1942-1944), dove era entrato col proposito, divenuto sempre più chiaro e deciso, di farsi prete. Spinto da un ideale di vita missionaria rafforzato da una forte tendenza a... conquiste eroiche o comunque avventurose, giunto a quindici anni d'età, volli abbandonare il Seminario diocesano e l'idea di essere sacerdote in Italia; così, superate varie difficoltà e la resistenza accanita dei miei genitori, potei entrare nel noviziato dei Gesuiti di Sicilia, che allora era a Bagheria (Palermo). Vi giunsi la sera del 10 ottobre 1944 dopo molte ore di viaggio in treno rabberciato alla buona che, da Caltanissetta in poi, arrancò tra stazioni semidiroccate, file di vagoni incendiati e arruginiti fermi sui binari morti, e, dulcis in fundo, con un  carico in continuo aumento di viaggiatori allora tipici: i famosi "intrallazzisti", che dai piccoli paesi della Sicilia interna trasportavano sacchi di frumento, di farina e di legumi da smerciare a prezzi di mercato nero a Palermo. La guerra allora continuava nel centro-nord della nostra Penisola, mentre in Sicilia, come nel resto del Sud occupato dagli Alleati, la fame e la disoccupazione imperversavano più che mai. Proprio in questi mesi, non lontano da Palermo, il bandito Giuliano si era gettato - o forse fu costretto a gettarsi - nella sua avventura criminale e sanguinosa, finita tragicamente nel 1949, dopo aver fatto parlare tanto radio e giornali. Da coloro che stavano per divenire i miei Confratelli ebbi un'accoglienza che mi ripagò di tutte le lotte e fatiche che mi era costato quel viaggio da Piazza Armerina alla Villa di San Cataldo a Bagheria (n.d.r. nella foto). La Villa era stata acquistata dai gesuiti verso il 1905 e conservata in tutto il suo splendore di grande edificio elevato ai margini di uno splendido parco settecentesco, costituito da viali delimitanti triangoli, quadrati e losanghe lussureggianti di agrumi, palme, pergole di viti, e con quattro enormi pini all'inrocio dei due vialoni principali. L'intreccio dei loro rami giganteschi formava un'immensa cupola verde, molto comoda durante i solleoni estivi per le varie decine di Padri e Fratelli Coadiutori della Comunità, a cui si aggiungevano oltre cinquanta novizi e "carissimi" (= studenti liceali). (continua)

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