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Cronarmerina - Aprile 2025

1925 I Commercianti a Piazza/9

(dal Post 8)

Siamo arrivati a pag 401 dell'Annuario Generale Commerciale della Sicilia e delle Calabrie anno 1925.


DROGHIERI¹

GIUSTO GIUSEPPE²

LA MALFA F.lli³

LA MALFA GIOVANNI³

SALEMI M. & FIGLI4


EBANISTI5

MARINO G. ALBANESE6

PALADINO GIUS.7

STIVALA G.


FABBRI FERRAI E COSTRUTTORI IN FERRO

CALTAGIRONE SALVATORE

LANZA GESUALDO

MARINO GIUSEPPE

PALERMO GIUSEPPE8

PALERMO ROSARIO

PORTOGALLO GIUSEPPE9


FARMACIE

CONSOLO ANDREA

GIUSTO GIUSEPPE10

GIUSTO STEFANO10

LA MALFA ALFREDO³

LA MALFA GIOVANNI³

PALERMO LUIGI11

SALEMI M. & FIGLI

SALEMI ROSARIO12


¹ I droghieri negli anni 20 erano i commercianti di spezie e aromi solitamente provenienti dall'Oriente e di generi coloniali detti in passato droghe, ovvero sostanze alimentari (caffé, cacao) provenienti da quelle che un tempo erano colonie dei paesi europei. Come vedremo alcune ditte le ritroviamo nell'elenco delle FARMACIE.

² Sino a qualche anno fa la FARMACIA si trovava in via Garibaldi 1.

³ In piazza Garibaldi 33 e 34, poi FARMACIA ARENA oggi FARMACIA QUATTRINO, un'altra l'avevano in via Vitt. Emanuele, oggi FARMACIA GURRERI.

4 SALEMI Mario e figli in via Marconi con l'entrata anche dalla via Umberto.

5 Gli EBANISTI si distinguono dai falegnami per la specializzazione nella lavorazione di ebano e di altri legni pregiati per la creazione di mobili con decorazioni e intarsi.

6 Si tratta di mio nonno materno già riscontrato negli elenchi degli AMMOBIGLIAMENTI COMPLETI, ARGENTERIE e LETTI IN FERRO.

7 Non so se si tratta dello stesso PALADINO GIUSEPPE pittore ritrattista piazzese (1856-1922), forse un omonimo.

8 Non sono sicuro se trattasi dello stesso conosciuto come Pepè Palermo che aveva il laboratorio/officina in via Garibaldi 19. Mio padre lo ricordava per aver messo in commercio per la prima volta a Piazza i monopattini.

9 Si tratta del nonno di Giuseppe Portogallo, Presidente della "Fondazione Prospero Intorcetta". Il suo laboratorio si trovava in via Umberto 55.

10 Forse fratelli, con la farmacia in via Garibaldi 1, poi trasferitasi in via A. Manzoni 3.

11 La farmacia forse si trovava in via Garibaldi 99 dove poi divenne FARMACIA PALADINO.

12 Qui viene specificato per la stessa farmacia uno dei figli del titolare storico Mario.

(continua)

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Padre Carmelo Capizzi S.J./1

Padre Carmelo Cappizzi S.J.¹, (1929-2002)

Il 5 dicembre del 2002 muore a Roma un piazzese che Alla sua terra e cultura d'origine fu legato da affetto profondo e in Sicilia tornava volentieri con frequenti viaggi che alimentavano insieme le amicizie e gli studi. Si tratta di Padre Carmelo Capizzi, membro della Compagnia di Gesù. Pochi mesi prima della sua dipartita, aveva scritto personalmente sul semestrale dell'Accademia Angelica-Costantiniana di Lettere Arti e Scienze - che a lui Rettore dal 1990 dedicava in quel numero una miscellanea di Studi - il proprio "Profilo bio-bibliografico". Da oggi ho deciso di proporVi quel Profilo integralmente per aiutare a conoscerlo chi non lo conosceva, a ricordarlo chi ha avuto la fortuna di apprezzare la sua personalità e la sua vasta cultura. 

