ExclusiveCentraleSx
ExclusiveCentraleDx

Cronarmerina - Novembre 2024

Fontana Borgo Cascino/n. 63

La Fontana/abbeveratoio n. 63 nella foto è quella a poche decine di metri dall'ingresso del Borgo Cascino a 14,1 Km da Enna Bassa. Il bivio per la SP30, che porta al Borgo Rurale, si trova lungo la SS117bis diventata da ca. 400 m SS122. L'abbeveratoio è formato da due vasche rettangolari poste su due livelli, per consentire il riempimento della seconda dopo che l'acqua ha raggiunto il massimo livello nella prima. Ormai inutilizzata, era stata costruita negli anni 40 per durare a lungo tanto da sembrare restaurata da poco. Doveva offrire un posto di ristoro alle cavalcature che portavano i raccolti delle terre attorno al Borgo Cascino verso i centri abitati vicini.

cronarmerina.it

  • Pubblicato in Fontane
Leggi tutto...

Le vie di Piazza/T

Salita Trigona Marco

Dal 20 ottobre 2016 ho iniziato ad elencare tutte le strade di Piazza Armerina, con scritto accanto da dove iniziano sin dove arrivano, per meglio localizzarle. Lo scopo principale è quello di far conoscere ai Piazzesi e non il nome sia delle strade conosciute, sia delle tante sconosciute ai più e con nomi particolari. Ogni post elencherà le vie in ordine alfabetico e, per quanto è possibile, è stato messo a chi è stata intitolata. Si accettano segnalazioni di eventuali vie sfuggite nella compilazione.

T

Vico TAGNESI, (Filippo, caduto 1^ G.M.) da via Pergola a via Muzzicato
C.le TAORMINA, (famiglia) da via Vescovado a via L. De Assoro
Via TEATRO, da p.zza Umberto I a via Salemi
Via TORQUATO TASSO, (poeta) da via F. Guccio a c.da Sant'Andrea
C.le TIRRI, (Giuseppe e Ignazio, sacerdoti) nella via Pietro Cagni
Via TORINO, da Salita Calvario a vico Azzolina
Via TORNETTA, (Vincenzo, ambasciatore) da largo S. Martino a Sotto Rocca S. Martino
Via TORRES ALESSANDRO, da piazza G. Crea a c.da Domartino
Via TORRIONE, da via Castellina a Cappella S. Giuseppe
Via TOSELLI, (famiglia) da via G. Abate a via Don Milani
via TRAPANI, da via Vitt. Veneto a c.da Aldovino
Via TRENTO, da via C. Di Marco a c.da Sant'Andrea
C.le TREVIGNE, nella via Pergola
Via TRIGONA, (famiglia) da via Mendozza a via Stradonello
Via TRIGONA CARDINALE, (Gaetano Maria) da via Vignazza a via F. Cagno
Via TRIGONA LETIZIA, (di Roccabianca, direttrice scolastica) da via G. D'Annunzio a c.da Aldovino
S.ta TRIGONA MARCO, (barone, benefattore) da via S. Rosalia a p.zza Duomo
C.le TRIGONA MARCO, (barone, benefattore) nella s.ta M. Trigona
Via TRIGONA SCIPIONE, (giurecolsulto sec. XVI) da via F. Cagno a c.da Domartino
Via TRIPOLI, da via S. Pietro a via S. Pietro
Vico TROINA, nella via S. Giorgio
C.le TRUPPIA, (Liborio, cons. com.le 1903) nella via Diana
Via TUTTOBENE COLONNELLO, (Emanuele, medaglia d'oro al valor civile alla memoria) da via A. Manzoni a c.da Doniamare
cronarmerina.it

Leggi tutto...

