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Gaetano Masuzzo

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La foto conferma "u p'sciarö"

 
 
Il mio amico Pino, è riuscito a recuperare una foto che ritrae a sc'nnùa (o a cianàda) d' Santu Stéfu negli anni 30/40. Guardandola bene, sono riuscito a distinguere il vespasiano di cui ci parla il poeta-falegname piazzese Carmelo Scibona (1865-1939) nella sua poesia in gallo-italico U p'sciarö di Buttieddi che riporto nel post del 23 luglio 2015. E' proprio quella cabina in metallo segnata dalla freccia sötta u bastiöngh du ciàngh Duiliu. Oltre o p'sciarö si osserva la completa assenza di auto in circolazione, l'esigua quantità di pedoni e la folta e rigogliosa villa/giardino Umberto I altrimenti chiamata a villa e badàgghi (la villa agli/degli sbadigli dove si andava a oziare) che successivamente venne occupata dal grande cinema Ariston negli anni 50. Il monumento al re d'Italia Umberto I¹ che stava al centro della villa fu spostato più in alto, dove si trova ora, accanto alla Commenda di S. Giovanni Battista intesa anche "dei Cavalieri di Malta". 
 
¹ Re Umberto I (1844-1900) fu Re d'Italia dal 1878 ed ebbe due soprannomi. Il primo fu "Re buono" per il suo atteggiamento nel fronteggiare sciagure come quella dell'epidemia di colera a Napoli nel 1884; il secondo "Re mitraglia" fu affibbiatogli dagli anarchici per il suo duro conservatorismo e per aver avvallato le dure repressioni dei moti popolari del 1898 (a Milano ci furono centinaia di morti e migliaia di feriti). Nell'arco di 22 anni fu oggetto di almeno tre attentati, quello subito a Monza il 29 luglio 1900 gli fu fatale.
Altri post sull'argomento: Quando scappava... ; Pecunia non olet ; Quando scappava negli anni 30/2 .
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Fontana Miniera Grottacalda/n. 41

 
Questa è la Fontana n. 41 che si trova presso la Miniera di Grottacalda. La particolarità che la contraddistingue è lo stemma sopra il foro da dove fuoriesce l'acqua. Lo stemma, scolpito sulla pietra è sormontato da una corona di nobile (forse di marchese). All'interno, nella parte superiore della fascia orizzontale presenta 3 stelle a 6 punte che ricordano quelle dello stemma della famiglia Pennisi di Acireale, nella parte inferiore della fascia 3 fiori e in basso un teschio con ossa incrociate.
I Pennisi baroni di Floristella erano proprietari delle miniere di Grottacalda e Floristella. Un importante rappresentante di questa famiglia fu Agostino Pennisi (Acireale 1832-1885) imprenditore e numismatico ricordato sia per la costruzione nel 1873 dello stabilimento dei bagni termali e del vicino Grand Hotel des Bains ad Acireale, sia per la vasta collezione ereditata e ampliata di monete greco-sicule e romane conservata al museo di Siracusa. Inoltre, Agostino Pennisi è ricordato per l'impulso imprenditoriale al processo di estrazione e lavorazione dello zolfo nelle sue miniere. In quella di Floristella, fece erigere un grande palazzo utilizzato come dimora di famiglia e luogo di ricerca e sperimentazione. Tutto ciò non potè alleviare i sacrifici di tanti nostri antenati per un pezzo di pane.
Gaetano Masuzzo/cronarmerina  

Riflessi poetici

 
Questa è la copertina della nuova raccolta di poesie dove si trovano anche quelle di un nostro concittadino, Roberto Lavuri. Lui ha contribuito con sette componimenti tra i quali c'è 
 
Un istante
 
Un istante ti sfiora, ti tocca
e fugge come un amante colto
sul fatto
un istante è vita che passa veloce
ma è un ricordo che vive per sempre
un istante è un pensiero che torna
che torna sul filo del tempo.
E' un battito del cuore 
che come mille battiti
ha lo stesso suono,
un istante per pensare, per ridere
per amare, ma anche per morire
un istante nell'eterno è una goccia
che non cade mai. 
 
Roberto Lavuri
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina 

Edicola n. 31

 
Devo ammetterlo, Piazza non finisce di stupirmi, guardate dove trovo un'edicola.
L'Edicola Votiva n. 31 si trova Sotto Santa Chiara (un prolungamento di via S. Chiara, traversa della via Umberto). E' un'edicola formata da un quadro della Sacra Famiglia, racchiuso in un incavo rettangolare e protetto da uno sportello con della rete metallica (quella che si usava per le stie delle galline). Ma non è tanto la "teca" che sorprende, nel nostro censimento ne abbiamo viste di tutti i colori, ma il sito dove si trova. 
Come si vede bene nella foto si trova "sötta u balatöngh" di un balcone e "sövra a porta d 'n garàgg". Inoltre, nella parte inferiore, spostata sulla destra (probabilmente perché doveva far posto all'ampliamento del garage) e sostenuta da una barra di ferro per ovviare all'assenza dei chiodi che la tenevano murata, c'è una semplice lapide in marmo con una frase nientepopodimenoché del VII Vescovo della Diocesi di Piazza Armerina, Mons. Mario Sturzo (1861-1941). 
La frase è la seguente 
 
Gesù, Maria e Giuseppe       
Liberatemi
Dal Contagio della Moda
Ave Maria
+ Mario Vescovo
 
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it
 
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