Sul filo dei ricordi

1

Mi scuso col lettore della forma schematica e poco discorsiva in cui presento questa scheda circa la mia biografia. Voglio evitare due rischi: 1) di dar l'impressione di scrivere una specie di elogio autobiografico che per istinto e per motivi di varia riflessione mi ripugnerebbe; 2) di perdermi - nel parlare della mia modesta vicenda di uomo e di studioso - in particolari marginali perdendo di vista i fatti che, ad avviso almeno di chi ha buon senso, dovrebbero costituire in questo genere di discorso l'ossatura portante o l'essenziale da ricordare... Ebbi la sorte - sarei tentato di dire: la fortuna o, addirittura la grazia - di nascere in Sicilia, il 14 luglio 1929. Naqui in una delle aree più povere e oggi trascurate dell'Isola, intendo dire a Piazza Armerina, fondata dai Normanni e dai "Lombardi" nel sec. XI, mantenutasi come città demaniale e capoluogo di comarca fino al 1812, tuttora capoluogo di diocesi fin dal 1816. Pur degradata e in parte spopolata fin dal 1926 per la fondazione a sue spese della provincia di Enna, è salita alla ribalta internazionale nell'ultimo mezzo secolo grazie alle nuove scoperte compiute da una nuova campagna di scavi nella Villa romana del Casale; lo splendido monumento ricco di circa 4.000 mq. di mosaici pavimentali - per lo più figurativi e dei secoli III-V (?) - distante dal centro urbano poco più di tre km. La mia data di nascita esatta risulta dal Libro dei battesimi della mia parrocchia (n.d.r. parrocchia S. Filippo); ma all'anagrafe civile fui dichiarato per errore come nato due giorni dopo, cioè il 16 luglio 1929². Ciò spiega che la prima data si presenta nei documenti ecclesiastici; mentre la seconda nei documenti statali o civili. I miei genitori, Biagio e Giuseppina Correnti, tipici rappresentanti dei piccoli contadini della Sicilia di settant'anni fa, ebbero il coraggio cristiano e la fiducia nella vita per dare a me, primogenito, otto fratelli e sorelle per i quali essi vissero e si sacrificarono spesso nel senso più letterale della parola, come, del resto, avevano fatto i miei nonni, che ho avuto la buona sorte di conoscere tutti e quattro. Così, nonostante difficoltà economiche e sociali, crebbi sereno e felice nella mia famiglia (n.d.r. Famiglia Capizzi), dove ci si voleva bene per davvero. La mia infanzia e prima adolescenza trascorsero per lo più nel mondo agreste e paesano del Verga, descritto soprattutto nel suo Mastro don Gesualdo, nei Malavoglia, e nelle sue Novelle rusticane. Era un mondo, nel quale la motorizzazione era agli albori, nonostante la linea ferroviaria a scartamento ridotto Dittaino-Piazza Armerina-Caltagirone: se le biciclette erano piuttosto numerose, le motociclette, le automobili e gli autocarri si contavano sulle punte delle dita. Il territorio di Piazza Armerina, come quello di gran parte della Sicilia, era ancora solcato da strade carrozzabili raramente asfaltate, da trazzere e viottoli sassosi - polverosi d'estate e fangosi d'inverno - percorsi giornalmente da carretti, muli, cavalli, asini e spesso invasi da greggi di capre, pecore e buoi. Crebbi pure pieno delle ingenue attese dalla vita, che allora si respiravano nell'aria e venivano nutrite specialmente dall'insegnamento scolastico fin dalla prima elementare. Frequentavo la scuola italiana degli anni '30 e '40 tutta permeata, almeno esteriormente, di spirito fascista: sopra la cattedra dell'insegnante, il ritratto di Mussolini (il Duce) affiancava immancabilmente quello del re Vittorio Emanuele III, divenuto imperatore nel 1936. Sui loro ritratti dominava sempre il crocifisso. I libri scolastici ci nutrivano continuamente con pagine entusiastiche e a senso unico sulla storia greca e romana, del Medio Evo e del Risorgimento; sulla prima guerra mondiale, la marcia su Roma, le "opere del regime", quali la battaglia del grano, le bonifiche Pontine, i primati sportivi man mano raggiunti, l'impresa di Umberto Nobile al Polo Nord, la trasvolata dell'Atlantico, la conquista dell'etiopia, il ritorno dell'Impero sui "colli fatali di Roma". Da tale storia emergevano i nuovi destini dell'Italia moderna, maestra di civiltà, divenuta ormai potente e rispettata. Ci veniva assicurata con lezioni, "giornali radio", film "Luce", frequenti canzoni marziali e sentimentali l'immancabile vittoria a cui stavano conducendo l'Italia i suoi eserciti, affiancati da quelli della potente Germania hitleriana durante la seconda guerra mondiale; del resto "vincere" era "la parola d'ordine di una suprema volontà", ecc. ecc. (continua)