Gen.le Cascino su La Stampa

Gen.le Antonino CASCINO, Piazza Armerina 14/9/1862 - Quisca 29/9/1917

Qualche giorno fa, un amico mi ha segnalato l'articolo di Andrea CIONCI dal titolo Generali coraggiosi. Le venti medaglie d'oro conferite ai generali nella Grande Guerra, apparso su LA STAMPA - CULTURA il 14/12/2017. Dopo l'introduzione, ecco come il giornalista ci parla del nostro Gen.le Antonino CASCINO:  
<<Il nobile siciliano Antonio Cascino fu forse il più famoso e amato dalle truppe. Entrato, appena diciassettenne, all’Accademia di Artiglieria di Torino, rivelò presto un gran talento di educatore, pubblicando numerosi testi e ottenendo una cattedra all’Accademia militare di Modena. Era dotato di grande oratoria e carisma; nel 1917, prima dell’assalto al Monte Vodice, comandava la brigata “Avellino” alla quale rivolse queste parole: “Voglio che tutti voi siate una grande valanga grigioverde che, miracolosamente, risale dalla valle alla vetta per schiacciarvi il nemico che vi si annida”. Perfino Toscanini, il quale non amava troppo le alte gerarchie militari, portò dal generale la sua banda e suonò ininterrottamente, dal 20 al 24 agosto, inni patriottici di fronte al nemico per incoraggiare i soldati di Cascino nella conquista – sofferta e cruenta – del Monte Santo. Dopo questa vittoria, il generale puntò ai monti Veliki e San Gabriele. Pur di studiare il terreno personalmente, non era solito badare alla propria incolumità. Il 15 settembre una granata colpisce il suo comando, molti ufficiali restano uccisi e anche lui viene colpito alla coscia da una palla di shrapnel; incurante della ferita, organizza i soccorsi per i malati più gravi. Per due giorni, onde non lasciare il posto di comando sotto l’attacco austriaco non accetterà di farsi curare lasciando infettare la ferita irrimediabilmente. Morirà di setticemia dopo 12 giorni di agonia. La brigata “Avellino” sprofondò nella commozione e nella sconforto. Due mesi dopo gli sarà conferita la medaglia d’oro al valor militare, alla memoria>>.

cronarmerina.it

Leggi tutto...

Le vie di Piazza/S parte 2^

Via Sette Cantoni, Piazza Armerina

Dal 20 ottobre 2016 ho iniziato ad elencare tutte le strade di Piazza Armerina, con scritto accanto da dove iniziano sin dove arrivano, per meglio localizzarle. Lo scopo principale è quello di far conoscere ai Piazzesi e non il nome sia delle strade conosciute, sia delle tante sconosciute ai più e con nomi particolari. Ogni post elencherà le vie in ordine alfabetico e, per quanto è possibile, è stato messo a chi è stata intitolata. Si accettano segnalazioni di eventuali vie sfuggite nella compilazione.

