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Poeti e Poesie

L'autore di "O Piazza Antica"

Francesco Lavore Francesco Lavore nasce nell'anno 1973 a Piazza Armerina e compiuti gli studi tecnico-professionali emigra verso il Nord dell'Italia in cerca di buona ventura, riuscendo infine dignitosamente a ottenere un impiego aziendale. Da sempre tende a prevalere in lui una spiccata ma distante, poiché lontana dallo specifico excursus formativo intrapreso, attrazione verso la scrittura e la poesia in genere; questa lo spinge a cimentarsi da diversi anni (tergiversati da periodi di stallo creativo) nel comporre versi, soprattutto in lingua italiana, dall'accento prosaico e che abbracciano disparati argomenti concreti e…

O Piazza Antica / 2

Chiesa di S. Martino, ingresso laterale, XII sec. O Piazza Antica II Parte Culla ecclesiale dalle cento chiese variegato e ventoso clima montano patrimonio culturale dell'umanità contese or inesorabile declino insorger nel falso e profano Lesinato identità e discendenza nel cosciente tramandato eco fui pur fiero persister nella sostanza al cospetto di celtiche genti Oggi rimembrar vissuto trascorso getto dipinto avvalorar memoria fugger lontani reconditi pensieri riverberar silente l'inequivoco desìo Aver voluto ancor più assaporar l'essenza per quanto vissuto nel tuo nobile borgo aver voluto a iosa mostrar fiera appartenenza…

O Piazza Antica / 1

Ingresso al Castello Aragonese, XV sec. O Piazza Antica I parte M'inchino e mi prostro m'imbarazzo e mi pento o mia bella Piazza dalle antiche e sgualcite mura Peculiari arcate su nobiliari dimore di feudale gloria pervasa da normanne sembianze di nordica essenza arabi lasciti e ville romane testimoniar mistica e remota presenza Lustre di merito e storia regno di trionfali monumenti pietra miliare d'ardue e trapassate umane gesta Comarca d'antichi e benemeriti privilegi Madre di gesta al valore culla di caparbi generali fosti terra di contesa tra l'armi e…

Sfogo sentimentale

Che cosa c'è di più cordiale e piacevole di una rimpatriata tra compagne di classe? Eccovi lo sfogo sentimentale in gallo-italico maccheronico di una di loro. A R'patriàda E cu mai l'avissa dit? Dop tant'anni ch' nan n' frequentav'mu D' r'truvarn staséra zzà S'ttati 'ntornu a sta bedda tavula 'mbandita. U cor cuntent Mutu p' l'emozion e a vocca Cu tanta vogghia d' parrè D' cunters d' l'anni passadi 'nsemu Sovra i banchi d' scola Quann 'npoch ciù ranni d' carusetti L'un'ca preoccupazion, Appena u professur d'sgeva "Ora interroghiamo", Era…

Il VESPRO di Roccella

La copertina della ristampa con lo stemma di Piazza, in basso il II da sx Dopo aver elencato i 101 militi/nobili di Placea mobilitati da re Pietro d'Aragona nel gennaio del 1283, per combattere contro i Francesi-Angioini, durante la sollevazione popolare conosciuta come Vespro Siciliano, mi sembra opportuno riportare una poesia in gallo-italico, composta da un nostro concittadino in ricordo di quei tragici e difficili anni. La poesia è tratta da una Ristampa anastatica dell'edizione "Sicilia-Vespro" del 1882 per commemorarne il VI centenario (1282-1882). Il volumetto¹, infatti, racchiude una vera…

Riflessi poetici

Questa è la copertina della nuova raccolta di poesie dove si trovano anche quelle di un nostro concittadino, Roberto Lavuri. Lui ha contribuito con sette componimenti tra i quali c'è Un istante Un istante ti sfiora, ti tocca e fugge come un amante colto sul fatto un istante è vita che passa veloce ma è un ricordo che vive per sempre un istante è un pensiero che torna che torna sul filo del tempo. E' un battito del cuore che come mille battiti ha lo stesso suono, un istante per…

Quando scappava negli anni 30/2

Il poeta-falegname Carmelo Scibona (1865-1939) ci fa sapere che sotto la croce della chiesa di San Pietro, ai suoi tempi, c'era un'altro orinatoio-vespasiano che aveva destato qualche perplessità, comunque sempre utile al "bisogno" per tutti, perché già allora era un posto molto frequentato dai vivi e, visto che proprio in quel sito si dava l'ultimo saluto prima di andare al cimitero, dai morti. U p'sciarò¹ A San Petru, sötta a crösg', Gghj' mancava cöss' ssö, E fra chjàcchj'ri e tra vösg' Gghj'ànu fatt' u p'sciarò. S' parröma d' v'rtà, È…

Dedicata all'anonimo

Ieri dal poeta piazzese Tanino Platania, ho ricevuto questa poesia a supporto del commento scritto dall'anonimo il 26 Luglio 2015 alle ore 14:42 sul post "A volte ritornano (i foresteri)" Gaetano Masuzzo/cronarmerina

A volte ritornano (i foresteri)

Quella sera in pizzeria Un recente commento di una visitatrice relativo alla poesia di due anni fa circa*, mi ha convinto a riproporvela perché, anche se molto semplice, arriva subito al cuore di chi prova da sempre amore-odio per questa città e, soprattutto, di chi ha la fortuna-sfortuna di starle lontano. 7 agosto 2013, ore 20,00 A FORESTERA, in occasione della solita rimpatriata annuale con gli amici paesani ci legge, prima della pizza, i suoi sentimenti scusandosi della non perfetta trascrizione in piazzese. Ma dato che quello che conta è…

Quando scappava negli anni 30/1

Sötta u ciàngh d'u Duìliu Attraverso la lettura delle poesie in galloitalico del poeta-falegname Carmelo Scibona (1865-1939), apprendiamo che oltre a quei tre da me elencati nel post "Quando Scappava..." del 5 gennaio 2013, di orinatoi o vespasiani a Piazza ce n'erano almeno altri due, in punti altrettanto strategici. In questo modo i maschietti potevano evitare di "andare, andare, andare" dietro le solite cantunère o agli angoli delle chiese e in posti più o meno appartati. Tutta questa difficoltà perché non c'era l'abbondanza di locali pubblici, bar, caffè, gelaterie, tavole…
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