¹ Le sigle S.J. oppure S.I. dietro il nome di un ecclesiatico indicano l'appartenenza all'Ordine Religioso Gesuita perché S.J. sta per Societas Jesu. Originariamente la forma esatta era solo S.I. perché la J non era presente nell'alfabeto latino antico. I Romani non conoscevano la W e per la U usavano la V. La U e la J fecero la loro comparsa nel rinascimento. Pertanto la J è l'ultima lettera aggiunta all'alfabeto latino moderno. 

² Questa nota è stata aggiunta nel novembre del 2017 in seguito all'effettiva lettura dell'atto di nascita n. 452 datato 20 luglio 1929: <<La signora Correnti Giuseppa di anni 18 casalinga, si presenta al Capo Ufficio Delegato del Comune di Piazza Armerina il 20 luglio 1929 alle ore 11:30 dichiarando che alle ore 12:00 del 16 del corrente mese, nella casa posta in via D. Martino s.n.c., dalla sua legittima unione con Capizzi Biagio di Carmelo contadino, seco lui convivente, è nato un bambino di sesso mascolino che essa presenta e a cui dà il nome di Carmelo>>.

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1925 I Commercianti a Piazza/8

(dal Post 7)

Continua l'elenco delle Ditte Commerciali presenti a Piazza Armerina nel 1925 ed elencate nelle pagine dell'Annuario Generale Commerciale della Sicilia e delle Calabrie.

CEREALI (gross.)¹

CONTI VINCENZO DI GAETANO
Nel riquadro sottostante:
CONTI VINCENZO di Gaetano - PIAZZA ARMERINA
Cordami - Olone - Cereali - Sommacco - Saponaggio -
Frutta secca - Deposito Concimi - Zolfo

IUDIOGINE PASQUALE²
Nel riquadro sottostante:
Iudiogine Pasquale
PIAZZA ARMERINA
Cereali - Mandorle - Nocciuole
Per telegr : Iudiogine Pasquale

PRESTIFILIPPO G.

TALIA ANDREA FU GASPARE

VILLARI FRANCESCO³
Nel riquadro sottostante:
Villari Francesco
PIAZZA ARMERINA
Cereali - Mandorle - Nocciuole - Lana sudicia - Formaggi

COMMISSIONARI*

CAPUTO VINCENZO

ROCCELLA ROSARIO

CONCIMI CHIMICI

CONSORZIO AGRARIO

GIUNTA SALVATORE

MARINO BENEDETTO

MARINO CARMELO

MARINO GAETANO

¹ gross. sta per "grossista"
² Errore di stampa ripetuto per ben tre volte, doveva essere INDIOGINE.
³ Zio del generale Litterio Villari. I magazzini erano di fronte la chiesa di San Pietro.
* Chi effettua compravendite commerciali per conto terzi. Forse inteso anche come sensale, mediatore.

(continua)

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Mirabella Imbaccari. Storia di un feudo del XVII secolo.