S/parte 2^

Scalazza SANTA VENERANDA, (chiesa) da via Castellina a via Bonifacio
Via SANTA VENERANDA, (chiesa) da via Sette Cantoni a largo S. Veneranda
Via SANT'ELIA, (baronia) da via Monte a via Floresta
Vico SANT'ELMO, (chiesa) da via Castellina a via S. Veneranda
S.ta SANT'IPPOLITO, (chiesa) da via Mandorla a piano S. Ippolito
Piano SANT'IPPOLITO, (chiesa) da salita Cappuccini a viale della Libertà
Largo SANT'ONOFRIO, (chiesa) da via Monte Prestami a via Vitt. Emanuele II
Via SANTORO, (Francesco, filosofo francescano) da via S. Nicolò a via Tornetta
S.ta SANTO STEFANO, (chiesa) da p.zza Gen. Cascino a via Garibaldi
Via SANTO STEFANO, (chiesa) da via Garibaldi a p.zza Martiri d'Ungheria
Via SASCARO, (Giuseppe, generale) da via Monte a via Misericordia
Via SCALAZZA, da via Bologna a via avv. Cascino Calogero   
Vico SCALO, da via Salvaggio a via Greco e Aguglia
Via SCARPELLO, da p.zza Regione Siciliana a via Ortalizio
Via SCIASCIA LEONARDO, (scrittore) in via V. Alfieri
Via SCIBONA CARMELO, (poeta dialettale) da via Bonanno a via Muscarà (famiglia)
Via SCICLI, da via Monza a c.da Domartino
C.le SCOZZARELLA, (famiglia) nella via Seminario
Largo SEMINARIO, da via Seminario a via La Bella
Via SEMINARIO, da p.zza Garibaldi a largo Seminario
Via TENENTE SCUCCHIA, (Filippo? cad. 2^ G.M.) nella p.zza Boris Giuliano
Vico SERRACOLLO, (contrada) nella via La Pergola
Via SETTE CANTONI, da via G. Marconi a piano Demani
Via SILVIA, da via Vignazza a via Diana
Via SIRACUSA, da via Trapani a via Caltanissetta
C.le SOTTILE, (famiglia) nella via Procaccianti
Via SOTTO BASTIONE CARMINE, da p.zza F. Sottosanti a via Napoli
C.le SOTTO CASTELLO, (castello aragonese) nella via Fasullo
Via SOTTO GIARDINO GARIBALDI, da via Tripoli a via Calì
Via SOTTO ROCCA S. MARTINO, da c.le Taormina a via Gesù e Maria
Via SOTTO SANTA CHIARA, (chiesa e convento) da via S. Chiara a via Cagni Pasqualino
C.le SOTTOSANTI, (famiglia) nella via Trigona
P.zza SOTTOSANTI FRANCESCO, (caduto della Rivoluzione fascista nel 1930) nella via Carmine
Via SOTTO SANTORO, da via Santoro a via Santoro
C.le SPANÒ, (famiglia) nella via G. Verga
C.le SPARTI, nell'arco Ficarra
Arco SPECIALE, (famiglia) da via Monte a via Misericordia
Via SPECIALE, (famiglia) da via Bologna a via Parlascino
Arco SPEDALE, (Dello, famiglia) da via Itria a via Vincenti
Vico SPEDALE, (Dello, famiglia) nella scalazza S. Veneranda
Via STABILE, da via Furnari a via Diana
Via STIVALA, (Giuseppe, Cons. Com.le 1903 o Alfonso, cad. 2^ G.M.) da discesa Martello a via Itria
Via STRADONELLO, da via Trigona a largo Porta Catalano
Via MONS. STURZO, (Mario, vescovo) da p.zza Gen. Cascino a p.zza Alcide De Gasperi
C.le SUFFANTI, (Biagio, benefattore XVI sec.) nella via R. Carbone
cronarmerina.it




Leggi tutto...

L'aidonese Rosario Ranfaldi nel quadro in Biblioteca

Ritratto Rosario RANFALDI, aut. ignoto, XIX sec., Bibliot. Com.le, Piazza Armerina

Ritratto Rosario RANFALDI, particolare, autore ignoto, XIX sec., Bibliot. Com.le, Piazza Armerina

Nella Biblioteca Comunale di Piazza Armerina, nell’ex Sala del Coro dei Gesuiti intitolata a F. Acquachiara, che ospita la Mostra del Libro Antico, tra i tanti oggetti presenti a cui da qualche settimana sto cercando di darmi una spiegazione, c’è un grande quadro (foto in alto) di 140 x 90 cm posto sulla destra, dentro una nicchia ricavata da un’originaria finestra prospiciente il chiostro e chissà da quanto tempo murata. Il quadro, con una semplice cornice in noce larga 6 cm, ritrae per intero un nobiluomo di inizio Ottocento, elegantemente vestito, circondato da grossi volumi di discipline letterarie varie. In uno, sul dorso, si legge …MAXIMI, EPICTETI PHILOSOPHIA, su un altro PLATONIS OPERA OMNIA, su altri alle spalle …PARUTA, …SCAMOZ: ARC:, JUVENALIS PERSII ET SEJANI, uno accanto all’altro HORAT, VIRGIL, HOMER, uno sull’altro due con la scritta FAZELLO e su quello appoggiato su un tavolo tenuto con la mano sinistra con anello sul mignolo e indicato con l’indice della destra si legge DIODORI SICULI HISTORIAE. Il tavolo (foto in basso), oltre al grosso volume, accoglie quelli che sembrano dei reperti archeologici: un’anforetta portaprofumi, due parallelepipedi in pietra in uno dei quali c'è una scritta in greco da un lato (forse “ORLANDO”) e disegni di anfore su un altro, una moneta che sembra in argento con la trinacria in rilievo e la lettera N sulla sx, un’altra moneta più grande e più scura, un vassoio in argento contenente un’altra moneta, due recipienti in metallo, uno dei quali contenente inchiostro e una penna d’oca e una bottiglia in vetro col tappo. Alla base del quadro, dentro a una sezione rettangolare di 78 x 13 cm che copre il soggetto sino alle ginocchia, si trova la seguente grande scritta su quattro righe rovinate alla fine di ognuna:
-ROSARIUS RANFALDI Literis Graecis pariter paritequ… Latin…
-exornatus. Magistratus et laudem sola virtute consequntu… opti…
-Paterfamilias.. Integer vitae scelerisque purus,. decessit die…
-…………..  Ianuarii 1833. Annoru…
Dopo la ricerca si viene a sapere che si tratta non di un nostro concittadino, bensì di un illustre uomo della vicina Aidone, Rosario RANFALDI. Il prof. Vincenzo FIORETTO nel suo volume Le Stelle fulgide di Aidone - Gli uomini illustri di Aidone dalle origini ai tempi moderni, PARUZZO Editore, CALTANISSETTA 2010, a p. 51¹ ci dice che: <<Ranfaldi Rosario, nato ad Aidone nel 1766, fu dottore in legge, in lettere ed in filosofia, scrittore, poeta, storico, numismatico e dotto nelle lingue greca e latina. Scrisse moltissime poesie in greco ed in latino. Egli fu anche sindaco di Aidone dal 1800 al 1823. Dimorò per molto tempo a Palermo, dimostrando di essere anche un valente economista. Egli scrisse sulle coltivazioni in Sicilia ed ottenne la Medaglia d’Oro al concorso del Ginnasio Andegadese. Egli morì nell’anno 1833>>. Questa seppur breve biografia, ci spiega benissimo il perché e il valore di quegli oggetti che accompagnano il suo ritratto il quale, grazie all’iscrizione alla base, vi aggiunge il mese della morte, “Iannuarii” Gennaio. Inoltre, ricercando su internet apprendiamo a pag. 611 dell’Almanacco reale del regno delle Due Sicilie per l’anno  1842, NAPOLI STAMPERIA REALE, e a pag. 573 dell’Almanacco reale per l’anno bisestile 1840, che Rosario RANFALDI fu componente della COMMESSIONE di Antichità e belle arti di Aidone. Tutto questo, però, non ci spiega il perché della presenza di questo quadro a Piazza e l’esposizione (seppur anonima, tanto da far pensare che fosse stato messo lì solo per coprire un grande vuoto) nella sala più importante della Biblioteca. Chi lo ha dipinto e in quale anno? Dove si trovava prima di essere affisso in questa sala? Che relazioni politiche, culturali e sociali intratteneva questo politico, dottore in legge e grande acculturato aidonese con i suoi pari Piazzesi, tali da giustificare la presenza, nonostante tutto in discrete condizioni, del suo enorme ritratto? Può darsi che il Ranfaldi si sia interessato a dare una spiegazione agli oggetti che iniziavano a venire alla luce, nei primi decenni dell’Ottocento, dagli  scavi casuali e non di contrada Casale, sollecitandone l’attività di estrazione e studio, come stava facendo per quella in territorio aidonese in contrada Serra d’Orlando. Forse la sua attività politica di Sindaco si intrecciava con quella della vicina cittadina, quando l’amministrazione di quest’ultima era retta dal Sindaco chiamato Patrizio, quasi sempre del partito aristocratico. Comunque, anche questa volta sono riuscito, seppur in parte, a far “luce” su una personalità illustre di una volta, tramite il suo ritratto da ritenersi non più al “buio ”.       