Castello di Mirabella Imbaccari (CT)

Palazzo Biscari, Mirabella Imbaccari (CT)

 STORIA DI UN FEUDO DEL XVII secolo

Negli anni della “colonizzazione interna” siciliana tra il XVI e il XVIII secolo, precisamente nel 1610, in un feudo a pochi Km a Sud-Est da Piazza Armerina viene fondata Mirabella (dal 1862 Mirabella Imbaccari). Il feudo, che nel periodo arabo faceva parte del vastissimo territorio del casale di Menzil Khâlil o Malgâ Halîl, era suddiviso in due: Imbaccari Superiore e Imbaccari Inferiore (in alcuni testi dell’XI sec. il nome è anche Limbaccari, Lambaccara o Limbaccara che, per lo studioso Litterio Villari, deriverebbe dalla città di Mactorium poi Maccorium, da cui Maccari). Dal 1160 il feudo passa sotto la giurisdizione della città di Piazza allora chiamata Placea o Placia. Infatti, il casale feudale nei secoli XII, XIII e XIV appartiene alle famiglie di nobili abitanti a Piazza (Goffredo di Mazzarino, Ugo Lancia, de Cardona, Villardita, e nei primi anni del 1400 alla famiglia abitante a Caltagirone, de Andolina. Nel 1425 Giovanni de Andolina (o Landolina) di Caltagirone è costretto a vendere Imbaccari Sottano a Gualtiero Paternò (o Paternione), Giudice della Gran Corte. Il feudo Imbaccari Sottano comprendeva il feudo Imbaccari Sottano propriamente detto, il màrcato Baldo (Inferiore e Superiore) e quello di Piana di Minnelli. Nel 1585 il barone Giuseppe Maria Paternò vende Imbaccari Sottano a Pietro Gaffori, barone del Toscano, tenendo per sé Baldo e Piana di Minnelli. Dieci anni più tardi (1595) il barone si sposa, per la seconda volta, con Eleonora Mirabella baronessa di Ricalcaccia e Spinagallo e quindici anni dopo (1610) chiede ed ottiene da re Filippo III d’Asburgo II di Spagna e II di Sicilia, tramite il vicerè marchese Vigliena, quello che fece costruire la piazza ottagonale “I Quattro Canti” di Palermo, la “licentia populandi” e il “mero e misto imperio” per il suo feudo Baldo e Piana di Minnelli, dandogli il nome di Mirabella in onore della famiglia della moglie Eleonora¹. Nel 1630 il figlio di Giuseppe Maria Paternò, Giacinto, riacquista il feudo di Imbaccari Sottano dai discendenti di Pietro Gaffori e ottiene la licenza, dal vicerè Francesco Fernando de La Cueva , di trasferirvi il paese che ha già fondato nel 1610 nel feudo di Baldo che, purtroppo, si è rivelato insalubre persistendo la malaria. A questo trasferimento si oppone la città di Piazza che si vede lesa nei suoi diritti perché privata da una parte delle entrate fiscali. Dopo sei anni di contrasti (1636), pagando 200 onze ai Giurati di Platia, arriva l’accordo risolutivo per ottenere la totale giurisdizione. Infatti, il vicerè Luigi Moncada principe di Paternò, concede l’autorizzazione definitiva al trasferimento. Nel 1693 il feudo di Imbaccari Sottano insieme alla Terra di Mirabella, per i debiti contratti dalla famiglia Paternò, se lo aggiudica Luigi I Trigona (1650-1714) ma nel 1730 lo recupera, pagando i debiti, Geronimo Paternò che, quattro anni dopo, lo vende a Vincenzo Paternò Castello principe di Biscari che nel 1737 si investe del titolo di Imbaccari Sottano, Baldo e Terra di Mirabella. Alla morte di Vincenzo Paternò Castello (1749) il feudo passa al primogenito Ignazio Paternò Castello Scammacca detto il Grande, perché illustre mecenate, archeologo, numismatico e letterato nonché fondatore del museo “Biscari “ di Catania. L’ultimo della famiglia Paternò Castello, che erediterà i beni di Mirabella nel 1897, è Ignazio che frazionerà il feudo in piccoli appezzamenti e donerà sia il palazzo baronale (1928, foto in basso) che il terreno in contrada Orto Canale per la costruzione delle Scuole Elementari (1930), prima di entrare tra i Chierici Regolari di S. Paolo detti PP. Barnabiti a Roma.