¹ Nello stesso volume, tra le 33 biografie, si trova quella di Giuseppe Ranfaldi, di cui non è specificata la relazione con Rosario. Lo storico, poeta satirico, letterato, filosofo e medico Giuseppe Andrea Ranfaldi (Aidone 4 febbraio 1821 - 18 giugno 1866) è l’autore dell’importante volume postumo pubblicato dal Comune di Aidone Ricerche storico-critiche sulle cose di Sicilia Antica, vertenti alla illustrazione di una diruta città sicula, Tipografia Adolfo PANSINI, Piazza Armerina 1884, dove descrive anche Morganzio, città eretta da Siculi, che se approfondita lo avrebbe portato alla scoperta di Morgantina.  

N.B. Lo stesso giorno della pubblicazione del post, il prof. Marco Incalcaterra ha fatto presente su un social network quanto segue: <<In biblioteca ci sono quattro ritratti di Ranfaldi. Due sono della stessa persona di cui tu hai parlato, il terzo è per intero e ritrae Giuseppe Ranfaldi, il quarto è di un canonico Ranfaldi. Sono in biblioteca perché furono ceduti al Comune durante la sindacatura di Nigrelli da un privato che li possedeva in quanto trovati nella casa acquistata da eredi della famiglia Ranfaldi. Fui io stesso che feci sapere al sindaco Nigrelli di questi quadri e della volontà di alienarli. Io ho conosciuto personalmente alcuni dei Ranfaldi che stavano a Piazza in questo cugini in secondo grado di mia nonna materna. Uno degli ultimi diretti discendenti non vive più in Sicilia>>. 

cronarmerina.it

Leggi tutto...

Visti dagli altri/8

Panorama di Piazza Armerina da Est, anni '50

Il prof. Lorenzo Zaccone originario di Modica (RG), dalla metà degli anni '40 e sino al 1958, insegnò Lettere nel nostro Liceo Classico e alla Scuola Media. Nel 1947 si sposò con una professoressa piazzese, Anna Maria Cerasuolo, per poi trasferirsi a Milano. La loro carriera scolastica la concludono a Siracusa per motivi di salute e, una volta in pensione, si ritirano a Vittoria (RG). Nel 1997 il professore, che si era dedicato alla realizzazione di opere di geografia, pubblica il libro di racconti TRA FILARI DI VITI, Serarcangeli Editore, ROMA 1997, di cui ne dona una copia alla nostra Biblioteca Comunale. Leggendo il libro, mi sono accorto che l'ultimo racconto, AFFRESCHI, è ambientato a Piazza, che lui ha conosciuto molto bene. Ecco come descrive a p. 72 Piazza Armerina: <<Piazza Armerina è una cittadina di provincia tra le più interessanti di Sicilia. Strade strette e a saliscendi, scalinate, miniature di marciapiedi, casette appollaiate l'una sull'altra nel dedalo delle viuzze medievali tra la Castellina e il Monte; chiese millenarie, misticamente povere e disadorne come San Martino, o fastose di affreschi come il Gran Priorato dei Cavalieri del santo Sepolcro, "emblema dello splendore e della decadenza di una delle più importanti prelature della Sicilia"¹; gioielli di arenaria giallo-rosata che si fondono con la possanza della torre del Carmine e la levità del campanile della Cattedrale; archetti gotico-catalani che si aprono a spaziosi corti interne, bifore di palazzetti tardo-rinascimentali, sfarzone balconate barocche. Questa è Piazza Armerina, ma ogni tanto è anche una misera finestrella aggettante, ornata da un vaso di terracotta - che in questa terra si chiama ancora grasta, come nel Trecento - magnificato da esuberanti cespi di basilico e legato agli affissi con fil di ferro, quasi fosse una preziosità da difendere, come nella lamentazione per la sventura di Lisabetta: "Qual esso fu lo mal cristiano che furò la grasta?..."². Anche la parlata, in questa città, ha una sua caratteristica particolare. Qui, di fatti, si parla un idioma gallo-italico, la cui tradizione risale agli albori del secondo millennio, quando gruppi di cittadini delle Marche monferrine vennero in Sicilia, al seguito degli Aleramici, e si stanziarono in alcune località isolane³ ove persiste sino ad oggi un linguaggio e soprattutto una cadenza che si distingue nettamente dal quella del robusto, corposo, sanguigno dialetto siciliano, per una sua vellutata morbidità, specie nella pronuncia delle consonanti doppie e delle sibilanti, dette quasi come una carezza>>. 