¹ Il padre si chiamava Biagio Mirabella e Landolina signore di Carcaci e, per aver sposato Isabella Iurato e Mancini dei baroni di Monte Suzza, barone di Ricalcaccia, Spinagallo, Buccalesi e Cadedi.

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1925 I Commercianti a Piazza/7

(dal Post 6)

Sempre nella pagina 400 dell'Annuario Generale Commerciale della Sicilia e delle Calabrie, finito di stampare a Catania nel 1926, troviamo gli elenchi delle seguenti ditte:


CALZATURE (fabbr. e neg.)¹

(l'elenco inizia nella parte in basso a sx della pag. 400)

DATOLA FILIPPO²

RUGGERI ANTONINO

(Nel riquadro sottostante: RUGGERI ANTONINO, Via Garibaldi 40³ e Via Mazzini)

TORNETTA MARIO


CAPIMASTRI

CITTALI CONCETTO4

LIBERTINO GAETANO6

PANEBIANCO PAOLO

VITALE FILIPPO

ZAPPIA GIUSEPPE


CAPPELLI PER UOMO

ALLEGRA FRANCESCA5

CAPUTO SALVATORE5

DIANA FILIPPO7

GRILLO NUNZIO8

TURINO ROS.5


CARBONE

MELLIA GAETANO

SPECIALE MICHELE9


CARRI (fabbr.)

D'AGATA SALVATORE

LUFFANTI FILIPPO10


CARTOLERIE

CONTI GIUSEPPE

GRITTA11

¹ Erano i calzolai che vendevano i loro manufatti.

² Il suo laboratorio si trovava in via Marconi 47, oggi "Agenzia PLUTIA".

³ Il locale di via Garibaldi 40, con la numerazione odierna, fu poi la sede del negozio "ELITE" di Franco Palermo. I numeri civici del laboratorio di via Mazzini erano l'11 e il 13.

4 Errore di stampa, doveva essere CITTATI.

5 Avevano il negozio in via Marconi. L'Allegra e il Turino Rosario al n. 20 o al 30. Il Caputo Salvatore al n. 43, dove poi continuarono l'attività le due figlie, mentre il figlio Bobò Caputo vendeva gli stessi articoli al n. 25.

6 E' il fratello minore di Libertino Giuseppe presente nell'elenco dei GEOMETRI.

7 Probabilmente il negozio si trovava in via Garibaldi 102/106 dove ancora esiste la merceria "DIANA".

8 Il negozio si trovava in via Marconi n. 36. Il sig. Grillo sarebbe morto tragicamente due anni dopo la pubblicazione dell'Annuario Commerciale, il 12 aprile 1928.

9 Forse in via Mazzini.

10 Errore di stampa, doveva essere SUFFANTI. Dietro segnalazione di un nipote sappiamo che Filippo era fratello di Giuseppe che troviamo nell'elenco degli Antichi falegnami di Piazza/2. Il loro laboratorio di carri si trovava in via Salvatore La Malfa 50, di fronte l'odierno Ufficio Postale.

11 Altro errore di stampa, doveva essere GRITA (con una "T") Giacomo (1877-1966) con la cartoleria/libreria in via Garibaldi 89, dove poi continuò l'attività il figlio Massimo (1908-1974).

(continua)

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Traduzione Era sö... pangh e cìn'ma

TRADUZIONE de "Era sö pangh e cìn'ma"

 

Proprio in questi giorni abbiamo sentito nominare

La parola ARISTON

Così questo nome mi ha portato indietro negli anni

Questo da un po' di tempo, mi sta succedendo ogni tanto

Sarà colpa dell'età che avanza

Ma l'Ariston che ho in mente

Non c'entra niente con Sanremo della Liguria

E neanche col Festival.

 

E sì, il mio pensiero va al bel cimena del mio paese... Piazza

Ma forse è meglio che diciamo

Quello che è rimasto del bel cinema

Perché ormai è ridotto a monumento della rovina.

Abbandonato in quell'angolo

Con le porte serrate o meglio proprio murate

E per giunta dipinte come per dare loro un'aria di contegno

Una volta le persone a Piazza parlando fra loro dicevano

 

'Quale film danno stasera all'Ariston?'

Ora la domanda è diventata

'Dove ce l'hai la macchina?

La mia ce l'ho posteggiata all'Ariston.'

E sì... peccato... la piazzetta davanti al cinema

Ridotta a parcheggio

E con tanto di parchimetro.

 

Io stessa, non mi posso nascondere,

Quando sono a Piazza posteggio la mia macchina

Proprio all'Ariston, ma ve lo posso giurare,

Non c'è una volta che davanti agli occhi

Non mi passino in rassegna i ricordi nitidi

Di quando all'Ariston ci andavo per vedere

'Quo vadis' oppure

'I Dieci Comandamenti'.

 

Mi rivedo insieme a mia madre e mia sorella Maria Vittoria

Tutte e tre imbellettate

E con mio padre a fianco che ci accompagnava

Per poi venirci a prendere a film finito.

Ma per andare a cinema con la mia famiglia

Dovevano esserci tre condizioni:

Che mia sorella di sette anni più grande di me

Aveva finito di farsi i compiti della scuola per il giorno dopo

 

Che io per tutta quella giornata

Non avevo fatto arrabbiare mia madre

Era lei la vera carabiniera in casa mia,

La terza condizione era quella di portarmi

Infilata nella borsetta di mia madre

Una fetta di pane semplice

E com'era dolce mangiarselo

Seduta lassù nel buio della sala.

 

Solamente ogni tanto illuminata

Dal lampeggio della maschera

Che accompagnava al suo posto

Qualche ritardatario.

 

E più il film mi piaceva

Più io mi deliziavo a dare morsi

Alla mia fetta di pane semplice

Come se fosse stata una prelibatezza...

Invece

Era solo... pane e cinema

 

Rosalba Termini, febbraio 2016

 

Altri post su questo tema: Cinema Ariston; Cine Ariston anni '60; E' ridotto così

cronarmerina.it

 

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Solo pane e cinema

Quando non sapevamo cosa fossero i media, il cinema era l'unico modo per trascorrere felicemente la domenica pomeriggio sino a tarda sera, viaggiando nel tempo, nello spazio e fantasticando e... mangiando.

Era sö... pangh e cìn'ma

Pròpriu 'n cösti giörni avöma sent'ùit num'né

A paròdda ARISTON

Adaccuscì st nom m'ha r'purtàit 'ndarrèra n' l'anni

Cöst da 'ncòch tèmp zzà, m' sta succ'dènn ogn' tantìcchia.

Sarà cupànza d' l'età ch'avanza

Ma l'ARISTON ch' ggh'hòi 'n tèsta

Non ggh' 'ntràs nènt cu Sanremu da L'gùria

E mànch cu Fest'vàl.

 

Eh scì, u mi p'nsèr va o bèu cìn'ma du mi paìs... Ciàzza

Ma fòrs è mèggh ch' d'sgiöma

Cö ch' ha r'stàit du bèu cìn'ma

P'rchì oramài è r'dùsgiùit a monumènt du d'sòlu.

Bannunàit 'n cödda gnùnàda

Cu i pòrti 'ns'rràdi o mèggh pròpiu muràdi

E p' giönta p'ttùrài còm p' de'ggh n'ària d' cuntègn

Na vòta i cr'stiài a Ciàzza parrànn fra jèddi d'sgev'nu

 

'Quàu film dòn'nu stasèra all'Ariston?'

Òra a dumànna ha d'v'ntàit

'Unna ggh' l'hai tu a màch'na?

A mia ggh l'hòi posteggiàda all'Ariston.'

Eh scì... 'ncuscènza... a ciàzzètta danànzi ô cìn'ma

R'dùsgiùa a parchèggiu

E cu tant d' màch'nètta mangiagrai.