¹ I. Nigrelli, Piazza Armerina medievale.

² (Decameron - g. IV, 5.)

³ Piazza Armerina, Aidone, Sperlinga, Nicosia, San Fratello...

cronarmerina.it

Leggi tutto...

L'avvocato Alceste Roccella

Ritratto avv. Alceste Roccella (1827-1908), Nicolò Velardita, Municipio Piazza Armerina

L'avv. Alceste ROCCELLA
Nel novembre del 2017, mi è stato possibile consultare parte dell’opera di cui avevo sentito tanto parlare da quando mi occupo della storia della mia Città. Infatti, gli storici contemporanei Litterio Villari e Ignazio Nigrelli hanno citato continuamente nei loro lavori quest’opera scritta nella seconda metà dell’Ottocento e che raccoglie notizie su Piazza relative a quel periodo e ai secoli precedenti, sino al 1902. Si tratta dei tre, di sette volumi, della “Storia di Piazza per Alceste Roccella” che sono stati acquisiti dal Comune nel novembre del 2012. I frontespizi originali dei tre volumi manoscritti sono: Vol. 3 Storia di Piazza Per Alceste Roccella Uomini Illustri; Volume Terzo Chiese conventi ed istituti di Filantropia in Piazza Per Alceste Roccella; Storia di Piazza Famiglie nobili Vol. 5 Per l’Avv. Alceste Roccella. Avendo tra le mani questo prezioso e unico materiale, perdipiù due dei tre volumi trascritti in pdf, ho potuto finalmente redigere le biografie dei due fratelli Roccella, l’avvocato Alceste e il notaio Remigio, ai quali è stata intitolata la Biblioteca Comunale. La biografia dell’avvocato Alceste, non essendo stata da lui stesso compilata e inclusa nella sua opera, l’ho potuta solo accennare, mettendo però un po’ di ordine nelle date anagrafiche. Di Alceste Vincenzo Roccella, secondogenito¹ di Rosario e Vincenza Cammarata², come data di nascita avevamo l’1 luglio 1827 (su un quadro con il suo ritratto in Municipio - nella foto) e solo il 1830 in L. Villari3; per quella di morte il 28 settembre 1908 nel quadro citato, il 1907 nel Villari4. Invece, all’anagrafe la nascita è registrata il 10 luglio 1827, la morte il 28 settembre 1908. Nell'atto di morte l'avvocato risulta "celibe", ma, se non si tratta di un omonimo, nel suo volume in pdf “Storia di Piazza Famiglie Nobili”, alla nota 111 di pag. 121 della famiglia "Ramo di Antonino Trigona, barone Geraci" è scritto <<Placido sposò Maria Natoli e non ebbe figli. Amalia sposò Giuseppe Calefati ed ebbe Michele Calefati Trigona e Concetta impalmò ad Alceste Roccella senza aver prole>>. Alceste, secondogenito dopo Giuseppe (notaio, 1825-1902) e prima di Remigio (notaio, 1829-1916), dopo aver preso parte ai moti antiborbonici del 1848, nel 1860 fu tra i 34 componenti del Comitato Rivoluzionario che guidò i moti per l’Unità d’Italia. Nel 1861 era già un avvocato che difendeva il Comune di Piazza5 e nello stesso anno era consigliere comunale, assessore supplente e componente della Commissione Comunale per la segnalazione al Ministero della presenza di biblioteche, oggetti d’arte e pitture. Consigliere comunale anche nel 1874, fu nominato ispettore onorario dei monumenti e degli scavi, nel 1877 amministratore delle congregazioni di carità dell’Ospedale Chiello e nel 1878 presidente dell'istituendo Asilo infantile sotto la sindacatura del fratello Remigio. Nel 1881 organizzò il primo scavo ufficiale del Casale, sotto la direzione dell’ing. Luigi Pappalardo6. Grande cultore della storia di Piazza, il Roccella scrisse e pubblicò: I Templari e gli Spedalieri in Piazza Armerina, P. Arm. 1878 (presente nella Biblioteca Comunale); Osservazioni sui ruderi esistenti nella contrada Casale, P. Arm. 1883; Il Gran Priorato di Sant’Andrea ed i monasteri benedettini in Piazza Armerina, P. Arm. 1883; Storia di Piazza Armerina in 7 volumi manoscritti inediti largamente utilizzata dagli studiosi successivi. A conclusione della biografia, purtroppo molto breve per un piazzese così illustre, deduciamo dai suoi manoscritti che smise di scrivere quasi del tutto a 75 anni, nel 1902, sei anni prima di morire. Inoltre, dai certificati sappiamo che nacque quando la sua famiglia era domiciliata nella Strada del Collegio7 e morì al n. 6 di via Arco Geraci, una traversa di via Monte. Nel dicembre del 2000 la Città di Piazza Armerina tramite l'Assessorato ai Beni Culturali gli intitola8, assieme al fratello Remigio, la Biblioteca Comunale sita al piano terra dell'ex Collegio dei Gesuiti, inoltre gli è stato intitolato il piano che va dall'atrio Municipio alla piazzetta Fundrò.  

¹ Dopo Giuseppe e prima di Remigio.

² Nel volume Uomini Illustri è riportato Camarata (con una "m") 12 volte su 14 e 7 su 9 in quello delle Famiglie Nobili;

³ Storia breve di Piazza Armerina, 1995, p. 83;

4 L. Villari, op. cit.;

5 L. Villari, 1981, p. 514 n. 85;

6 Inviato dall'Ufficio delle Antichità di Agrigento nel 1884 effettuò scavi anche in territorio di Aidone, che lo portarono alla pubblicazione dello studio La Contrada di Serra Orlando presso Aidone, dove riteneva che poteva trattarsi di Sergentium

7 Oggi via Vittorio Emanuele II;

8 Esiste una fotocopia della brochure con l’invito alla Cerimonia di Intitolazione del 15 dicembre 2000.

cronarmerina.it

Leggi tutto...

S' avéss a dì: Avöma

La sigla “Ema”¹, alla ribalta in questi ultimi giorni, ha dato lo spunto al prof. Tanino Platania per comporre un’ironica poesia a ciaccësa.

             Ema

A paròdda Ema,
a via d' ddà,
vò dì: European Medicines Agency,¹
a via d' zzà,
nû ciaccés 'ncaucà,              
vò dì : “Dobbiamo”.

            P' dì u fàit a ver'tà
s' avéss a dì: Avöma,  
ma giacché a gnurànza, zzà,                    
romp a d'vuziöngh' 'mpùru a sant’tà,       
       -'mpùru a ddéngua è a l’egua e ad ô stravént-                               
'nciudöma 'n'ogg e fasgiöma fìnta ch' ggh' sta.  
   
Sci! Tanti vòti, ungh'ad â fèr fìnta d' nènt,       
ma non pò felu eternamènt.                          
'N ogn cosa ggh' vò u minacunsént,
ancu p'rchì,  ié nan sign sbagghià                     
e p' cöss voggh' dì a cosa còm sta.
                  
Dî  témpi e mòdi
nan  serv a dì,
ma dâ  förma scì.
Avöma: förma du vèrb avèr   
quànn vulöma dì ch' simu assai,
tanti, p’ giusta règula, au mènu döi,
ma non söi p'rchì, quann sènt: Ema
p' mi, cangia a sunàda e d'v'nta:  ié  sö.

            "Ema fèr", "ema annèr", "ema dì"          
e, a ccuscì, via discènn,     
certùni, cu sta speci d’ cugghiuniamént,
ô ciù d’ voti vonu p’gghiè pô cù ad â gènt…
             …Fasgéss’nu meggh’ a dì:
"tu è fè", "tu è annè", "tu è dì"…
 
Öra, parràn d' poch e d' nènt,          
cèrti amisgi e cèrti parénti
ànu ‘na böcca a m’d’sgìna dî serpenti.                               
Giùst p' iéddi, allöra, stè a via d’ ddà     
e méggh p' mì, nan sent'li ciù, a via d’ zzà.