 

Jè stìssa, nan m' pòzz muccè,

Quànn sign a Ciàzza postèggiu a mi màch'na

Pròpriu all'Ariston, ma vu pozz giurè,

Nan ggh'è na vota ch' danànzi a l'òggi

Nan m' pass'nu 'n rassègna i r'gòrdi nit'di

D' quànn a l'Ariston ggh'annàva p' guardè

'Quo vadis' o càs mai

'I dieci comandamenti'.

 

M' r'vèd 'nsémula cu me màtri e me söra Marìa V'ttòria

Tutti e tréi 'mp'rp't'cchiàdi

E cu me pàtri o sciànch ch' n' cumpagnàva

P' pöi v'nì a p'gghiè'nn a film f'nùit.

Ma p'annè o cìn'ma cu a mi famìgghia

Ggh'av'na èss trèi cönd'ziöi:

Ch' me söra d' sett'anni ciù rànna d mì

Avèa f'nuìt d fès i comp'ti da scòla pu giörn dòp

 

Ch' jè p' tutta dda giurnàda

Nan avèa fàit raggià me màtri,

Era jèdda a vèra carrub'nèra 'n casa mi,

A tèrza cund'ziöngh era cödda d' purtèm

'Nf'làda ntâ bursétta d' me màtri

'Na f'ddètta d' pangh schìtt

E com'era dözz mangè'lu

S'ttà ddà sùsa ntô scur da sala.

 

Sulamènt ogn' tant lum'nada

Da lampiàda da màsch'ra

Ch' cumpagnàva o so pòst

'Ncòrch r'tardàtariu.

 

E ciù u film m' piasgèva

Ciù jè m' r'criàva a dè muzz'cöi

A me f'ddètta d' pàngh schìtt

Còm s'avèss stàit na pr'l'batèzza...

Inveci

Era sö... pangh e cìn'ma

 

Rosalba Termini, febbraio 2016

N.B. Di questa poesia è disponibile la traduzione.

Altri post sul Cinema Ariston: Cinema Ariston; Cine Ariston anni '60; E' ridotto così.

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1925 I Commercianti a Piazza/6

(dal Post 5)

In basso a sx nella pagina 400 dell'Annuario Generale Commerciale della Sicilia e delle Calabrie anno 1925-26, troviamo le Ditte dei BARS, BASTI, CAFFETTIERI e CALZATURE (fabbr. e neg.) a Piazza in quegli anni.


BARS

BAR DIAZ

BAR MODERNO4

BAR REALE

CAFFE' BENGASI

CAFFE' CENTRALE

CAFFE' ITALIA

CAFFE' TORINO


BASTI¹

LO RE ANGELO

MARINO BENEDETTO

MARINO CARMELO


CAFFETTIERI

BIANCA FRANCESCO (Caffè Roma)²

BUTTIGLIERI DONATO³

CANTARELLA AGATINO (Caffè d'Italia)

MARINO CALOGERO & FIGLIO4

MINACAPELLI GAETANO5

MINACAPELLI SALVATORE6

¹ Ricordo ai contemporanei che il Basto è quella sella rustica, anche di legno, che si assicura al dorso di asini e muli per cavalcarli o porvi il carico. A Piazza i venditori di Basti erano chiamati S'ddèri, S'ddari = Sellai e anche Curdàri. Uno di questi mi ricordo che fosse in Largo Capodarso (Chiànu o Ciàngh Barùn) al n. 4 e un altro all'inizio a dx della via Umberto, al n. 9.
² Forse in via Roma.
³ La caffetteria si trovava ai numeri 17 e 19 di via Marconi, oggi negozio "Fragola". La sua famiglia abitava all'angolo tra la via Mazzini e la via Alessandro. Quando si dedicavano alla torrefazione del caffè, dinnanzi la loro abitazione, profumavano tutti i vicini.
4 Il caffè di Marino Calogero e del figlio Oreste, maestro elementare, si chiamava BAR MODERNO e si trovava in via Mazzini. Dopo il fallimento della "Banca dei Preti", si trasferì nella sede della banca, in via Marconi 26-28, oggi "Caffètteria Marconi" di Focoso & Aguglia. Lo troviamo anche nell'elenco TORRONI.
5 Questo caffè si trovava in via Marconi 34, oggi "Tabacchi Santoro". Mio padre Gino si ricordava bene del figlio di Gaetano, Filippo Minacapelli, poi subentrato nella gestione. Erano lontani cugini con l'altro Minacapelli, Salvatore detto "Turiddu", al n. 24 della stessa via. Continuando la consultazione dell'Annuario nell'elenco TORRONI lo ritroviamo ubicato in via Garibaldi 22, questo doveva essere il sito precedente.
6 Da tutti conosciuto come "Turiddu Minacapelli" aveva il caffè in via Marconi 24, sino al 1964 quando subentrò Pino Bonafede, poi si chiamò "Caffè des amis" di  Orazio Casano, oggi è dei fratelli Barresi.