              Tanino Platania

¹ Agenzia europea per i medicinali.

cronarmerina.it

Leggi tutto...

La Sicilia della Cerasuolo/2

Dopo la lirica GENTE DI SICILIA, sempre dalla raccolta Il fiore all'occhiello del 1987, eccovi DONNE DI SICILIA (a p. 78), I BIMBI DELLA MIA TERRA (a p. 77) e I VECCHI DELL'ISOLA (a p. 76) della poetessa Anna Maria CERASUOLO ZACCONE (P. Armerina 1917 - Vittoria 2002). Le liriche sanno cogliere in maniera semplice e chiara i tratti essenziali dei Siciliani. 

DONNE DI SICILIA

Languide e vibranti
nascondono
sotto ciglia di gazzella
il fuoco che le divora
e le rende
pavide e ansiose
al pensiero d'un bacio.
Ma non c'è fretta in loro.
Sanno tendere le reti dorate
ai sogni della vita
e pazienti attendere
l'ala che vi batterà contro
furtiva.
Poi non indulgono più ai giochi.
D'amore si può morire.

I VECCHI DELL'ISOLA

I vecchi sono solenni
come patriarchi.
Negli occhi spenti
si specchia la vita
e il cuore si scalda
al calore dei figli
che vigore hanno
di giovani querce.

Siedono taciturni
in placida attesa della morte,
e i ricordi s'alzano al vento
come le spirali di fumo
delle pipe di terracotta.
E guardano...

Volano uccelli nel cielo;
intrecciano speranze
i fervidi fanciulli.

I BIMBI DELLA MIA TERRA

I bimbi della mia terra
hanno gli occhi neri
e splendenti.
Razzolano come uccelli
tra i cortili e le strade
e trafficano,
seri e mocciosi,
coi loro giochi segreti.
La luce grande del sole
non li abbaglia:
essi stessi son luce.

Anna Maria CERASUOLO ZACCONE, 1987

cronarmerina.it

Leggi tutto...

La Sicilia della Cerasuolo/1

Nella seconda parte del volume-antologia POESIE della poetessa Anna Maria CERASUOLO ZACCONE (1917-2002) troviamo a p. 74, nella raccolta Il fiore all'occhiello del 1987, la lirica GENTE DI SICILIA, nella quale lei fa un quadro reale, sincero e crudo di noi Siciliani.

GENTE DI SICILIA 

La mia gente porta,
su un volto di pietra,
solchi d'affanni
misteri di notti
fierezza di stirpi
disinganni di schiavi.
Gli occhi che ardono
indagano e dicono
senza che il labbro
n'abbia un sussulto.
Espressa da un suolo
di biade e di sterpi,
avvezza a tempeste
di vento sonoro,
sorrisa da cieli
battuta da mari,
conosce miserie
grandezze ed orrori,
deliri d'aranci
sommosse di cuori,
la terra che trema,
il fiume di lava.

La mia gente!
Tutto possiede:
e l'odio e l'amore,
l'antico retaggio
del bene e del male.
Tra solchi di grano
sorride una fiamma,
ai rovi di more
s'intreccia la rosa.
Le case aggrappate
su rocce scoscese,
bandiere di panni
svettanti all'azzurro
e l'afa che sbianca
la terra e gli ardori.

La mia gente!
Tutto essa vive:
il cuore che piange,
la mano che uccide,
l'obbrobrio di grinte
che affilano lame.
E luci improvvise
di zappe e d'aratri,
sudore di fronti,
sorrisi di madri.
Il pane fumante
su tavole nude,
il vino che ferve,
l'ulivo che tace.

Questa è la gente,
la mia gente che porta
su un volto di pietra
il cuore del mondo
e l'ansia del Cielo.

Anna Maria CERASUOLO, 1987

Altre poesie della Cerasuolo in La Sicilia della Cerasuolo/2.

cronarmerina.it

 

 

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS

Ricerche Storiche

Censimenti

Storia Civile

Storia Ecclesiastica

Curiosità

Come Eravamo