(continua)

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1925 I Commercianti a Piazza/5

(dal Post 4)

Dall'Annuario Generale Commerciale della Sicilia e delle Calabrie, datato 1925-1926.


ARTICOLI CASALINGHI

BISICCHIA FRANCESCO

CONTI CALOGERO¹

CONTI G. ASMANNA²

FAILLA GIACOMO

SICILIA ALFREDO


ARTICOLI PER ILLUMINAZIONE

CONTI C.¹

MESSINA PAOLO

SICILIA ALFREDO³


BANCHE

BANCA POPOLARE COOPERAT. COMMER. ED AGR. DI PIAZZA ARMERINA4

BANCO DI SICILIA5

CASSA AGRARIA

CASSA OPERAIA DEMOCRATICA CRISTIANA6

CASSA RURALE

CONSORZIO AGRAR.8

COOPERATIVA FRA I COMBATTENTI

MONTE FRUMENTARIO7

¹ Forse è lo stesso CONTI CALOGERO dell'elenco "ARTICOLI PER CALZATURE".  

² Qui c'è un errore di stampa invece di ASMANNA deve essere ARMANNI perché, più avanti nell'elenco "FERRO (neg.)", registriamo CONTI ARMANNI G. che aveva la sua officina in via Vitt. Emanuele 53, e poi, in un vecchio quotidiano del 1903, avevo già riscontrato la pubblicità di CONTI ARMANNI GAETANO, negozio di cravatte, lingerie e cappelli Borsalino, in via Garibaldi 43.

³ Lo stesso degli ARTICOLI CASALINGHI. Inoltre, negli anni 40, una signora SICILIA vendeva mobili in via Garibaldi 76, dove poi ci sarebbe stato il negozio di elettrodomestici del sig. Piana.

4 In via Marconi 25, poi in piazza Garibaldi 13.

5 Forse già allora in via Garibaldi 6.

6 Chiamata anche "BANCA CATTOLICA" o, dal popolo, "BANCA DEI PRETI". La sede era sino agli anni 20 nei locali di via Marconi 28, che poi ospitarono il "Caffé Marino". Oggi c'è il "Caffè di Focoso & Aguglia". Questa banca negli anni 1925-26 era già in brutte acque e fallì definitivamente alla fine degli anni 20, trascinando in rovina l'economia della Città assieme a tanti piccoli e grandi risparmiatori.

7 Era la banca più antica di Piazza (fine XV secolo) che dava in prestito il grano per la nuova semina. Prima era gestita dal MONTE DI PIETA' che poi si chiamò MONTE DI PRESTAMI, con l'ingresso dal largo Sant'Onofrio 5.

8 Nel novembre del 2021 ho saputo, grazie all'amico Marco I., che la sede del Consorzio Agrazio fosse nell'attuale via Barone Camerata n. 12. In una foto relativa, probabilmente, alla processione del 20 luglio 1924 per la traslazione in Cattedrale dei resti mortali del Vescovo di Piazza mons. Mariano Palermo, morto il 9 febbraio 1903, si scorgono sopra la porta d'ingresso con quel numero civico, due insegne dell'istituto di credito a forma di scudi ovali. 

 

(continua)

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